Come tutti, faccio tanti errori. Conto di essere al di sotto della mediana, e probabilmente anche della media delle persone, visto che cerco di pensare un po’ prima di dire qualcosa, ma non è sempre così semplice. Ma alcuni anni fa ho commesso un errore madornale, e non sarebbe giusto che ora facessi finta di niente come tanta gente che spera che tutti si siano dimenticati della cosa. (No, la gente non se ne dimentica, e comunque la rete ne tiene traccia e se appena diventi un po’ importante te lo ritrovano subito.) È vero che io non diventerò importante, ma l’onestà intellettuale mi impone di fare coming out, riprendendo meglio quanto scrissi citando Massimo Mantellini.
Probabilmente ricordate la frase di Umberto Eco sui social, che “danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività”. Io ero convinto che sbagliasse: non perché pensassi che la rete fosse così intelligente – d’accordo sbagliare, ma era evidente fin dai tempi di Canter&Siegel che non era certo così – quanto per l’effetto delle legioni di imbecilli. Le due cose che non avevo considerato erano la capacità degli imbecilli di ritrovarsi e coalizzarli, e soprattutto che ci sarebbe sempre stato qualcuno pronto a sfruttare la loro imbecillità per i suoi scopi.
Ciò che manca in rete è l’equivalente degli altri avventori del bar che dicono a chi straparla “Cala, Trinchetto!”. Questo non tanto perché gli imbecilli siano in maggioranza, quanto perché si danno comunque manforte tra di loro, e quindi è inutile fermarli o portarli a pensare a quello che stanno dicendo, perché vedono che c’è gli dà loro ragione. Ed è quello che Eco aveva visto e io no, se non qualche anno dopo. Ora è una vita che sono disilluso, ma il mio peccato originale resta.
Aggiungo solo che la situazione è probabilmente ancora peggiore di quanto pensasse Eco: chi imbecille non è tende sempre più a isolarsi in “riserve indiane”. No, non sono echo chamber, perché chi le frequenta non è sempre d’accordo: ma resta il fatto che siamo arrivati all’opposto della metafora del bar, nel senso che gli avventori normali sono irrisi dagli altri.
Ultimo aggiornamento: 2025-08-11 10:00
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