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non saper pensare in inglese

Saranno quarant’anni che scrivo su una tastiera, prima su una macchina per scrivere (quindi con una tastiera davvero italiana: non solo QZERTY ma con i numeri sulle maiuscole) poi sui primi PC con tastiera americana, e infine – ma sono già venticinque anni – con una tastiera logica US-International, in cui per scrivere le lettere accentate si digita prima l’accento e poi la lettera. Questo significa in pratica che posso digitare senza guardare la tastiera, perché le mie dita sanno dove sono i vari tasti e il mio cervello si accorge quando sbaglio una lettera e dà il segnale per andare sul backspace. Però…

Però questo funziona solo se scrivo in italiano. Con l’inglese faccio una fatica terribile, e vado molto più lentamente. Non è un problema di lettere inglesi che non si usano nell’alfabeto italiano: il mio guaio è proprio che mentre scrivo penso alle parole, e pensare alle parole in inglese mi riesce impossibile. Un po’ la colpa è del fatto che le parole inglesi si scrivono in modo molto diverso da come si leggono: lo conoscete, no, l’aneddoto di George Bernard Shaw che affermava come “fish” si scrivesse in effetti “ghoti”? Un po’ è che comunque se ci sono parole inglesi simili a quelle italiane io tendo a terminarle con una vocale. Insomma, è come se il mio cervello – o forse sono le mie dita? – si rifiutasse di pensare in inglese.

Capita anche a voi?

Ultimo aggiornamento: 2014-06-11 12:21

Douglas Noel Adams

[lettera di DNA] Oggi è il Towel Day, e come tutti gli anni ho postato (altrove) una foto con l’asciugamano di ordinanza. Però quest’anno volevo raccontarvi una cosa.
Nel 1992 era stato tradotto (per la prima volta) in italiano Dirk Gently’s Holistic Detective Agency. Io mi ero comprato il libro (in inglese) non appena era stato pubblicato e l’avevo apprezzato (per un anno o due ho persino usato come mio alias Richard McDuff… ma questo non se lo dovrebbe ricordare nessuno) Ricordo ancora quando lessi la scena della cavalla nel bagno del professor Chronotis, con il professore che balbetta “Yes, it is, Wait – let it be. It won’t be long” al che Richard risponde “Lei ha un cavallo nel bagno e tutto quello che sa fare è pronunciare titoli di canzoni dei Beatles?”; nella pagina successiva, alla domanda di Richard “ma come può esserci una cavalla nel suo bagno”, Chronotis risponde “Well, the bathroom window’s open. I expect she came in through that”. Ero sul 62 barrato che mi stava portando in Cselt; credo che gli altri passeggeri siano rimasti perplessi nel vedermi capottare dalle risate.

Essendo abbastanza feticista mi ero però anche preso l’edizione italiana, e ne rimasi assolutamente deluso. Passi non aver capito quel gioco di parole, ma tradurmi “the Divine John wrote the book of Revelation” con “il divino Giovanni scrisse il libro della rivelazione” era troppo. Per sbollire, decisi di scrivere direttamente a Douglas Adams (c/o Pan Publishing) per segnalargli questa triste notizia. Beh, dopo un paio di mesi ricevetti una risposta direttamente firmata dal Nostro! Non so se la lettera l’avesse scritta lui oppure no, però rimasi comunque piacevolmente stupito del pensiero…

Ultimo aggiornamento: 2014-05-26 10:38

Moratoria libraria?

Al Salone del libro mi sono limitato: ho comprato due soli libri, quello del mio amico Achille Varzi sulle tribolazioni del filosofare (scritto in terzine dantesche, come farne a meno?) e La scienza dal giocattolaio che è troppo carino anche esteticamente. Persino il mio compleanno è passato senza troppi danni. Ma il mio scaffale di libri da leggere è tracimato su un secondo scaffale, e sto solo parlando dei libri cartacei: quelli in formato elettronico che mi sono procurato sono così tanti che ho fatto un rapido conto e non potrò mai leggerli tutti nella mia vita, considerando una media di un libro la settinana per 35 anni. (La mia media di lettura attuale è di una cinquantina di testi l’anno, generalmente di saggistica che non si possono scorrere troppo in fretta). Ho le mille e più pagine di Tune in – vol. 1 che ho per il momento lasciato dopo averne letto poco più di un decimo: non me la sento di stare due mesi fermo su un singolo libro. I bimbi giustamente vogliono il loro papà, non solo per giocare ma magari perché io legga loro qualcosa. Scrivere diventa sempre più pesante, anche perché per non scrivere sciocchezze devo mettermi a leggere altre cose (ok, questo post lo sto scriverndo nel mezzo dell’ennesima riunione inutile, ma è un’eccezione). Ci sono anche i librini di Altramatematica da controllare.
Riuscirò a fare il buon proposito di smetterla di acquistare libri per un po’? (mi sa di no)

