Stefano mi ha segnalato questo lancio d’agenzia, dove il ministro Nordio avrebbe affermato «Noi in Italia abbiamo 50 milioni di italiani e 500mila stranieri. Se andiamo a vedere i femminicidi commessi, il numero commesso dagli italiani è sicuramente maggiore, ma tenuto conto del rapporto tra italiani e stranieri di 10 a 1, se va a vedere i femminicidi commessi dagli stranieri allora la percentuale aumenta a scapito degli stranieri”.»
Premessa: un omicidio è un omicidio, chiunque l’abbia commesso e su chiunque l’abbia commesso. Fare calcoli percentuali sulla probabilità che gli autori siano maschi o femmine è insultante nei confronti di tutti. Io però mi sono fermato sui numeri riportati. Mentre il rapporto tra italiani e stranieri è effettivamente intorno a 10:1, vedere che questo rapporto è di 50 milioni a 500000 mi ha fatto pensare che Nordio avesse un rapporto molto conflittuale con la matematica. Ma decenni di lettura dei media non mi fanno fidare molto di quanto letto, e quindi sono andato a cercare il video dell’intervista. Il pezzo incriminato parte dopo il minuto 21’15”, e si sente perfettamente che Nordio dice che in Italia abbiamo 50 milioni di italiani e cinque o sei milioni di stranieri, dati sostanzialmente corretti (in quel contesto una stima spannometrica è la soluzione corretta).
Come hanno fatto questi cinque o sei milioni a diventare 500mila? Come refuso mi pare parecchio strano. Ma ripeto: lamentiamoci che Nordio ha reiterato che ci sono delle culture che considerano “la donna una res, una cosa”, anziché concentrarsi sui reati; ma non diamogli colpe che non ha.
Ultimo aggiornamento: 2025-04-15 15:50
Non ho capito. Non è vero che ci sono “culture” per cui la donna è una cosa? Non conosco certo tutte le “culture” esitenti oggi (per la precisione, non ne conosco nessuna), ma dopotutto ritenere che la donna una cosa sarebbe solo una “differenza temporale” rispetto a “culture” che, oggi, considerano i sessi in modo grossomodo paritario.
Non mi pare strano che se uno si è distratto quando spiegavano ad es. la controriforma, l’illuminismo o la rivoluzione francese poi abbia una considerazione diversa di sessi, religioni, laicità, stato, diritti umani, separazione dei poteri, ecc. ecc.
quello che dico io è che un ministro della Giustizia dovrebbe parlare degli effetti e non delle cause, tutto qua.
Mah, non direi proprio. Capire le cause dei crimini (comprese le considerazioni statistiche volte alla prevenzione) è estremamente importante per ridurre le azioni malvagie e/o illegali. E, se non sbaglio, il tale ministero dovrebbe occuparsi anche di questo, non solo di condannare, rieducare e reinserire i rei nell’allegra società.
Sono d’accordo con Bubbo, capire le cause che determinano determinate categorie di reati è vitale per la loro gestione e prevenzione. Non farlo significa fare giustizia all’americana, alias “non me ne frega una minchia delle cause, io li metto dentro, e se ci ricascano li rimetto ancora dentro e butto via la chiave, e chissenefrega di tutto il resto sì”. Poi si vede come gira in USA, proprio bello sì, il paese così detto civile con un numero di omicidi inferiore solo ai narcostati ed alla Siria.
E dico questo al netto di implicazioni morali, che ogni persona civile dovrebbe avere…
Visto che per trovare il momento in cui Nordio ha pronunciato la frase incriminata mi sono dovuto sentire l’intervista, posso assicurare che a lui delle cause importa una cippa.
Che a Nordio non importi lo so benissimo essendo il medesimo un superdestrorso. Quello che trovo più preoccuopante è la tua frase “quello che dico io è che un ministro della Giustizia dovrebbe parlare degli effetti e non delle cause, tutto qua.”.