Archivi categoria: informatica e AI

ladri di byte

Non sono nato ieri, e so perfettamente che quando si misurano le memorie di massa le unità di misura non sono quelle binarie (1K=1024, 1M=1048576, eccetera) ma quelle decimali.
Però mi fa abbastanza specie che la chiavetta Kingston DataTraveler® G4 da 16 GB abbia una capacità di 15.711.879.168 byte. E il resto?

Ultimo aggiornamento: 2014-02-25 10:46

La grande bellezza

Per dare un po’ di gioia a Guia Soncini (che è già uscita con uno dei suoi amabilissimi commenti prima ancora che io mi mettessi a scrivere qualcosa… mica posso deluderla) mi sono deciso a leggere e commentare questo post di Massimo Mantellini che racconta della sua ricerca negli inferi delle pagine di risultati di una ricerca di Google. A Mantellini pareva di ricordare che quando il film era uscito le recensioni fossero state molto schierate (o estremamente positive o estremamente negative), ma i primi risultati non erano quelli che voleva lui e quindi è dovuto andare sino alla ventesima pagina. Bene. Ho provato anch’io a fare la stessa ricerca (“la grande bellezza”, senza le virgolette) e ho avuto risultati simili, tranne che il suo post adesso è nella top ten. Peccato che questo non significhi nulla, se non che in effetti gli algoritmi di Google ogni tanto hanno delle pecche (e sarebbe divertente scoprire dove *questo* mio post si situerà: qualcuno vuole fare la prova?) Ecco perché la cosa non significa nulla, almeno a mio parere.
(1) Google non sa cosa voglio cercare (beh, non è proprio vero, ma di quello ne parlo dopo). Tanto per dire, fino a stamattina la frase “La grande bellezza” a me non diceva proprio nulla: è tanto se sapevo che l’ultimo film di Sorrentino, qualunque fosse il suo nome, era entrato nella short list dei nove film stranieri tra cui verrà scelta la cinquina. (Occhei, a me il cinema interessa zero, ma quello è un mio problema). Di per sé, il fatto che Google abbia “capito” che si parlasse del film è un grande risultato.
(2) Scordatevi tutte le palle che avete sentito sui motori di ricerca semantici. Non funzionano, scommetto che non funzioneranno nei prossimi cinque anni, e scommetto che tra cinque anni potrò rifare la stessa identica scommessa. Gli algoritmi di Google funzionano secondo tecniche di tutt’altro tipo (fondamentalmente statistiche su quantità enormi di dati): è sempre stato così e le cose non cambieranno presto. Non è un caso che tra i primi link ritornati da una ricerca ci sia quasi sempre la voce di Wikipedia al riguardo e che in alto a destra di questa ricerca particolare ci siano i siti di recensioni cinematografiche: l’unico modo che Google ha per inserire della “semantica” nei suoi risultati è decidere a priori che certi siti sono semanticamente importanti in assoluto (Wikipedia) o in relativo (se statisticamente La grande bellezza è un film, allora si evidenziano i siti che recensiscono film)
(3) Non è nemmeno strano che ci siano le ultime notizie dei media e non quelle uscite a suo tempo. Perché io che faccio una ricerca oggi dovrei essere più interessato al passato che al presente? E se la gente clicca sui siti dei media, perché Google non dovrebbe indicizzarli più che altri siti snobbati? (a parte naturalmente perché gli editori non lo vogliono… mai capito perché non facciano un opt-out esplicito sullo spider di Google, è banalissimo) (no, lo capisco benissimo, tranquilli). In effetti nelle opzioni di ricerca avanzata manca una spunta “elimina le voci più recenti di tot”, ma non saprei in quanti la userebbero.
(4) In realtà Google sa fin troppe cose di noi che non siamo i suoi clienti ma i suoi fornitori (di dati): quindi, se Mantellini cercasse spesso recensioni, le recensioni dovrebbero salire in alto nei risultati della *sua* ricerca. Non so se ipotesi e tesi siano vere, però.
(5) Riprendendo il punto 2: come fa Google a immaginare che Mantellini (o chiunque altro) voglia comunque vedere le recensioni negative e non solo le positive, e voglia vedere le recensioni “della rete” (qualunque cosa voglia dire) e non quelle dei siti specializzati? Per il secondo punto, ricaschiamo sul modello statistico: al 99% delle persone che vogliono leggere una recensione di quel film importuntubo che Leonardo ne avesse parlato a suo tempo. Per il primo punto, per non saper né leggere né scrivere avrei fatto una ricerca “la grande bellezza recensioni negative” (che tra l’altro mi appare prima di finire la frase, il che significa che non sono l’unico ad avere avuto questa brillante idea). I risultati, da una mia veloce scorsa, non saranno il massimo: ma abbiamo tolto Wikipedia, abbiamo tolto giornali e affini, abbiamo mandato molto in giù i siti di cinema mainstream. Certo, poi possiamo discutere sulla qualità delle pagine che vengono ritornate: ma ancora una volta non esiste un modo di valutare automaticamente la qualità di una pagina, ma solo la sua popolarità.
Su una cosa però mi sento di dare ragione a Massimo. Nell’ultimo anno o due c’è un forte inquinamento di risultati, con una serie di siti fotocopia che incollano lo stesso testo (anche in ispregio al copyright, ma non è di quello che voglio parlare). Dieci anni fa questo non succedeva per l’ottima ragione che non capitavano così spesso queste scopiazzature. Il guaio è che l’algoritmo che trova “le pagine simili” non sta funzionando così bene come un tempo, e Ciò È Male… anche se poi basta saper fare bene la ricerca e tutto si rimette a posto.
In definitiva? L’internauta comune dovrà reimparare a fare ricerche. Se non ci riuscirà, peggio per lui.

