Archivi categoria: curiosita’

Intelligenze artificiali sgrammaticate

"evitada"? Io non guardo praticamente mai il “riassunto AI” con cui ormai Google apre i risultati di una ricerca. Ma stavolta mi è capitato l’occhio sulla frase

“la combinazione “EE” è stata evitada per non confondersi con le targhe degli escursionisti esteri”

e mi sono chiesto come faccia un’IA a fare un errore di questo tipo… Per i curiosi, la chiave di ricerca che ho usato è stata (senza virgolette) «targhe automobilistiche italiane».

(PS: se io rileggessi i miei post mi accorgerei dei refusi anche lì: ma ovviamente non lo faccio mai…)

Ultimo aggiornamento: 2025-05-27 22:57

Stocazzo Editore

il logo di Stocazzo Editore
Ho scoperto che al Salone del Libro (al quale non sono andato nemmeno quest’anno, prima o poi ci tornerò…) c’era uno stand di Stocazzo Editore. Poi ho scoperto che c’era già dal 2021. Ho fatto un giro in rete, trovando questa intervista, e naturalmente sul sito, dove si trovano tante informazioni e anche il Porscheometro.

Non ho idea di quanto di quello che Alessandro Sbordoni scrive sia vero e quanto no. Sicuramente “Stavo soffrendo, ma mi hai interrotto” era effettivamente stato pubblicato dalle Edizioni San Paolo, e sicuramente parecchie cose di quello che afferma sulla filiera editoriale sono vere. Posso immaginare che anche se si definisce un ex ricco abbia comunque una altra fonte di reddito che non è questa casa editrice: partecipare al Salone del Libro credo costi parecchio e non hai un ritorno in copie vendute così grande. Per il resto, che dire? Non è poi così strano autopubblicarsi i libri: anch’io ho teoricamente le mie Elettroedizioni Bipunto. Crearsi una SNC è già più particolare, soprattutto considerando che pubblica solo i libri scritti da lui. Magari però qualcuno è curioso e può pensare di comprare qualche suo libro!

“ze neca”

a stra ze neca = una strada verso la morte
Da alcuni giorni gira una storia – non so se questa sia la prima versione apparsa, ma cambia poco – dove i noVax avrebbero dimostrato che il nome del vaccino AstraZeneca contro il Covid è stato scelto apposta, perché in latino “a stra ze neca” significa “una strada verso la morte”. La prova? Basta usare Google Translate (Deepl non ha il latino tra le lingue) e inserire la frase in questione.

Che dire? Che tutto questo è una prova che non far studiare più il latino a scuola rende le persone più stupide. Se avete un vocabolario latino sottomano scoprirete che l’unica parola latina in quella frase è “neca”, che vuole dire “uccidi!” (è un imperativo: “morte”, con poca fantasia, è “mors, mortis”). In latino, “strada” si dice “via, -ae”; “strata” (non “stra”) è attestato come tardo latino (Eutropio è della seconda metà del quarto secolo dC) nel significato di “via lastricata”. Per il resto, “a” non esiste, ma del resto in latino non esiste nemmeno il concetto di articolo; “ze” non solo non esiste, ma la lettera z è un’aggiunta all’alfabeto latino arrivata in età imperiale per i prestiti dalla lingua greca.

E come mai allora c’è questa traduzione? Posso fare qualche supposizione. Innanzitutto Google Translate, come sapete, non ha un insieme di regole per la traduzione ma lavora su base statistica: e non è che ci siano molti testi latini con traduzione in una lingua moderna che può avere usato per l’addestramento statistico, a parte quanto scritto dal Vaticano. Presumibilmente poi usa l’inglese come lingua pivot nelle traduzioni, come si vede dal fatto che “we neca” è tradotto “noi uccidiamo”. In effetti se provate a tradurre in inglese “a stra ze neca” troverete “a road to death”. È possibile che ci sia anche stato un Google bombing: se molta gente (inglese, mi sa, sempre per la storia della lingua pivot) ha inserito come traduzione quella che vediamo, Google la accetta, felice che qualcuno l’abbia aiutato con una lingua poco comune. Per divertimento, io ho messo pollice verso (altro latino…) alla traduzione e suggerito “asino chi legge”. Magari se siete in tanti a seguirmi la traduzione verrà modificata.

