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Birthday cloud

Forse è colpa mia, che spesso mi porto avanti col lavoro per gli auguri di buon compleanno. Ma quest’anno, oltre agli auguri dei ritardatari (apprezzati anch’essi) ci sono state ben cinque persone che mi hanno fatto gli auguri in anticipo, e non per sbaglio ma esplicitamente. Insomma, sta nascendo il concetto del compleanno quantistico, che non puoi indicare direttamente…

attenti a quegli occhiali

Stamattina sono andato a rifare la carta di identità, che mi era scaduta da una decina di giorni. Arrivo con le mie foto, prendo il numeretto, aspetto il mio turno, consegno carta vecchia e foto. L’impiegata mi dice “guardi che non potrei farle la carta con queste foto, perché la questura ha mandato una circolare che dice che le foto devono essere senza occhiali”. Io la guardo, le faccio “guardi, senza occhiali non riesco nemmeno a vedere dov’è la macchinetta per fare le foto!” La controrisposta è stata “Io glielo devo segnalare, perché potrebbe avere dei problemi con qualcuno” e poi mi fa la carta d’identità.

A questo punto sono poi andato a fare una ricerca in rete e ho scoperto questo testo, che dà effettivamente una serie di prescrizioni riguardo agli occhiali:

• la fotografia deve mostrare chiaramente gli occhi senza riflessi sugli occhiali;
• le lenti non devono essere colorate (se possibile, evitare le montature pesanti e indossare occhiali con montatura più leggera);
• la montatura non deve coprire nessuna parte degli occhi.

Ho riguardato la mia foto: le lenti sono leggermente scure essendo fotocromatiche, ma gli occhi si vedono perfettamente, senza riflessi e la montatura è leggera. Direi che posso farcela, anche se la foto non era esattamente recente come richiesto…

Ultimo aggiornamento: 2014-05-06 13:42

Ho esaurito il bonus-fortuna per il 2014

Stamattina ho portato all’asilo i bimbi, ho inforcato la bicicletta (la porto a mano quando sono con loro) e sono arrivato in ufficio un po’ prima del solito, anche perché dovevo andare dal dentista. Arrivo, faccio per prendere il portafoglio per timbrare, e scopro che non c’è.

A questo punto comincio a darmi del coglione sesquipedale. So perfettamente che i pantaloni che avevo addosso hanno una tasca posteriore troppo piccola, e già lunedi stavo perdendo il portafoglio, tanto che ieri me l’ero messo nella tasca della giacca; stamattina me ne ero dimenticato. Riprendo la bici, faccio tutto il percorso all’indietro (contromano) perché uno spera sempre per il meglio: nulla da fare. Arrivo a casa, per bloccare tutte le carte possibili e impossibili, e vedo che un collega mi aveva cercato. Lo chiamo, e mi dice che hanno chiamato giù dalla portineria perché una signora aveva trovato il portafoglio. Mi faccio dare il numero, chiamo, e vado.

Per la cronaca: il portafoglio conteneva tutto. Per trovare un recapito telefonico (che non avevo da nessuna parte) la signora ha provato a chiamare la palestra (dove non vado più da una vita); poi ha visto i bigliettini di resto della mensa Telecom ed è andata a cercare la sede corrispondente. (Ok: in ufficio, a parte percularmi, hanno detto che bastava digitare nome e cognome su Google… ma il numero di telefono non l’avrebbero comunque trovato). E non ha neppure voluto una ricompensa.

Ultimo aggiornamento: 2014-04-30 15:24

INPS risponde (con calma)

Mi è arrivata stamattina una mail dall’INPS, dove rispondono a una mia domanda che avevo scritto il 2 aprile sul loro sito: mi si dice

Da un controllo risulta aperta una sua richiesta, se non ha ricevuto riscontro la invitiamo a contattare il n.803164 per concordare un appuntamento.

Tutto bene? Più o meno. Mi sono dimenticato di dire che io scrissi il 2 aprile del 2013.