Ultimo aggiornamento: 2013-12-31 14:22

ah, questi anonymous…

Nello scorso weekend Friendfeed è stato fondamentalmente giù. In realtà alcuni fortunati che usavano strane interfacce continuavano a usarlo, e io per esempio ricevevo su Google Talk i messaggi diretti a me (ma non potevo rispondere, perché quel sistema non funziona più da anni). Quando poi il tutto è ripartito, gli amichetti hanno scovato questo post, che mostrava come uno dei tanti sedicenti Anonymous si fosse vantato su Twitter di aver buttato giù “one of the biggest social networks” (hahaha!) contro la censura che esso opera. Nel post l’autore sembrava essere convinto che il sedicente Anonymous non avesse capito che la “censura” fosse semplicemente la sua incapacità di capire che la ricerca all’interno di Friendfeed non funziona da una vita; leggendo però questo thread si direbbe che p01yN0Nym0u5 abbia effettivamente visto cancellato il suo account precedente per spam. Cosa si può dedurre da tutto questo?
– esiste ancora qualcuno che ogni tanto dà un’occhiata alle segnalazioni di spam su Friendfeed, il che significa che a Facebook sanno che Friendfeed esiste.
– sapere che esiste ancora non significa che Friendfeed sia seguito specificatamente da qualcuno: per farlo ripartire si è dovuto trovare un amico-di-amico che sapesse quale bottone schiacciare.
– fare un attacco DDoS è alla portata di qualunque imbecille (e uno convinto che Friendfeed sia un grande social network *è* imbecille, oppure si è fumato roba non troppo buona)
Non so quale sia l’opzione più deprimente.

Ultimo aggiornamento: 2013-11-25 11:47

la password persa

Ieri mattina mi è stato dato un link di condivisione a un documento GDrive, ma non al mio solito indirizzo email bensì a quello che uso per le cose di Wikipedia (wikimau, sai che fantasia). Quando dopo un po’ ho capito perché non riuscivo a editare il documento, ho pensato “nema problema, cambio account”. E ho scoperto che non mi ricordavo più la password di quell’account; password che era identica a quella del mio account principale prima che cambiassi (almeno due volte) quest’ultima. In realtà non so se mi ero mai connesso a quell’account dopo la creazione: avevo infatti settato le mail perché arrivassero al mio principale, e da lì potevo rispondere come wikimau.
Bene, mi dico, facciamoci rimandare la password. Peccato che quella casella fosse così arcaica che non avevo messo il mio numero di telefonino per farmela inviare. Peccato che l’opzione “manda la password all’email di sicurezza” rimandasse a m**@s******.com: m** era sicuramente mau, ma s****** mi era ignoto. Faccio tutto il giro dell’interrogatorio di terzo grado: so rispondere alla domanda da me prestabilita (la risposta è sempre la stessa), ma devo aver sbagliato qualcos’altro, perché mi sbertuccia. Nel frattempo ricordo cos’è s******.com: è spambob.com, che non esiste più da una vita.
Cerco disperatamente di capire se ci sia un modo per contattare Google – in fin dei conti basta che mi mandino la password al mio indirizzo wikimau e la posso leggere, no? – ma non trovo nulla di nulla. Sto per darmi per vinto, quando all’improvviso mi rammento qual era la password: la digito e finalmente entro, scoprendo che non la toccavo da soli sette anni.
Morale: ricordatevi le password :-) (sì, ho rimesso a posto tutte le password di queste email ausiliarie, e già che c’ero verificato che il telefono fosse indicato. Mi sono arrivati tanti di quegli sms…