Quello che è chiaro è che c’è qualcuno che ha pensato a una cosa del genere, ma soprattutto c’è gente che crede a tutto quello che concorda con le sue opinioni, e che non studiare più nemmeno un po’ di latino di base porta la gente ad accettare supinamente quanto viene detto. Non è che il mio latino sia chissà che cosa, sono più di quarant’anni che non lo pratico più: ma almeno le cose di base le ricordo!

Una curiosità finale: sempre secondo Google Translate, “ze neca” in esperanto vuol dire “molto bello”. Chissà se è vero…

Un libro NON scritto da Leone XIV

l'incipit dell'articolo di Robert Prevost

Sappiamo ormai tutti che Robert Prevost, papa Leone XIV, ha una laurea triennale in matematica presa prima di iniziare la sua carriera ecclesiastica. In questi giorni sono apparsi alcuni post – io l’ho visto per la prima volta su Language Log, che poi ha corretto; in italiano trovate la notizia qui – secondo cui il papa aveva scritto prima un articolo e poi addirittura un libro sulla probabilità e il teismo.

Il tutto è troppo bello per essere vero, e infatti vero non è. O meglio: è vero che un Robert Prevost ha scritto articolo e libro. Però l’affiliazione all’oxoniano Oriel College non mi tornava, così ho sfruttato i potenti mezzi di internet e ho recuperato il testo del libro, dove nei ringraziamenti si legge

I would like to thank especially my parents, Dr and Mrs R. W. Prevost, Jr., whose support and encouragement made this essay possible.

Il padre del papa si chiamava Louis Marius Prevost, non “R. W.”: insomma si tratta di un caso di omonomia. Possiamo al più chiederci quali fossero le probabilità a priori e a posteriori che due persone si chiamino allo stesso modo e abbiano entrambe gli stessi interessi (religione e matematica, un binomio non proprio comunissimo). Così ad occhio la coincidenza è davvero incredibile; ma magari il fatto che di cognome facciano “Prevost” ha aiutato :-)

(oh, se Corriere o Repubblica usciranno con la “notizia” del libro scritto dal papa, i miei ventun lettori avranno un vantaggio competitivo!)

Ultimo aggiornamento: 2025-05-10 22:41

Attenzione a scrivere a Harvard

la prima pagina della lettera "corretta" da Harward Ieri si è parlato molto di una lettera spedita dal dipartimento federale americano per l’educazione (ma non doveva essere smantellato?) all’Harvard University nella quale Linda McMahon dice al rettore dell’università che non riceverà più fondi federali fino a che non seguirà le nuove regole trumpiane. Se ne è parlato non tanto per il contenuto della lettera, quanto perché sono apparse delle versioni, ufficiosamente fatta partire da Harvard, dove la lettera è stata commentata… indicando tutti gli errori grammaticali in essa presenti. In figura vedete la prima pagina.

Vero o falso? La lettera è indubbiamente stata inviata e il contenuto è quello svarioni compresi, a meno che qualcuno abbia bucato l’account Twitter di McMahon e fatto fessi anche quelli di Fox News. Potrebbe essere possibile che le correzioni arrivino ufficiosamente da Harvard – non sono così stupidi da pubblicizzare un atto del genere, quindi nel sito dell’università non si trova molto – ma la mia ipotesi è che le correzioni siano state fatte da qualcuno in rete e lanciate come una specie di meme. Il risultato non cambia molto, del resto: stiamo sempre parlando di un funzionario del dipartimento dell’educazione (per essere buoni e non pensare che sia farina del sacco di McMahon, anche se sarei pronto a scommettere a favore di questa ipotesi) che non è in grado di scrivere in un inglese formalmente (e non solo: “systemic” al posto di “systematic” è proprio un errore) corretto. Nulla di così strano, purtroppo, e non credo che a chi ha votato Trump la cosa importi più di tanto, anzi.

Quello che mi preoccupa è invece che Harvard abbia dovuto creare un corso di recupero di matematica (“remedial math course”) perché troppe matricole non sapevano nulla, nemmeno rispetto alle lasche richieste dei college americani. Fox ovviamente la butta in politica, ma anche in questo caso io credo che non sia tanto importante il perché, quanto il fatto che qualcosa del genere sia necessario. La china sta diventando sempre peggiore.

