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Cashback di stato

Ieri ho provato ad aprire l’app IO (cercando di ricordarmi la password del mio SPID…) per vedere come stava andando avanti la raccolta del cashback di stato. Ho così scoperto che nonostante non è che io mi muova così tanto ho già sbloccato il semestre (55 acquisti), per un totale di 116 euro e rotti (e posizione 1.485.349, tra l’altro). Tenete presente che l’ultimo pagamento salvato è del 10 marzo, giusto per dire quanto la uso.

Detto in altri termini, è assolutamente banale per chi usa normalmente i pagamenti elettronici di ottenere 150 euro in un semestre. Forse in effetti non è stato un buon modo per distribuire soldi.

Procedura informatica – livello pro

Una battuta sempreverde sugli informatici dice che qualunque cosa non funzioni il primo passo che ti fanno fare è spegnere e riaccendere il dispositivo. Ieri pomeriggio l’applicazione HP Assistant del mio pc di lavoro mi segnala che deve essere ribustrappato. Terminato il webinar infinito, faccio partire la procedura: vedo che viene caricata una nuova versione del BIOS e di un’altra utility mai sentita prima. Il pc riparte, guardo ancora un po’ di cose e poi esco per recuperare i ragazzi dalla palestra. Ritorno, e il pc è spento. Schiaccio il pulsante di accensione: nulla. Stacco tutto, riprovo: niente di niente. Prendo un altro vecchio pc (smadonnando perché non ha prese HDMI o USB 3 né tanto meno Thunderbolt), faccio due cose e aspetto di poter chiamare l’assistenza HP.

Stamattina telefono, mi passano Stepan che risponde dalla Serbia (in un italiano perfetto) e apre il ticket, e poi mi dice “Aspetti, facciamo ancora una prova. Stacchi il PC e tenga premuto per trenta secondi il tasto di accensione”. Obbedisco. “Bene: ora lo ricolleghi alla corrente e lo accenda”. Lo faccio, e il PC riparte come nulla fosse; nel senso che non ho nemmeno dovuto fare login, c’erano ancora tutte le finestre aperte da ieri. A questo punto gli chiedo cosa potesse essere successo, e Stepan mi spiega che il tenere premuto così a lungo il pulsante di accensione permette di scaricare tutta l’elettricità immagazzinata nei condensatori e riportare il PC a uno stato “pulito” da cui può riprendere a funzionare. Sarà: la mia conoscenza della fisica è come sempre nebulosa. Però posso dire di avere imparato la tecnica pro per correggere i malfunzionamenti dei pc!

Ultimo aggiornamento: 2021-03-18 09:38

Il solito tempismo

L’anno scorso avevo una prenotazione per una visita oculistica di controllo, che si è persa come lacrime nella pioggia causa Covid. Alla fine mi sono fatto fare una nuova impegnativa e sono andato a ottobre in un’altra struttura.

Ieri mattina mi è arrivato questo SMS:

ASST Nord Milano: se è ancora interessato alla prenotazione n xxxxxxx del 08/05/20 08:40 presso POLIAMBULATORIO LIVIGNO, sospesa a causa del Covid, risponda “SInnnn” entro il 13/03/21 e verrà ricontattato; se non interessato risponda “NOnnnn”

(i numeri sono stati cancellati per sicurezza).

Che ne dite? Devo congratularmi con la sanità lombarda per non aver perso la mia prenotazione?

Mi hanno sbattuto giù il telefono in faccia

Erano vari giorni che sul fisso arrivavano sul nostro numero fisso delle telefonate registrate che promuovevano il Folletto. Solo che rispondeva Anna e buttava giù. Sabato mattina ho invece risposto io e ho aspettato la fine del messaggio, che diceva “se volete parlare con un operatore, premete 5”. In fin dei conti se ti vogliono vendere questi aspirapolveri dovrai ben parlare con qualcuno, no?

Premo 5, e la chiamata passa a un’altra linea. Io taccio. Una voce femminile parla: “Pronto?” Io: “pronto”. Lei: “La signora è in casa?”. Io: “No. Mi passerebbe il suo supervisor?” Lei: “Che c’entra?” Io: “Senta, lei non sa nemmeno con chi sta parlando [per la cronaca, il nostro numero non è mai entrato negli elenchi telefonici, ma visto che è stato riciclato lo si trova sui vecchi elenchi anche in CD-ROM]. Allora, mi passa il suo supervisor?” “Guardi che io sto lavorando da sola! [Possibile, ma irrilevante]”. Stavo dicendole “bene, tolga questo numero dalla sua lista” e mi ha buttato giù il telefono. Non è un po’ maleducato?

PS: notate il sessismo implicito. Un maschio non può avvicinarsi agli aspirapolvere.

Nuova vita per Fantamatematica!

copertina Come probabilmente ricordate, alcuni anni fa avevo curato una collana di ebook per 40K. La collana si chiamava “Altramatematica” e raccoglieva appunto tanti libretti che parlavano di matematica fuori degli schemi standard. La collana è uscita fuori catalogo – sì, può capitare anche per gli ebook, non l’avrei mai creduto prima… – e quindi noi autori abbiamo di nuovo i diritti sulle nostre opere, e stiamo cercando nuove strade per la pubblicazione.

Io avevo scritto tre librini: Alfabeto matematico, di cui devo ancora decidere la sorte; Matematica e infinito, che penso di rifare da capo prima o poi, e Fantamatematica. Quest’ultimo era una raccolta di undici microracconti di ambientazione matematica. Casualmente qualche settimana prima della scoperta della dismissione della collana il mio amico Salvatore Mulliri mi aveva chiesto se avessi in mente di scrivere ancora fantascienza per la sua casa editrice virtuale Forevera; a questo punto avevo già pronto il materiale, e così è ora disponibile su Amazon la nuova edizione di Fantamatematica, con copertina magistramente disegnata da Salvatore.

