La scuola secondo Valditara

Lo sapete, a me non piace commentare sui commenti, quindi sono andato a leggere l’intervista del Ministro dell’Istruzione e del Merito. È apparsa sul Giornale, quindi pubblico amico, quindi posso immaginare che il suddetto ministro abbia avuto la possibilità di rivederla per correggere eventualmente le parti del suo pensiero che non erano state espresse in modo corretto. Vediamo dunque che c’è scritto.

Chiaramente non è possibile ricavare da un’intervista come saranno effettivamente declinate le indicazioni per le scuole (non sono programmi obbligatori da un pezzo), ma ci sono punti almeno teoricamente condivisibili, tipo «Sin dalla prima elementare avvicineremo i bambini alla musica, alla sua comprensione, alla civiltà musicale». Sono anche d’accordo, al di là della pessima retorica usata, sul concetto alla base di

La cultura della regola inizia dallo studio della grammatica. In particolare, è importante trasmettere all’allievo, fin dall’inizio, la consapevolezza del valore della correttezza linguistica e formale, dell’ordine e della chiarezza nella comunicazione. La chiarezza deve essere presentata come una forma di autocontrollo e anche di un doveroso impegno verso l’altro».

È vero che si può comunicare anche in modo sgrammaticato, ma questo corrisponde a un impoverimento che poi si ripercuote a catena ovunque. È vero che molte regole grammaticali sono speciose, ma ciò non significa che si possa costruire una frase a piacere; ci sono vincoli sintattici e semantici che ci aiutano a rendere più chiaro il nostro pensiero.

Invece non capisco per nulla la logica del reintrodurre il latino alle medie, o meglio, usando le parole del ministro,

«Pensiamo di reintrodurre opzionalmente elementi di latino già dalle medie, dalla seconda per la precisione, per numerose ragioni: apriamo le porte a un vasto patrimonio di civiltà e tradizioni; poi rafforziamo la consapevolezza della relazione che lega la lingua italiana a quella latina. E poi c’è il tema, importantissimo, dell’eredità».

Io sono stato uno degli ultimi studenti ad avere in seconda media la materia “italiano ed elementari conoscenze di latino” e in terza media latino come materia facoltativa (che ho seguito). Sono anche dell’idea che togliere il latino dagli scientifici, come ormai va di moda, sia un errore: non tanto perché il latino “insegnerebbe il pensiero logico”, cosa che si può fare in tanti modi, quanto perché permette di capire meglio non solo l’italiano ma anche tante lingue europee. Ma in seconda e terza media non capisci assolutamente nulla, e quello che tempo rimarrà con la riforma è una patina classista nelle scuole per fighetti.

Non mi è poi chiaro cosa significhi “verrà abolita la geostoria nelle superiori”, visto che tra l’altro questa riforma è solo fino alla secondaria di primo grado cioè le medie. Di nuovo, leggiamo il testo:

La storia diventa la scienza degli uomini nel tempo. L’idea è di sviluppare questa disciplina come una grande narrazione, senza caricarla di sovrastrutture ideologiche, privilegiando inoltre la storia d’Italia, dell’Europa, dell’Occidente. Di più, nella scuola primaria l’insegnamento verterà anche sullo studio del nostro patrimonio storico. Negli ultimi due anni, in particolare l’attenzione si concentrerà sui popoli italici, le origini e le vicende dell’antica Grecia e di Roma, le loro civiltà, i primi secoli del Cristianesimo».

Qualcuno più intelligente di me saprebbe spiegarmi che cappero sarebbe “la scienza degli uomini nel tempo”? E qualcuno mi spiega perché il concetto di storia del ministro assomiglia allo sbertucciamento che Edoardo Bennato faceva quando cantava In fila per tre? Sì, lo so, è il sovranismo all’opera. Ma quella non è storia, bensì (pessima) autopromozione che impedirà ancora di più di capire il mondo contemporaneo. Allegria.

In definitiva, se questo è l’antipasto tremo al pensiero del testo effettivo delle linee guida!

(Ah: vedo infine commenti sulla reintroduzione della Bibbia, ma nell’intervista non ho trovato la parola).

Ultimo aggiornamento: 2025-01-16 12:40

5 pensieri su “La scuola secondo Valditara

  1. Mauro

    Il latino non è una lingua logica. Nessuna lingua la è.
    Il latino è però una lingua “fissata”, dove le regole – quasi sempre non logiche – sono ormai fisse per l’eternità, non potendosi evolvere come quelle delle lingue vive.

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