Ultimo aggiornamento: 2013-10-03 22:13

Com’è gentile Windows8

Non so perché, l’altro giorno il PC di Anna si è improvvisamente bloccato. Dando un’occhiata con i potenti mezzi della tecnica (una chiavetta con Linux Live) ho visto che i dati utente c’erano ancora, mentre la partizione di sistema era – per usare un termine tecnico – sminchiata. Mentre sto cercando di capire cosa diavolo stia succedendo, ho reinstallato Windows 8 dalla partizione di recupero: sono stato favorevolmente colpito dallo scoprire che perlomento mi sono trovato sul desktop un file con la lista del software che non mi era stato reinstallato :-)
(invece Office 2013 che devo scaricare tutto online è IL MALE)

Ultimo aggiornamento: 2013-09-23 19:19

privacy

Ho appena ricevuto un’email che inoltrava un’altra mail. Quest’ultima terminava con questa nota:

NB: il presente messaggio e’ riservato. Qualora lo aveste ricevuto senza essere uno dei destinatari indicati dal mittente, avete l’obbligo di eliminarlo in quanto l’utilizzarlo (incluso trattenerlo, diffonderne anche in parte il contenuto, inviarlo ad altri soggetti) costituirebbe atto illecito anche rispetto alla normativa sulla privacy.

Peccato che quel messaggio fosse un comunicato stampa, cioè una notizia che voleva non essere riservata. Secondo gli intelligentoni che hanno scritto il messaggio (o più probabilmente gli intelligentoni che gestiscono l’IT dell’ente pubblico in questione e non hanno preparato una regola di mail che non aggiunga quel footer agli indirizzi istituzionali ma lo faccia solo a quelli del personale) io non potrò parlare di quell’evento, perché sarebbe un illecito.
Ovvio, no?

Ultimo aggiornamento: 2013-09-18 09:58

non sappia la destra cosa fa la sinistra

No, non sto parlando del parlamento italiano, dove la sinistra d’altra parte non c’è (no, scusate, mi stavo confondendo con la legislatura passata).
Molto più semplicemente, la scorsa settimana mi sono accorto che uno dei blog che leggo veniva bloccato dai BOFH locali. Non riuscivo bene a capire che cosa quel blog avesse di così esiziale, ma ho imparato da decenni che in questi casi non ha senso mettersi a cercare una ragione: si subisce e basta.
Però ieri mi sono accorto che se invece di Firefox usavo Chrome il blog appariva tranquillamente. Naturalmente non è colpa del browser: molto più semplicemente i due browser stavano usando due proxy diversi. Entrambi i proxy sono aziendali, il secondo (quello usato da Chrome) dovrebbe essere il più protetto, anche se non ho mai capito esattamente la divisione. A questo punto ho come l’impressione che ci siano due gruppi informatici distinti che gestiscano i firewall… non ci sarebbe nulla di strano :-)

Ultimo aggiornamento: 2013-09-13 07:00

Pubblicità nascosta nelle ricerche Google?

No, non sto parlando di risultati sponsorizzati. Quelli si riconoscono.
Semplicemente, da alcuni giorni mi capita che se faccio egosurf col mio “cognome nome” tra i risultati esce fuori https://plus.google.com/+BBCNews‎ . Verificate (così magari vedete se è un problema mio). Inutile dire che BBCNews non parla di me né di miei omonimi (magari cita ogni tanto Lorenzo Codogno, ma appunto non Maurizio. E allora come mai? Mistero.

Ultimo aggiornamento: 2013-09-09 07:00