Ho capito perché Trump voleva a tutti i costi che la tregua tra Israele e Hamas (l’ottava pace nella sua presidenza?) fosse firmata domenica scorsa: il comitato che assegna il Nobel per la pace ha preso la sua decisione lunedì mattina.
D’accordo: quel Nobel l’ha preso persino Obama (e non sapete quanto mi costi concordare con Rampini…) Ma darlo a qualcuno che ha fatto sua la massima “si vis pacem, para bellum” – vedi ICE e le truppe della Guardia Nazionale nelle città dem – mi sembra esagerato. E lo so che anche Berlusconi avrebbe tanto voluto il Nobel per la pace, ma mi pare che Trump ne sia davvero ossessionato. Non vorrei essere nei panni dei norvegesi tra qualche ora, dopo l’annuncio dell’assegnazione…
su un giornale svizzero è uscita una vignetta sul tipo di sostegno alla sua candidatura che potrebbero dare Oslo e Stoccolma dopo essere state colpite dai suoi dazi.. :))
Mah, strano però che il comitato non abbia deciso in agosto o settembre come al solito. Quanto al tale candidato, magari è come il tema di maturità in cui l’argomento del momento esce l’anno dopo.
Per il resto non vedo proprio ostacoli: gli elenchi dei passati vincitori dimostrano che assolutamente chiunque può godersi una bella cenetta etnica anche senza acquistare mobili da assemblare.
ma il Nobel per la pace è l’unico che non richiede di assemblare mobili!
Quel premio ti dà diritto ad una cenetta svedese mica male.
Mentre tutti i perdenti desiderosi di papparsi per un piatto di polpette e salmone devono recarsi al noto negozio…
no, *quel* premio ti dà diritto al salmone norvegese. Gli altri premi con lo stesso nome ti danno diritto alla cenetta svedese.
Ach, povero! Hai ragione, niente salmone buono. Per di più sconfitto sul campo di battaglia da una pacifica sostenitrice di un democratico intervento militare da parte dell’esercito di pace che il tapino conduce alle vittorie!
Polpette per tutti!
Sentivo stamattina dal portavoce del premio, che il Nobel per la pace si riferisce all’anno precedente quello di assegnazione: viene stilata una lista (pare che quest’anno ci fossero più di 300 nominativi) di persone che si sono distinte particolarmente per attività nell’anno precedente (e, come hai scritto, la decisione per quest’anno è stata presa lunedì).
A fine agosto ho visitato il Centro Nobel per la Pace ad Oslo (non imperdibile): colpisce quanti premi siamo stati assegnati a persone che successivamente hanno avuto comportamenti in contrasto con la filosofia del premio o il cui operato complessivo non regge ad un’analisi critica ex-post (non solo gli americani citati da Rampini).
Viste tutte le cantonate prese in passato mi chiedo come mai non viene presa in considerazione l’idea di escludere i leader che guidano le nazioni dal Nobel per la Pace. In fondo chi guida una nazione difficilmente può essere al di sopra delle parti ed inoltre il suo operato e le sue decisioni per necessità del ruolo non sempre si svolgono alla luce del sole e per ultimo ricordiamo che per un serio giudizio storico occorre che sia passato qualche decennio.
Immagino che sia la stessa logica per cui mille anni fa si sono santificati alcuni sovrani: il potere conta sempre.