Ultimo aggiornamento: 2014-04-17 12:25

parlerò al Salone del Libro

È qualche anno che per una serie dei problemi io non riesco ad andare al Salone del Libro. Non che in effetti abbia poi così tanto tempo per leggerli, i libri… ma almeno negli anni scorsi riuscivo a vedere la produzione degli editori minori (da quelli grandi ho smesso di passare: tanto i loro libri li trovo nelle librerie senza problemi).

Quest’anno la soluzione l’ho trovata: parlerò a una conferenza! Domenica 11 maggio alle ore 16, all’interno di Book to the Future, ci sarà Altramatematica: un modo nuovo, sagace e pop di parlare di numeri, e in quanto curatore della collana sarò ovviamente in prima linea. (Tanto autografare un ebook è difficile…)

appiedato anche oggi

Stamattina sono dovuto andare in ufficio a piedi. Motivo? Semplice: bicicletta scassata. Ma come? Di nuovo? Ebbene sì.
Dovete sapere che io da un anno e mezzo porto i gemelli all’asilo “sulla bicicletta”. Naturalmente non ho due seggiolini sulla bici, non ne ho nemmeno uno: in pratica faccio sedere sul portapacchi uno dei due, prendo per mano l’altro, e porto (a mano) la bici. A metà strada c’è il cambio bimbo, e viviamo tutti felici e contenti, a meno di lotte per ricordarsi chi è stato a iniziare il giro il giorno precedente oppure lamentazioni perché mi sono fermato un metro prima. Ho spiegato a suo tempo che le gambe dovevano stare larghe, ho avuto un anno e mezzo fa un problema di piedini in mezzo alla ruota, e amen.

In genere, però, la bicicletta la portavo solo all’andata, perché al ritorno c’era qualcun altro che recuperava i bimbi. Ma adesso sta toccando anche a me, e ieri pomeriggio ero sufficientemente in ritardo per arrivare direttamente all’asilo. Prendo i bambini, stiamo un po’ ai giardinetti, e finalmente dico che è ora di tornare a casa. Prima tratta, Cecilia sul portapacchi e Jacopo a piedi: seconda tratta, scende Cecilia e sale Jacopo. Arrivati alla via di casa nostra, Jacopo mi fa fermare dicendo che sulla macchina lì parcheggiata c’è un “gufo” (che poi ho capito essere il peluche di un puffo, ma soprassediamo). Quando mi incammino di nuovo, sento qualcosa che mi frena… esatto, il piede di Jacopo in mezzo ai raggi, o meglio la sua scarpa nuova di zecca, e ora sporca del tipico smog milanese che si avvinghia alle ruote di una bici. (No, Jacopo non si era fatto nulla: ricordate che la bici la porto a mano ed ero fermo). Peccato che stamattina abbia verificato attentamente e abbia visto che era successo davvero quello che avevo temuto: si era rotto un raggio. Risultato: sgridatone a Jacopo, che poi non voleva entrare in classe perché aveva paura che io avrei detto tutto alla maestra, e nuova gita dal ciclista, portando rigorosamente la bici a mano per non rovinarla vieppiù. Uffa.

Ultimo aggiornamento: 2014-04-08 12:35

Bookflocks

Stefano Rodighiero ha creato da qualche mese il sito Bookflocks (“stormi di libri”, tradurrei così ad occhio), dove raccoglie interviste piuttosto speciali a varie persone: quello che chiede infatti è di parlare dei libri che l’intervistato ritiene essere stati i più importanti nella propria formazione.

In mezzo a tanta brava gente, oggi l’intervistato sono io. Potete vedere parte della mia libreria matematico-ricreativa e – se non avete troppi problemi con l’inglese – scoprire quali sono i miei libri favoriti, anche se immagino che li avevate già indovinati.

Conoscete qualcuno che vi piacerebbe vedere intervistato? Scrivete a Stefano!

Ultimo aggiornamento: 2014-04-03 13:07