decurtazioni (di punti e soldi)

Qualche mese fa abbiamo ricevuto una multa per eccesso di velocità. L’abbiamo pagata, pensando che i punti sulla patente sarebbero stati decurtati di default al proprietario dell’auto (che era in effetti alla guida). E invece abbiamo scoperto che non è così nella peggiore delle situazioni, con un multone per non avere inviato la documentazione richiesta.

Abbiamo sbagliato a non leggere tutta la documentazione e quindi paghiamo, non ci sono dubbi. Però c’`e una cosa che non mi torna. La patente a punti serve per convincere la gente a guidare in maniera attenta e adeguata, per evitare di perdere la patente. Se mi ferma una pattuglia per eccesso di velocità, pago e mi tolgono i punti. Ma per una multa presa da un autovelox automatico, quindi senza immediato accertamento, si può scegliere se far togliere i punti alla nonna ottuagenaria che però ha ancora la patente o semplicemente pagare per non farseli togliere (ed ecco che questa idea ha il suo perché… ammesso che l’elettorato che ha votato l’attuale governo non insorga). Insomma, di educativo non c’è nulla.

(Le altre due domande che mi faccio sono “Perché non è previsto un default per definire il conducente? Dalle banche dati telematiche si dovrebbe immediatamente risalire alla patente del proprietario, e usare la procedura di autodenuncia solo se non ha la patente” e “Perché non è possibile indicare un modo telematico per ricevere le multe, e bisogna pagare il pizzo delle spese di spedizione?”)

7 pensieri su “decurtazioni (di punti e soldi)

  1. mestessoit

    Legalmente parlando, se non puoi dimostrare quale persona sia alla guida al momento dell’infrazione (e non puoi mai farlo con un autovelox automatico) puoi unicamente utilizzare la dichiarazione del pagante, il quale firma di non dichiarare il falso. Di più è impossibile fare, per ovvi motivi.

    La presunzione di colpa (togliere i punti all’intestatario dl veicolo) è del tutto illegale, e forse addirittura incostituzionale (risposta alla domanda #1).

    La domanda #2 è interessante perché dimostra quanto un accorgimento sembra semplice, ma nella realtà pratica non lo sia affatto e risulti irrealistico ed inapplicabile.
    Le multe nel 99% dei casi vengono elevate dalle amministrazioni comunali. In Italia esistono poco meno di 8000 amministrazioni comunali. Per mandare per via telematica una multa occorrerebbe avere un registro nazionale dei recapiti e-mail del soggetto a provvedimento amministrativo. Tale email deve essere obbligatoriamente una PEC, e quindi anche il comune che eleva la contravvenzione pure deve avere una casella PEC (o meglio ben più di una). Sai quanti comuni italiani hanno una PEC? Se va bene stiamo a 1:20.
    Il registro, per essere legalmente valido, deve essere una entità statale di un qualche ministero, ma quale? Dei trasporti? Il MISE? Gli interni? E come fare per le procedura di revoca (morte, emigrazione in stato UE, emigrazione in stato fuori UE…). Verso i comuni vanno diffuse i software e le procedure di accesso, le validazioni ed i permessi, il Garante deve stendere il suo assenso e dio solo sa quant’altro.

    1. .mau. Autore articolo

      legalmente parlando, la decurtazione dei punti è una misura amministrativa, quindi incostituzionalità non c’è. Del resto, basterebbe rovesciare il processo: i punti vengono tolti al proprietario a meno che non si dia notifica di chi guidava.

      Per la domanda #2: presumo che gli 8000 comuni non abbiano un’anagrafe di tutti i proprietari degli autoveicoli immatricolati in Italia, ma chiedano i dati alla Motorizzazione Civile o chi per essa. Quindi c’è già un unico punto in cui chi vuole potrebbe indicare la sua PEC. Quanto ai comuni, sono obbligati ad avere una PEC dal 2009.

      1. mestessoit

        “legalmente parlando, la decurtazione dei punti è una misura amministrativa, quindi incostituzionalità non c’è”

        Rimane il fatto che non potendo dimostrare quale persona sia alla guida, risulta illegale la presunzione di colpa -> serve dichiarazione dell’interessato. Non è applicabile giuridicamente parlando la presunzione che sia l’intestatario a guidare, cosa tranquillamente impugnabile da qualsiasi giudice di pace.

        Per la #2: le grida manzoniane non mi interessano: io ti dico che i comuni con la pec sono molto pochi. La motorizzazione civile ehm, è già un miracolo che gestisce quello che deve gestire. Inoltre è un covo di malaffare e corruzione, un vero buco nero. A parte questo, loro prendono le loro competenze molto alla lettera: la PEC è al di fuori delle loro possibilità. L’unico modo è un ente esterno. Ma non succederà mai, tranqui.

        1. .mau. Autore articolo

          non capisco cosa c’entri il fatto che la motorizzazione civile sia un buco nero, né vedo un problema se un comune non ha PEC, ci sarebbe il famoso giudice di pace pronto.

          Ma tutta questa discussione è accademica, perché per far funzionare la mia proposta occorrerebbe una legge e non penso proprio che un qualunque governo la promulgherebbe.

          1. mestessoit

            Beh, come dire, è facoltà del comune scegliere come mandare una multa: non sono obbligati ad usare una pec, se vogliono lo fanno, altrimenti ciccia (ed il giudice di pace non ci può mettere becco).

            La discussione è accademica (ma lo era anche all’inizio del tuo post ;-)), ma il presupposto mancante reale sono gli sghei per far ingranare tutto il meccanismo. Politicamente parlando, fino a che non aumenti le multe, la faccenda è neutrale.

  2. Pierlabi

    Io l’ultima multa per divieto di sosta presa a Milano, l’ho ricevuta via PEC avendola registrata come domicilio digitale sull’app del Comune.
    Ammetto di non sapere se porta lo stesso vantaggio anche su multe prese altrove.

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