Leggo su Urbanfile che finalmente a Torino hanno messo mano alla sistemazione di Piazza Baldissera. Per i non torinesi: quando ero giovane e vivevo a Torino, piazza Baldissera era uno snodo abbastanza importante, con la stazione ferroviaria di Torino Dora, la ferrovia per Milano che correva sopraelevata e un sovrappasso in direzione ovest-est con la buffa caratteristica di avere una rotonda al suo interno. Poi ci sono stati i lavori per il passante, il sovrappasso è stato buttato giù mentre si interravano i binari e si facevano diventare corso Principe Oddone e corso Venezia delle arterie a tre corsie (prima ne avevano una…). Il tutto creando una grande rotonda ed eliminando i semafori preesistenti.
Il piccolo guaio, come scrissi al tempo sul Post (copia qui), è che gli urbanisti non avevano mai sentito parlare del paradosso di Braess: aggiungere capacità a una strada può portare ad aumentare il tempo di percorrenza (per chi ha studiato un po’ di teoria dei giochi, ciò è dovuto all’esistenza di un equilibrio di Nash subottimale: in altre parole, a nessuno singolarmente conviene tornare ai vecchi percorsi ma bisognerebbe che ci si mettesse tutti d’accordo.) E in effetti i chilometri di coda a quella rotonda erano diventati la norma, tanto che alla fine si era addirittura ristretto l’accesso da corso Venezia per ridurre un po’ il traffico da quella direzione. Le code c’erano comunque, garantisco.
Finalmente, dopo anni di polemiche e di studi del Politecnico, sono partiti i lavori. Torneranno i semafori, che spergiureranno essere “intelligenti” e adattarsi alle condizioni del traffico – non ci credo, ma tanto di traffico ne arriva da tutte le parti – e soprattutto tornerà il tram, che non farà la rotonda come per esempio in largo Grosseto ma taglierà la piazza a metà come in piazza Derna: anche gli ingegneri ci arrivano. (Nota: l’articolo di Urbanfile è sbagliato. Il tram che tornerà è il 10, non l’1, e da via Cecchi finirà in via Stradella come faceva già prima dei lavori, non in corso Venezia).
Certo che se qualcuno ci avesse pensato prima si sarebbero risparmiati dei bei soldi: ma si sa che la matematica non conta nulla!
@notiziole WOW, SETTE alberi!
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però lì dietro c’è il parco della Dora, almeno un po’ di verde c’era già.
@notiziole Non so se le isole di calore possono usare i crediti ambientali dai parchi vicini
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Non vedo perché pensarci prima sarebbe stato un beneficio. Ah già, non tutti vendono cemento e lavori edili!
(Curioso però che gli stessi scienziati che avevano giustificato il rotondone, tanto caro a taluni politicanti, ora sono impegnati a risolvere i problemi che crea. E il tutto dopo aver già mostrato ampie competenze algoritmiche e psico-sociali con rifiuti e trasporti pubblici. A quanto pare è più facile piantare un nugolo di semafori nel cemento che mettere una sola persona capace al posto giusto.)
A mio modesto parere tutti i problemi sono nati dall’aver voluto interrare Torino Dora FS, invece che, come da progetto iniziale, lasciare i binari in superficie da corso Cirie’ a via Pont, ed anche poi aver eliminato la sopraelevata. Non si sarebbe dovuto ricollegare la Torino Ceres alla rete FS sotto corso Grosseto, ma sarebbe bastato sistemare gli scambi per poter arrivare a Porta Susa. Adesso ci si ritrova con un tunnel ferroviario inutilizzato, senza la stazione Dora FS e la stazione Dora Satti inutilizzata, assieme a quella di Madonna di Campagna.
In ogni caso va detto che in quel punto era previsto che ci fosse un incrocio semaforico, nei progetti iniziali e poi quelli senza Dora FS, con i semafori sincronizzati a quelli di via Chiesa della Salute e via Cigna.
lasciare i binari in superficie si poteva forse fare (c’è ancora tutto lo spiazzo libero) ma sarebbe comunque rimasto il nodo di piazza Baldissera.
Non credo che riusciranno mai a riciclare il tunnel per il revamp del 12, le normative per i tram sono troppo diverse da quelle per i treni.