Layos mi ha mostrato questa infografica che illustra i tempi cronometrici per i 100 metri maschili di atletica leggera: sono indicati i record del mondo, i risultati olimpici e – il dato più interessante del lotto – la media dei tempi dei venticinque atleti più veloci in ogni anno. Perché quest’ultimo è il dato più interessante? Beh, semplice: un valor medio smussa eventuali casi particolari, e permette di verificare meglio l’evolversi di una situazione.
Dall’immagine si vedono subito molte cose. Innanzitutto – tralasciando il periodo precedente al 1900 in cui probabilmente i dati a disposizione erano pochi perché l’atletica non era così frequentata – i tempi sono mediamente calati tranne in alcuni casi nemmeno troppo peculiari: le due guerre mondiali, la guerra di Corea (quello sì che è strano, se ci pensate… è come se nel 1950 gli atleti stanutitensi fossero di gran lunga i migliori del mondo, e almeno alcuni di essi fossero stati richiamati nell’esercito), e il passaggio al cronometraggio elettronico. Ci sono due eccezioni alla rovescia: le Olimpiadi in altura a Città del Messico e il 1972, chissà come mai.
Ma merita anche accorgersi che dal 1996 al 2007 questa media è rimasta fondamentalmente costante. Non può essere “merito” dell’agenzia antidoping, che ha iniziato a operare nel 2000 (occhei, in effetti la media 1996-1999 è leggermente inferiore a quella 2000-2007, ma non di molto: potrebbe anche essere un caso). Poi è arrivato Usain Bolt, il triangolino del record del mondo è crollato, ma anche la media dei tempi migliori si è abbassata. Ecco: questo è il limite di un’infografica. È impossibile capire quanto del crollo dei tempi della media dei migliori sia causa di Bolt da solo, e quanto del resto degli atleti. Così ad occhio Bolt da solo potrebbe valere tra un terzo e metà della differenza, e questo cambia davvero la percezione della tabella.
Capite perché io e le infografiche non andiamo mica troppo d’accordo?
Ultimo aggiornamento: 2012-03-27 15:27