È vero che nella terra dei ciechi l’orbo è un re, ma dire che in corso Buenos Aires «i veicoli […] hanno imparato a rispettare un po’ di più i ciclisti» rispetto a viale Monza mi pare un po’ azzardato. Certo, c’è la differenza che i parcheggi – dove ci sono – sono tra la pista e la carreggiata stradale e quindi è un po’ difficile infilarsi nella pista ciclabile, ma garantisco che le rare volte che ci passo mi tocca comunque fare lo slalom tra le auto che vedono un ottimo posto per parcheggiare, addirittura colorato di giallo.
Vedremo che succede con l’ennesima ristrutturazione del corso, sperando che la larghezza dei marciapiedi venga resa omogenea e quindi il percorso da ubriaco della ciclabile si raddrizzi: ma non ne sarei così certo.