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Parcheggio istituzionalizzato

Quando vado in palestra in pausa pranzo, al ritorno percorro la pseudopista ciclabile di viale Tunisia. A parte le mille chicane e i pedoni che si fermano lì in mezzo aspettando che il semaforo di via Lecco diventi per loro verde ci si viaggia abbastanza bene, almeno a quell’ora.

Ricordo tutte le lamentazioni dei comitati dei commercianti, perché con la creazione della pista ciclabile venivano tolti i parcheggi (che in realtà non c’erano già prima, il viale aveva divieto di sosta. In effetti a posteriori non si capisce il motivo di tutte queste storie: la gente continua indisturbata a parcheggiare, bloccando quindi la carreggiata per le auto che devono percorrere la preferenziale a centro strada. Quello che mi chiedo è se quando passo io (verso le 13:30) i vigili siano tutti in pausa pranzo; il comune potrebbe guadagnarsi un bel po’ di soldini…

Ultimo aggiornamento: 2019-02-05 17:10

Lampioni non più lampeggianti

Ricordate il mio post sui lampioni milanesi lampeggianti? Stefano aveva indicato nei commenti un sito per le segnalazioni.
In realtà quando sono tornato dal mare il lampione vicino a casa mia era stato aggiustato (dopo qualche settimana…), quindi non avevo fatto nulla. Però venerdì sera, mentre tornavo a casa, mi sono accorto di un lampione lampeggiante in via Budua. Mi sono fermato, ho controllato il numero del lampione, sono arrivato a casa e ho debitamente compilato il modulo. Lunedì sera mi è capitato di ripassare di lì e il lampione funzionava perfettamente. Puro caso oppure ottimo lavoro da parte di A2A? Lo scoprirò al prossimo lampione malfunzionante :-)

Lampioni lampeggianti

Qualche anno fa Milano ha deciso di cambiare l’illuminazione pubblica e passare ai LED, con un costo iniziale che dovrebbe ammortizzarsi negli anni e sicuramente fornendo un’illuminazione molto maggiore. Sul primo punto non ho dati, sul secondo confermo che è così, tanto che ormai non è così inusuale trovare automobili che non hanno acceso i fari. La settimana prima di Natale è capitato anche a noi: tornavamo dall’Esselunga e a un semaforo siamo stati affiancati da un’auto della Finanza che ce l’ha segnalato.
Quello che però sta succedendo è che alcuni di questi lampioni cominciano ad avere dei problemi, e le luci si acccendono e spengono: capita per esempio in via Quadrio angolo via Farini e in via Airolo angolo via Fiuggi. Sono cose che capitano: però mi stupisce che non ci sia un sistema di segnalazione automatica e che non ci sia un modo semplice per sapere a chi segnalare le cose (A2A? Vigili? Comune?) Per la segnalazione automatica non posso farci molto, per quella manuale magari qualcuno tra i miei ventun lettori ha un’idea…

Contenitori per le allodole

Forse non sapete che Milano sarebbe una delle città italiane più virtuose per la raccolta differenziata. Quasi sicuramente non sapete che l’Amsa (l’azienda rifiuti meneghina) ha lanciato un’iniziativa sperimentale per la raccolta di lampadine e piccoli elettrodomestici, che non si sa mai dove buttare. Qui trovate la pagina sul sito istituzionale, mentre il volantino è visibile a http://www.amsa.it/gruppo/cms/amsa/cittadini/milano/documenti/ecoisole-ecolight.pdf .

Orbene: fino al 31 dicembre ci sarebbe uno di questi contenitori ipertecnologici in “viale Zara, 100”. Vabbè, tralasciamo che per capire dov’è bisogna entrare nella sede del Municipio e scoprire che il contenitore è stato piazzato nel cortile interno. Con un po’ di fatica ce la si può fare. Lunedì nel tardo pomeriggio avevo un robo elettrico antizanzare che non ha mai funzionato se non come lucina di cortesia, e ho pensato bene di andare a buttarlo lì. Arrivo, entro nel cortile (buio), leggo le istruzioni (“schiscia il pulsante relativo a cosa vuoi buttare via, poi passa la tua tessera sanitaria per assicurarci che tu non sia un foresto che intende sfruttare a ufo le risorse delle nostra ubertosa metropoli”), cerco di capire dove diavolo si strisci la tessera, visto che l’ergonomia è stata pensata per la gente giusta, tra l’1,60 l’1,60, tra l’1,60, capito? Risultato: il display mostra “Contenitore pieno”.

Faccio al commesso, che si era avvicinato dicendomi che tanto era tutto pieno, che non mi sembrava una grande cosa per l’Amsa lasciare il contenitore così. Risposta: sì, ma a parte che quando è pieno dovrebbe arrivare una mail automatica, abbiamo già segnalato noi la cosa due-tre settimane fa ma non si è visto nessuno.

Sappiatelo.

