Editori a pagamento

Mio nipote ha scritto un libro di favole. Ha provato a scrivere a un editore per la pubblicazione, editore che gli ha risposto positivamente: mio fratello mi manda la bozza del contratto per vedere se va tutto bene. Il contratto è sufficientemente standard, anche se mi faceva specie che per un testo cartaceo i diritti durassero solo tre anni; vabbè, la stampa è in print-on-demand ma non si può pretendere più di tanto dalla vita. Ma poi c’è un Accordo Integrativo dove casca l’asino. L’autore può scegliere se comprare (a prezzo pieno…) cinquanta copie del suo libro, oppure 20 copie e venti altri volumi di quella collana, oppure cinque copie e trenta altri volumi di quella collana.

Non so che farà mio fratello, potrebbe anche dire “stavolta ti faccio un regalo e ti compro il libro” nel vero senso della parola: la cosa non è molto importante. Quello che vedo è che in questo modo il rischio d’impresa per l’editore è nullo, giusto dover tenere qualche copia in magazzino per tre anni (la tiratura minima prevista è cento copie). Sì, si appoggiano su Messaggerie, ma questo significa semplicemente che se qualcuno va in una libreria e chiede quel libro allora glielo stamperanno se non hanno più copie e glielo manderanno. Ma la cosa per me peggiore è che tutto questo sia relegato in un Accordo Integrativo. Un sussulto di onestà avrebbe dovuto far mettere tutto nel contratto per la cessione dei diritti: patti chiari e amicizia lunga. Invece a quanto pare le bieche questioni economiche si lasciano sotto il tappeto…

(No, non dico il nome dell’editore. Non lo direi nemmeno se il contatto fosse mio, figuriamoci con una terza parte).

7 pensieri su “Editori a pagamento

  1. Gino L

    Si e` scritto tanto sull’editoria a pagamento. E` sempre una fregatura. Su https://it.wikipedia.org/wiki/Editoria_a_pagamento trovi vari spunti sull’argomento.

    Costa meno andare in tipografia, farsi stampare il libro, e portarlo in due o tre librerie di fiducia. E cosi` facendo magari qualche copia si vende. Inoltre i diritti rimangono a te, qualora il libro dovesse diventare un successo.

    L’altra possibilità e` lulu.com

    Chi vuole ordina il libro da lulu.com che lo stampa appena serve. Oppure gliene ordini tu tot copie da dare agli amici, o da portare direttamente in una libreria locale. Paghi solo le copie che stampi, ed hai una piattaforma di ecommerce su cui indirizzare i potenziali clienti.

    1. .mau. Autore articolo

      ma puoi anche usare Amazon. L’unica fregatura è che se vuoi un ISBN gratuito lo puoi vendere solo con loro (ma se ti fai stampare il libro in tipografia non hai ISBN, quindi non cambia niente)

        1. .mau. Autore articolo

          i miei Quizzini della domenica per esempio li ho stampati con Amazon, come anche la ristampa di Matematica in relax dopo che mi sono tornati i diritti. Visto che però questi testi sono anche liberamente disponibili in formato elettronico, il fatto che ci sia una versione cartacea è solo per i completisti.
          Invece Fantamatematica è a pagamento sia in elettronico che in cartaceo, sempre su Amazon.

  2. MCP

    E’, quasi alla lettera, lo stesso tipo di contratto per APS (autori a proprie spese) descritto da Eco nel Pendolo di Foucault.

    35 anni e siamo ancora lì: l’editoria vive di granitiche certezze.

    1. mau Autore articolo

      Evidentemente Eco l’aveva scritto così bene che il suo testo è stato riciclato (senza pagare diritti d’autore…)

  3. dag68

    «Quello che vedo è che in questo modo il rischio d’impresa per l’editore è nullo»: quindi non è un editore, cioè un imprenditore che investe in qualcosa (in questo caso un’opera letteraria). È solo un intermediario tra un autore e un servizio di stampa, che non solo vuol essere sicuro di non rimetterci niente, ma anzi vuole guadagnarci costringendo l’autore a comprare decine di suoi libri. Al tuo posto, avrei detto a fratello e nipote di fuggirne a gambe levate…

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