Sempre all’ultimo momento – la mostra chiude domenica 29 – siamo andati a vedere a Palazzo Reale la mostra su Felice Casorati. Stavolta c’era anche Cecilia, in qualità di studentessa dell’artistico, ma lei dà solo un’occhiata ai quadri e non è interessata al contesto.
Rispetto alle ultime mostre che abbiamo visto, c’era finalmente abbastanza materiale, ordinato più o meno cronologicamente il che è utile perché permette di vedere come Casorati abbia cambiato il suo stile nei decenni, pur rimanendo generalmente riconoscibile, soprattutto per le espressioni dei suoi personaggi (ma forse quello è il periodo dopo la prima guerra mondiale, dove visto anche il suicidio di suo padre non penso avesse molto da essere felice). Ho trovato molti accenni a stili precedenti, dal Rinascimento alle varie correnti tra Ottocento e Novecento (tranne il futurismo, che non gli piaceva proprio, ma compresi simbolismo e metafisica; le sculture non mi hanno detto molto, mentre le scenografie per la Scala che si trovano nell’ultima sala sono carine. Le ampie spiegazioni sui cartelloni aiutavano anche le capre come me a capire come le opere si inserivano nel quadro di quei decenni, ma avrei evitato di scrivere dell'”attimità impressionista”…
Per i milanesi: la tessera annuale ATM dà diritto a un biglietto a 10 euro anziché 17 :-)
Nel mondo dell’arte è un attimino a diventare onomaturghi e proporre l’improbabile *attimità per indicare la ricerca di fissare l’istante, dipingendo all’aria aperta.
A Milano la tessera per accedere ai musei comunali costa 15 euro, a Roma 5: Chi gh’ha danee fa danee, e chi nò gh’ha danee el pò fà scusà el cuu per candiree
Anch’io ho visto la mostra. Di Casorati, meglio i primi periodi, a mio gusto