Elezioni di Telemaco

Ricordate che qualche settimana fa mi sono lamentato del mio fondo pensione? Bene, domani si rinnova la rappresentanza nel fondo e io mi candido :-)

Per chi non ha nessuna idea di come funziona un fondo pensione, provo a darvi qualche idea. Con la scusa che le nostre pensioni saranno molto più basse di quelle dei nostri genitori, lo Stato si è inventato la storia dei fondi pensione, dove i dipendenti possono mettere i soldi del loro TFR sperando che vengano bene investiti e rendano di più. Ci sono due tipi di fondi pensione: quelli aperti, gestiti da assicurazioni e dove tutti possono entrare, e quelli chiusi, che sono legati al singolo settore (per me per esempio quello delle telecomunicazioni). I fondi chiusi hanno due vantaggi: il primo è che si pagano meno tasse, e il secondo è che per noi “vecchi” è possibile non mettere tutto il TFR ma solo l’1% del nostro stipendio e l’equivalente dell’1,2% dello stipendio dal TFR, e a questo punto l’azienda aggiunge un altro 1,4% del nostro stipendio che non altrimenti non ti darebbe mai. (E io infatti metto solo l’1% e lascio il resto del TFR al suo posto).

La gestione finanziaria dei soldi del fondo (Telemaco al momento ha due miliardi…) è affidata a società di investimenti, non necessariamente brave come avevo scritto. Ma la gestione politica del fondo è paritetica, quindi con metà componnenti delle aziende del settore e metà votati dai lavoratori. Solo che ci sono liste su base nazionale (50 elementi), una per sindacato maggiore (quest’anno la Triplice più UGL), e soprattutto i listini sono bloccati, quindi non ci sono preferenze ma passano i primi di ogni lista. Questo significa che io – trentottesimo nella lista FISTEL-CISL) – non passerò mai a meno che un bel po’ di gente prima di me andrà in (iso)pensione… Come sempre però mai dire mai: in fin dei conti sto facendo il RSU nonostante non fossi certo stato tra i primi votati :-)

8 pensieri su “Elezioni di Telemaco

  1. .mau. Autore articolo

    non he ho idea, e ho come il sospetto che non ce la farò a saperlo :-)

  2. Janis Nisii

    Se ti può consolare, tutti i fondi pensione sono andati da schifo quest’anno.
    Una correzione: niente è bruciato finché non si passa alla fase di erogazione. Quindi, se il fondo riprende, quello che tu definisci bruciato (e quindi ‘andato’) invece ritorna. Sarebbe prudente, al momento opportuno, trasferire tutti i soldi in un comparto monetario o comunque super-prudente qualche anno prima della pensione, proprio per non rischiare di bruciare per l’appunto i rendimenti o erodere il capitale accumulato.
    Detto questo, vi scordate sempre tutti dei (fortissimi) vantaggi fiscali. Tutto quello che versi al FP è deducibile (fino ai 5164 Euro, i vecchi 10 milioni). Okkio, non detraibile, ma deducibile: è come se questo investimento ti desse un cedolone pari all’aliquota marginale (che minimo è 23%, ma normalmente più alto, fino ad arrivare al 43%). Trovalo un investimento che ti dà una cedola (sebbene solo il primo anno) così alta. E poi nel passato era più alta, in linea con le aliquote IRPEF di volta in volta vigenti.
    Inoltre, fino a qualche anno fa l’imposta sui rendimenti era l’11%, ora credo il 21, ma sempre 5 bei punti in meno dell’attuale 26% sui rendimenti finanziari.
    “Con la scusa che le pensioni saranno sempre più basse” Non è una scusa, è la fottuta verità. Bisognerebbe tutti versare un contributo (quello proprio+quello dell’azienda) almeno pari al massimo deducibile. Ma in realtà bisognerebbe versare ben di più per garantirsi una buona rendita. Tutto quello che non deduci non verrà tassato in fase di liquidazione.
    Insomma, non metto bocca su come siano gestiti (male?) i fondi, ma che versare ai fondi integrativi sia la cosa migliore che un lavoratore possa fare non ci piove. Potrei argomentare anche di più. A quelli che dicono ‘se li avessi tenuti sul conto ci avrei guadagnato di più’ dico che non solo non è vero, ma che è verissimo che sarebbero stati, semplicemente, spesi. I fondi pensione sono un risparmio finalizzato e incentivato fiscalmente. Significa che quando il lavoratore andrà in pensione, potrebbero garantire uno stile di vita decente in un periodo in cui non si può più rimediare alle spese imprudenti del passato. Le bollette e le spese periodiche non smetteranno in fase di quiescenza, anzi, aumenteranno, e quella rendita aggiuntiva potrebbe fare la differenza.