La pista ciclabile sparita

Fino all’anno scorso la finta pista ciclabile di viale Melchiorre Gioia a Milano – “finta” perché ci sono solo i pezzetti vicino agli incroci, per il resto le bici pedalano sul controviale: nulla di male, intendiamoci – quando arrivava a Piazza Einaudi si spostava dal viale, passava vicino al palazzo ancora per poco sede Telecom, passava sopra il parcheggio sotterraneo della piazza e continuava in doppio senso di marcia sul lato sinistro per passare sotto il ponte delle Gabelle e arrivare a san Marco. Poi sono partiti i lavori per la Biblioteca degli Alberi e il pezzo di piazza Einaudi è stato chiuso per la riqualificazione. Risultato: un anno in cui con sprezzo del pericolo mi infilavo dentro il budello di Melchiorre Gioia per poi girare a sinistra in via Sassetti e ritrovare finalmente un altro pezzo di pista ciclabile.

In questi ultimi mesi dall’altra parte del viale è stata prolungata la pista monodirezionale, sfruttando il confine del parco – e quindi non togliendo spazio a nessun’automobile. L’andata era insomma più tranquilla, il ritorno no. Però capisco che ci fossero i lavori da fare. Dieci giorni fa sono finalmente stati completati i lavori ed eliminate le transenne. Solo che è cominciato a piovere e quindi non sono andato a lavorare in bicicletta. Mercoledì sono però passato a piedi di là (per mancanza di BikeMi) e ho scoperto che il design squadrato per la Biblioteca degli Alberi ha dimenticato un piccolo particolare: quei cento metri scarsi di pista ciclabile che prima c’erano e adesso si sono persi. Possibile che nessuno ci abbia pensato?

(Per quelli della scuola “mannò, sono percorsi ciclopedonali!”: il largo passaggio disegnato sopra il parcheggio interrato comincia con una scalinata. I passeggini e le sedie a rotelle possono fare un giro un po’ più lungo, che però è così stretto da non permettere certo il passaggio contemporaneo di pedoni e biciclette. E comunque la parte vicino alla sede Telecom, che con la Biblioteca degli Alberi non ha nulla a che fare, è ancora coscienziosamente bloccata con i jersey)

Starbucks: divieto di transito ai pedoni

A me la cosa non toccava molto: non solo non ero interessato a Starbucks, ma ieri sono stato a Torino per festeggiare con un giorno di anticipo gli ottant’anni di mia mamma. Però leggere che per l’inaugurazione del primo negozio italiano della catena le strade limitrofe sarebbero state chiuse al traffico pedonale mai sembra parecchio preoccupante per l’idea di “spazio pubblico” che ormai è sempre meno pubblico e più legato alle multinazionali…

La storia è un po’ come quella del diritto di panorama: se c’è un monumento visibile mentre cammini per strada puoi vederlo – bontà loro – ma se ci fai una foto non puoi farne quello che vuoi perché i diritti “3d” di chi ha progettato il monumento vengono anche appiattiti sul 2d della foto.

(ah, che poi ieri sera piovesse secondo me è una nemesi)

Ultimo aggiornamento: 2018-09-07 14:02

l’operosità dei bauscia

Stanotte è esondato il Seveso. In effetti stamattina l’ingresso alla via dove abito era bloccato da una macchina dei vigili (ma io stavo andando a prendere la metro perché pioveva). Però oggi sono dovuto tornare a casa in pausa pranzo causa la famosa videointervista con i russi, e alle 14, mentre tornavo a casa, c’erano i mezzi dell’AMSA che pulivano le strade con gli idranti. Bel lavoro!

Ultimo aggiornamento: 2018-07-05 15:04

Il comune di Milano è riuscito a far vincere il Codacons

Sempre sul Corsera di ieri ho scoperto che un tizio, con l’aiuto del Codacons, è riuscito a farsi togliere quindici multe dell’autovelox in viale Fulvio Testi: il tutto perché il comune di Milano non si è presentato dinanzi al giudice di pace. Mah.

Però non vorrei parlare di questo ma dell’articolo che lo racconta. Nel catenaccio troviamo scritto «tra viale Ca’ Granda e piazzale Istria, dove il limite di velocità passa da 70 a 50 chilometri orari», cosa che è assolutamente falsa: da quando vivo da quelle parti il limite per tutto il viale è sempre stato di 50 all’ora in tutto il comune di Milano, e del resto questo è il default. Certo, se si arriva da Cinisello (rectius, Sesto) il limite è di 70, ma il cartello dei cinquanta all’ora c’è prima di via Bignami… Posso immaginare che il titolista abbia scorso rapidamente il testo dove troviamo «L’amministrazione Comunale di Milano non ha fatto realizzare subito sull’asfalto le grandi scritte, apparse dopo, che riportano il limite di 50 all’ora — spiegano sulla pagina Fb —. Prima di questa novità molti erano convinti che il limite fosse di 70 chilometri orari» e non abbia capito un tubo. Ma allora a questo punto è possibile che l’annullamento delle multe non abbia nulla a che fare con quanto riportato nell’articolo e sia semplicemente dovuto a un’errato invio delle multe. Leggere i quotidiani è davvero utile, insomma, e fa imparare tante cose.