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Consigliatori di libri su Rieduchescional Channel

La scorsa settimana ho postato la recensione di un libro di Imre Toth. Di questo libro Amazon l’anno scorso aveva tre copie nella vecchia edizione hardback, e le lasciava come remainders a metà prezzo. Una copia la comprai allora, e gliene rimasero due per un anno… fino alla settimana scorsa. Ieri ho dato un’occhiata alla classifica dei libri più venduti, e ho scoperto che non ce ne sono più: insomma con ogni probabilità due persone hanno scelto di comprarselo grazie alla mia recensione.
Dovrei spiegarlo agli editori :-)

Ultimo aggiornamento: 2012-12-17 14:55

leader o riferimento?

Uno dei riti immarcescibili delle grandi aziende è la valutazione delle prestazioni dei lavoratori. Una cosa che serve a ben poco, considerando che per essere licenziati bisogna mettersi davvero d’impegno, e che la probabilità di vedere aumenti di stipendio è ormai pari a quella di trovare un grattaevinci da centomila euro (o quanto sia il premio “grande”: non sono mai riuscito a capire la logica delle lotterie istantanee).
Vabbè: quest’anno, tanto per cambiare, mi è stato segnalato che io non ho sufficiente leadership, cosa sulla quale del resto concordo perfettamente: insomma nulla di nuovo sotto il sole. Poi però ci ho pensato su un po’, e sono finalmente riuscito a focalizzare un pensiero che in qualche modo mi girava da un bel pezzo per la testa. Io sono probabilmente un punto di riferimento (Edoardo Bennato avrebbe detto “il faro illuminante”…) per un certo qual numero di persone; e per altre persone sono comunque un benchmark, nel senso che generalmente non accettano le mie conclusioni ma sono comunque interessati a come presento i miei argomenti. (Nota: generalmente le persone intelligenti apprezzano chi non la pensa come loro, perché hanno la possibilità di affinare i propri punti di vista). Tutto questo, per quanto mi riguarda, è abbastanza naturale: sono uno abituato ad andare avanti per la propria strada senza preoccuparsi molto del consenso, con gli anni ho anche appreso in un modo o nell’altro i rudimenti pratici della retorica, e la cosa mi sta più che bene.
Però proprio queste mie caratteristiche mi rendono geneticamente incapace a essere un leader. Mi manca il carisma, o se preferite la capacità di trascinare i recalcitranti; mi manca la dialettica della mediazione, non tanto tra le mie istanze e le altrui quanto tra due gruppi di opinione diversi; e soprattutto mi manca la voglia di provare a fare tutto questo. Se mi frequentate virtualmente da un po’ di tempo sapete che quando io faccio qualcosa non vado a spammarlo in giro: se lo scrivo una volta è tanto, perché altrimenti mi sembra di rompere le palle ai lettori. Ma è così un male? perché mai da grande dovrei fare il leader?

Ultimo aggiornamento: 2012-12-11 12:15

Buttare via libri

Dovrei eliminare un po’ di libri dalle mie librerie per fare spazio ad altri. Non ce la faccio: lasciamo stare quelli matematici che sono intoccabili, ma anche sugli altri faccio una fatica enorme a scegliere qualcuno che sicuramente non leggerò più, magari non mi è nemmeno piaciuto troppo, ma “non si sa mai”. Non credo funzionerebbe nemmeno averne una versione elettronica (anche se non ci ho provato): mi sa che sia proprio feticcismo. Capita lo stesso anche a voi?
(alla fine sono arrivato a 25 cm di roba. Un risultatone)

Ultimo aggiornamento: 2012-12-09 11:05

ben mi sta

ho voluto aspettare la pausa pranzo per andare a cercare il pc in offerta speciale. Era già più che finito (anche perché ne avevano 3, diciamocelo). Domani con la macchina fotografica non mi fregano.

Ultimo aggiornamento: 2012-12-05 19:21

ladri in casa – 2

visto che non ho voglia di rispondere a tutti, spiego meglio cosa è successo.
Stanotte, poco dopo le 2, Anna e io ci svegliamo sentendo un rumore come di un coltello caduto per terra. Ci alziamo, accendiamo un po’ di luci in soggiorno e cucina, non troviamo niente e torniamo a dormire. Stamattina alle 7 ci svegliamo e troviamo porta e finestre aperte, e non troviamo un bel po’ di roba, che in parte era poi sul pianerottolo e a pian terreno vicino al locale spazzatura.
Il ladro ha bucato gli stipiti delle finestre (ah, siamo al quinto piano): con la prima non c’era riuscito, con la seconda invece ha fatto cadere il coprimaniglia (il rumore che abbiamo sentito). È rimasto sul balcone (che sangue freddo…) finché non siamo tornati a dormire, poi è entrato, ha preso la borsa di Anna, il marsupio mio e ha tirato fuori tutti i soldi (compresi i miei “fondi neri” che sono ben nascosti – ma non documenti e tessere), la mia macchina fotografica e il mio Zaurus che erano nel marsupio, il telefonino di Anna, il suo netbook (compresa di chiavetta internet) e il nostro portatile che era al piano di sopra e che era l’unico oggetto effettivamente di qualche valore avendolo acquistato a maggio. Non hanno preso la tv, non hanno preso l’iPad di Anna visto che per fortuna era in carica in camera nostra dove non sono entrati. I bimbi non si sono accorti di nulla.
Ora, a parte il danno economico, io per esempio non so assolutamente come rimpiazzare lo Zaurus, che aveva l’enorme vantaggio di avere una vera tastiera e un sistema linux, oltre a una quantità di dati di cui non ho backup (nel senso che il backup ce l’avevo, sì, ma sulla SD dello Zaurus stesso). Il grande vantaggio del cloud computing è che sia io che Anna abbiamo i dati di lavoro backuppati, invece. Non aggiungo nulla perché non ne ho voglia.