    1. Mauro ( un altro )

      > ma che è verissimo che sarebbero stati, semplicemente, spesi.

      Io ho ancora quelli che mi sono tornati quando ho cambiato azienda …
      e se li spenderò, sarà perché serve e se li avessi “investiti” dovrei chiedere un prestito ( o svincolarli, probabilmente perdendoci ).
      C’è ancora gente che se non ha i soldi ( o anche se li avrebbe ) , non va alle Maldive o si prende l’icoso da millemila euro ;-)

      1. Janis Nisii

        Posto che la tua esperienza non fa statistica, come sei drastico! I numeri dicono che in Italia si tende ancora a contare troppo sulla pensione statale e a risparmiare poco o nulla per quella integrativa. Quello che tu chiami ‘serve’ è un concetto molto relativo, o almeno, andrebbe paragonato al ‘mi serve pagare la luce, mangiare, pagare la badante perché non sono autosufficiente’. Cosa diventa più importante di questo? Poche cose, credo. Comunque i fondi pensione consentono di avere anticipazioni fino al 70% (o 80% non ricordo) del capitale accumulato per acquisto o ristrutturazione prima casa per sé e per i figli e per spese sanitarie (addirittura anche per la formazione professionale), quindi non sono vincolati in modo assoluto.
        Il tuo riferimento ai benestanti non ha senso: i fondi pensione sono utilissimi soprattutto per i non benestanti. Al limite il ricco ne può fare allegramente a meno (ma col cavolo che uno ricco perde l’occasione di avere un forte vantaggio fiscale…).

        1. Mauro ( un altro )

          > Il tuo riferimento ai benestanti non ha senso
          I benestanti non hanno bisogno di fare prestiti per l’i-coso, io mi riferivo ai poveri “barboni” di operai che vanno “protetti” togliendogli i soldi dalla disponibilità, altrimenti li sperperano ;-)

          Oltre al fondo pensione ho avuto anche brutta esperienza con assicurazione vita che doveva essere investimento migliore che banca o buoni postali … anche li le “promesse” non sono state neanche lontanamente attese.
          O meglio, sto ancora attendendo di sapere come hanno calcolato il premio finale, visto che , anche con la quota di retrocessione ( che era stata bellamente “nascosta” nella simulazione ultraottimistica fatta alla stipula) il mio bellissimo foglio excel diceva una cifra diversa.
          Naturalmente non mi è stato mai detto dove sbagliavo a conteggiare.
          Pensare che un fondo pensione sia meglio mi sembra un po’ ottimistico.
          Tralascio i fondi d’investimento … alla fine sempre confrontabili con conto in banca e meno dei buoni postali.
          Sicuramente sarò io, ma non mi sembra il caso di insistere.

    2. .mau. Autore articolo

      che un fondo sia un ottimo sistema per immobilizzare soldi è indubbio. (Comunque la deducibilità c’è ora, ma quando poi ottieni quei soldi ovviamente ci paghi su le tasse. L’aliquota marginale sarà magari più bassa, ma comunque c’è)

      1. Janis Nisii

        Non si paga ad aliquota marginale in fase di erogazione. C’è, limitatamente alle somme dedotte, l’applicazione di un’imposta sostitutiva che va dal 9 al 15% a seconda degli anni di partecipazione alla previdenza complementare. A livello fiscale è straconveniente e non c’è argomentazione contraria che regga. Considera che tu deduci per 30/40 anni e le imposte (così basse) le paghi solo alla fine e solo sui contributi dedotti.

I commenti sono chiusi.