Rispetto alla vecchia versione, il prezzo dell’ebook è sceso a un euro e mezzo; esiste una versione cartacea, per gli amanti del profumo della carta, che costa 7 euro (tranne in Francia, dove per problemi di arrotondamento IVA è solo 6,99…); ho aggiunto un dodicesimo raccontino (con involontario protagonista mio figlio Jacopo…) e soprattutto una lunghetta appendice in cui parlo della matematica in fantascienza. Non ci crederete, ma non è che sia poi così comune, anche se ci sono alcuni racconti che sono diventati dei classici. Non esiste un epub perché non ho nessuna idea di come vendere un epub autoprodotto.

E già che ci siete, date un’occhiata agli altri libri di Forevera!

Ultimo aggiornamento: 2021-03-02 16:41

Sì, sono un maleducato

Chi mi conosce sa che io e Facebook non andiamo troppo d’accordo. Il redesigning di questo autunno mi ha aiutato a usarlo ancora di meno, e di questo sono grato a Zuckerberg. Ogni tanto però lo apro, e ogni ancora più tanto vado a dare un’occhiata se ci sono richieste di contatto. (Ah, dimenticavo di aggiungere che io non ho mai installato Messenger). Le richieste che mi arrivano sono di tre tipi. Il primo dovrebbe essere comune a tutti: signore/signorine come la sedicente Latoski Tamara che mi scrive

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seguita da un link a una pagina di Facebook. Queste sono banali da gestire, nel senso che se ne staranno lì per sempre: anche quando l’account viene cancellato il messaggio continua a restare.

Quelle di cui però mi interessa parlare sono quelle del secondo tipo, con una persona che scrive cose tipo “ciao Maurizio”, o l’ultima di una decina di giorni fa:

Ciao Maurizio, potrei parlarvi?

Come ho scritto nel titolo, io sono maleducato e non rispondo mai a questi messaggi. (Per la cronaca, il terzo tipo di richieste sono quelle che scrivono cosa vogliono da me). La ragione di tutto questo dovrebbe essere chiara a chi mi conosce. Contattarmi non è per nulla difficile: basta entrare sul mio sito e c’è un link. Non ho nessun problema a rispondere a chi mi chiede cose di matematica: non è detto che io sappia o possa rispondergli nel merito, ma un cenno di risposta non lo nego. Il problema è un altro. La mia esperienza mi dice che questo tipo di richieste mi arrivano da gente che vuole lamentarsi di qualche sopruso nei loro confronti fatto su Wikipedia. In quest’ultimo caso il plurale è un chiaro segno, a meno che non si tratti di un nostalgico del Ventennio: e comunque quando uno si definisce nel profilo “influencer at Instagram” non è difficile immaginare dove voglia andare a parare.

Bene. Anche se io avessi chissà quale potere sulle voci di Wikipedia, tu non vieni a chiedermi su Facebook di fare qualcosa su Wikipedia, esattamente come non vieni a casa mia per chiedermi cose sul mio lavoro. E se proprio vuoi chiederle, le chiedi direttamente nel post, senza cercare di fare il piacione con un saluto. È vero che poi ti rispondo “questa è roba di Wikipedia, non di Facebook”, ma ti rispondo. Mi insulterai perché non ti rispondo? Sopravviverò alla disperazione.

Detto tra noi, non mi è mai capitato di qualcuno che insistesse a scrivere. Secondo me vanno a strascico, e cuccano qualche altro wikipediano. Peggio per tutti loro :-)

Ricette elettroniche non mie

Venerdì mattina mi arriva una mail da notifiche.idpc@regione.lombardia.it con testo: “La informiamo che per il cittadino nato il [la mia data di nascita] è disponibile una nuova ricetta specialistica con il seguente codice: [un codice ricetta]. Mi collego al fascicolo sanitario elettronico e in effetti c’è una ricetta per me: una visita dermatologica per “rimozione di lipoma tessuti molli retrauricolari sx” emessa per l’appunto quel giorno da un medico mai sentito (che tra l’altro avrebbe anche cessato l’attività l’anno scorso). Ho chiamato il numero verde regionale, mi ha risposto Antonio che prima mi ha detto di contattare il mio medico di base, e al mio commento “che c’entra lui?” mi ha chiesto numero di ricetta e mio codice fiscale. A quel punto la linea è caduta e ho deciso che o era volontà divina oppure volontà umana, ma la questione non era più di mio interesse.

Posso dire che forse c’è qualche piccolo problema gestionale nella sanità lombarda?

Pausa caffè in tante lingue

Una pausa caffè in turco, italiano, russo, cinese Come probabilmente sapete, Matematica in pausa caffè è stato il mio maggior successo editoriale, se di “successo” si può parlare in una nicchia di mercato.

Nella foto qui a fianco potete vedere la seconda edizione italiana con a fianco le edizioni in turco, cinese e russo. Devo dire che non avrei mai creduto possibile una cosa del genere, e bisogna dare merito a Stefano Milano, che era direttore editoriale di Codice e soprattutto il mastino per la cessione dei diritti all’estero, per la sua spinta propulsiva.

Il risultato più interessante di tutta questa storia è che formalmente il libro è definibile come “enciclopedico” per Wikipedia, essendo “stato tradotto in almeno tre lingue e pubblicato in più di un Paese da case editrici non a pagamento o di autopubblicazione”. (Ho controllato: il criterio era fondamentalmente lo stesso prima che io cominciassi a scrivere il libro, quindi non c’è conflitto di interessi). No, grazie, non mi interessa essere su Wikipedia, però volete mettere?