Ultimo aggiornamento: 2012-11-27 11:13

ladri in casa

sono entrati stanotte (con noi in casa) e ci hanno rubato due pc, la mia macchina fotografica, e il mio Zaurus (che non potrò più rimpiazzare).
E ci eravamo anche alzati sentendo dei rumori.

Ultimo aggiornamento: 2012-11-27 07:32

Spinte propulsive

I più attenti tra i miei ventun lettori si sarannno certamente accorti di come da un po’ di tempo io abbia cominciato a scrivere molto meno qui sulle Notiziole. Potrei accampare mille scuse, dall’esistenza di Jacopo e Cecilia all’essermi allargato a scrivere su altri blog, da quello del Post a Voices. Ma la vera ragione è un’altra: comincio a essere a corto di materiale che mi faccia venire voglia di scrivere.
Scrivere per me non è una cosa così complicata: anche a scuola i miei temi non erano dei capolavori, ma si potevano definire lavori onesti e soprattutto rapidi, quattro facciatine scritte in una calligrafia minuscola e terminate in un’ora e mezzo circa (senza brutta, che mi sembrava tanto una perdita di tempo perché quando rileggevo il testo mi veniva da riscriverlo da zero). L’avvento dei computer mi ha semplificato ancor più la vita: i pensieri se ne stanno in testa, continuano a essere rimuginati mentre proseguo a buttar giù il testo e vengono più o meno abilmente modificati “strada facendo”. Resta però una banale constatazione: sto bloggando da undici anni abbondanti. Idee nuove non è che mi vengano tutti i giorni, o se per questo anche solo tutti i mesi. Anche i pipponi dopo un po’ diventano ripetitivi, e scrivere sempre le stesse cose stufa me in primo luogo e immagino voi subito a ruota. A questo punto la scelta che sto facendo è semplice: scrivo quando ho voglia le cose che ho voglia di scrivere, sperando che la qualità rimanga perlomeno stabile. Sapevàtelo!

Ultimo aggiornamento: 2012-11-21 14:58

Festival della Scienza – debriefing

Per chi si ricorda ancora che il primo novembre ho parlato al Festival della Scienza, ecco qua un breve e parziale (nel senso di “di parte”) resoconto.
Arrivati all’auditorium di Palazzo Rosso abbiamo scoperto che pioveva dentro (!) e quindi l’agibilità della sala era a rischio: alla fine abbiamo trovato una soluzione all’italiana, ammassando tutta la gente in un quadrante posteriore della sala – non è che ci fosse così tanta gente, un’ottantina di persone al massimo, spostando noi relatori a metà sala e iniziando la chiacchierata. Niente slide perché la Capa aveva detto che altrimenti il pubblico si sarebbe addormentato, quindi nessun problema da quel punto di vista; due ore piene di parole, con il pubblico (curiosamente diviso in due tra giovanissimi e persone di una certa età, la via di mezzo praticamente mancava) che ha interagito parecchio.
Non sono in grado di dire se la formula è piaciuta, magari qualcuno dei miei amichetti che è venuto a sentirci può commentare; sicuramente si è parlato abbastanza poco del tema ufficiale della conferenza e molto di Wikipedia in generale, come del resto mi aspettavo. La cosa positiva è che le domande sono state a livello più alto di quelle che vengono solitamente fatte, il che naturalmente è più piacevole per chi deve rispondere… altrimenti ci sentiamo dei biechi risponditori automatici!
Ultima (anzi penultima) osservazione: a me personalmente quella di quest’anno è sembrata un’edizione del Festival in tono minore rispetto a quella dell’anno scorso. Non so se sia colpa della crisi che taglia tutto, compresi i fondi per invitare i relatori importanti (no, non abbiamo preso un centesimo, abbiamo solo avuto il buono per il pranzo) oppure qualcos’altro.
Ultima (davvero) osservazione: Anna e io abbiamo parcheggiato all’iperCoop all’uscita di Genova ovest e poi abbiamo preso la metropolitana per arrivare in piazza De Ferrari. Al ritorno abbiamo ripreso la metropolitana: peccato che ci fossero unicamente due macchinette automatiche per fare i biglietti, ed entrambe non funzionavano…

Ultimo aggiornamento: 2012-11-12 11:30