Come sprecare soldi (European version)

Mercoledì la mia collega che era in ufficio mi scrive sulla chat aziendale e mi dice che nella posta interna ha trovato una busta per me, e me l’avrebbe lasciata nell’armadietto. Ieri sono arrivato in ufficio e ho aperto la busta: c’era l’ultimo numero della rivista cartacea Eurescom Message. Ora, nello scorso millennio avevo partecipato a un progetto EURESCOM, mentre ero ancora in CSELT. E in effetti l’indirizzo di spedizione è

Mr. Maurizio Codogno
TELECOM ITALIA LAB
CA/IM
Via G. Reiss Romoli 274
10148 Torino
ITALIEN

(Eurescom è tedesca, se vi chiedeste il perché dell’Italien)
Ora mi faccio un po’ di domande.
(1) Quell’indirizzo di lavoro ce l’ho avuto dalla fine del 2000 a metà 2001: prima Telecom Italia Lab era Cselt, poi me ne sono andato a Milano in Saritel. Come è possibile che nessuno abbia eliminato quell’indirizzo?
(2) La rivista è semestrale, ma questo è il primo numero che mi arriva. Chi diavolo si è accorto dopo un quarto di secolo che io sono un dipendente TIM e si è preso la briga di cercare il mio attuale indirizzo? Tra l’altro, la cosa non è nemmeno così banale: Outlook indica l’indirizzo della mia sede, ma la posta interna deve venire inviata a un indirizzo diverso (la via d’angolo, il palazzo dove lavoro occupa buona parte di un isolato).
(3) Perché nel 2025 si mandano ancora riviste cartacee su argomenti che si leggono molto meglio in digitale?

Ultimo aggiornamento: 2025-03-26 22:22

Illegal Product da AliExpress

il prodotto illegale Ogni tanto mi capita di comprare della paccottiglia da AliExpress (sono confrontabili con la paccottiglia che prenderei in Italia e costano meno della metà).

Mi sono arrivate due copie (la prima cominciava con “Estimado cliente”, magari qualcuno si è accorto che anche quella frase doveva essere in italiano) di un messaggio dal titolo “Notifica per i clienti in merito a un prodotto acquistato potenzialmente problematico” con questo testo (più tanta fuffa che vi risparmio):

Abbiamo identificato un potenziale problema di non conformità in un prodotto che hai acquistato di recente. L’ID dell’ordine è [REDACTED], il nome del prodotto è Bike Bicycle Light USB LED Rechargeable Set Mountain Cycle Front Back Headlight Lamp Flashlight Cycling Safety Warning Light e la causa del potenziale problema è Illegal Product.

Il prodotto in questione sarebbe questo, se si potesse vedere da un account italiano: ma direi che assomiglia sospettosamente a questo (che tanto non è comunque acquistabile).

Le curiosità che non riuscirò a soddisfare sono almeno due. La prima, e più banale, è “ma cosa vuol dire che è un prodotto illegale?” La seconda, un po’ più sofisticata: Io ho fatto quell’acquisto il 18 febbraio. Del 2023. Se ne sono accorti dopo due anni? E che cosa potrei fare ora, anche se ci fosse qualcosa che non andava? (credo sia ancora impacchettato da qualche parte, tra l’altro: sulla bicicletta ho dei fari più seri)

Ultimo aggiornamento: 2025-03-20 09:25

Dopo un po’ mi avvisano anche

Vi ricordate che una decina di giorni fa avevo scritto alla BBC sul titolo di un articolo che era a mio avviso fuorviante, e poche ore dopo il titolo era stato modificato? Martedì sera, quindi una settimana dopo la mia segnalazione, è arrivata anche la risposta ufficiale. La risposta è molto aziendale, del tipo “abbiamo ragione noi, ma per stavolta l’abbiamo fatto”:

«Headlines are not intended to be read in isolation, or to stand alone as a piece of content. They lead the reader into the story, which should be considered in full for the comprehensive account. However, the headline in question has been amended to ‘Over 50% of adults worldwide predicted to be obese or overweight by 2050.’»
Seguono dei pezzi precotti, su come la BBC scrive gli articoli, che terminano con l’altra sviolinata aziendale

«We very much value your feedback. Complaints are sent to senior management, and we’ve included your points in our overnight reports. These reports are among the most widely read sources of feedback in the BBC. This ensures that your concerns have been seen by the right people quickly and helps to inform decisions about current and future content.»

e una curiosità che magari può interessare qualcuno:

«If you’d like to understand how your complaint is handled at the BBC, you might find it helpful to watch this short film https://www.bbc.co.uk/contact/complaints. It explains the BBC’s process for responding to complaints, what to do if you aren’t happy with your response and how we share the feedback we receive.»

Mi stupisce questo iato tra le operazioni compiute e la restituzione del feedback, ma chi sono io per giudicare?

Ultimo aggiornamento: 2025-03-13 14:32