Ultimo aggiornamento: 2014-05-19 13:00

Io sono là

OpenPolis ha preparato anche per le elezioni europee il suo test per sapere qual è il partito più vicino alle nostre opinioni. Rispondendo a una serie di domande e confrontando le nostre risposte con quelle dei principali partiti si può infatti calcolare una mappa di compatibilità. Il mio risultato è questo:
[io sono qui]
Finalmente posso mostrare di essere centrista dentro :-) (e soprattutto far notare come i due partiti a me più lontani sono Lega Nord e Movimento 5 Stelle: l’avreste indovinato?)
(seriamente, a mio parere questi test mancano di un controllo sull’importanza relativa dei vari temi, sia per noi che per i partiti. Niente di pesante, semplicemente la possibilità di indicare tre temi fondamentali e altri tre inutili…)

Gitarella torinese

Complice il Salone del Libro, sono riuscito a passare un paio di giorni nella mia natia città, per respirare un po’ del mio natio smog. L’ospitalità di Maria e Yagoub ci ha anche permesso di far fare la prima vera gita fuoriporta ai quasicinquenni, che sono ormai così bravi da fare credere a tutti che sono degli angioletti.
Ho così visto per la prima volta i giardinetti dell’Environment Park (mentre Anna sfidava il corteo NoTav per andare in centro) e per la seconda volta quelli Fante (mentre Anna faceva da personal shopper per Maria e io e mio fratello disquisivamo di basket torinese). Ho incontrato amici vecchi e nuovi al Salone. Ho fatto il mio solito casino nella presentazione dei nostri librini di Altramatematica (dove sono arrivato con una maglietta con disegnata una calcolatrice…) Ho ritrovato il buon Achille C. Varzi che ha appena scritto un libro sulle tribolazioni della filosofia in terzine dantesche. Ho rivisto Doug Hofstadter e figlia, il resto del traditrio, e sono rimasto a cena con un gruppo di filosofi e fisici, la vera nemesi per un matematico. Ho avuto la fortuna di conoscere Altan (c’erano anche lui e signora a cena), complice l’interesse di Douglas Hofstadter per il grande disegnatore. Posso assicurarvi che Altan è una persona deliziosa e un vero signore, anche se davvero schivo: la signora Panini ci diceva che è la terza volta in tutti questi anni che lo vedeva fare un’uscita più o meno pubblica. Non sono invece riuscito a vedere il mio amico Claudio che compiva cinquant’anni domenica, e questo (il non averlo visto, non i suoi cinquant’anni) è male. Diciamo che mi occorrerebbero almeno due vite per volta…

Per chi vuole sapere come è andata la presentazione: c’era un folto pubblico di qualche decina di persone, direi quasi tutti prezzolati da noi relatori: il vantaggio è che così non se n’è andato via quasi nessuno prima della fine. Abbiamo iniziato in ritardo perché quelli prima di noi hanno sforato di brutto, abbiamo finito in anticipo perché Daria voleva far iniziare il secondo slot di BookRepublic in tempo: non sarebbe stato un problema, ma Peppe non ha potuto spiegare come non c’è nulla di simile alla collana nemmeno all’estero, almeno per quanto ne sappiamo. Perché non l’ha potuto spiegare? Perché non ci siamo messi d’accordo prima su cosa avremmo fatto, mi pare ovvio :-) Dovrei essere più serio, fare le scalette, distribuirle e soprattutto non fare foto al pubblico mentre stiamo parlando…

Ultimo aggiornamento: 2014-05-13 15:18

_Matematica in relax_ verso l’end-of-life?

Mi è arrivata la comunicazione annuale delle royalties (si fa per dire) del mio Matematica in relax. Il saldo è ancora negativo, nel senso che con le 230 copie cartacee (e le 18 elettroniche…) vendute nel 2013 mancano ancora più di 60 euro al raggiungimento dell’anticipo che mi era stato dato. Ma non è certo quello il problema: tutti sanno che se non sei uno tra i dieci-venti autori più venduti con i libri non ci guadagni certo, e questo ancor più se scrivi di saggistica (matematica, per giunta).
Il guaio è un altro. Della tiratura iniziale di 3080 copie, tolte quelle vendute, quelle rovinate mandate al macero (26 quest’anno) e quelle date in omaggio, negli archivi Vallardi ne sono rimaste 258. Ce ne sarà qualche altra decina, forse, nelle grandi librerie; ma poi basta. In pratica tra un anno e mezzo il libro uscirà dal catalogo, tranne che nell’improbabile ipotesi che venga ristampato: rispetto a un tempo c’è il vantaggio che l’ebook può rimanere tranquillamente disponibile, ma da un certo punto di vista è triste pensare che un pezzo della mia vita si è concluso.
Poi potete sempre mettere su una campagna di opinione per la ristampa del libro e la pubblicazione di un volume 2, se proprio volete :-)

Salone del Libro 2014: poi non ve lo dico più

Vi ricordo che insieme ad altri tre loschi figuri (e a una leggiadra fanciulla che farà le presentazioni per conto di 40K) parleremo di Altramatematica al Salone del Libro di Torino domenica 11 alle 16, nell’area Book to the Future (padiglione 2). Il programma ufficiale è sul sito del Salone, ma se preferite potete leggerlo su Facebook.

Non so assolutamente di cosa io parlerò, ma non credo proprio di matematica: sarebbe troppo facile. E no, non autograferò copie degli e-reader contenenti l’ebook.