La compagnia Mauri-Sturno aveva messo in scena Re Lear subito prima della pandemia; sono passati due anni e lo spettacolo è arrivato anche al Piccolo, dove Anna e io avremmo voluto vederlo… peccato che un’emergenza (fortunatamente risoltasi poi bene) ci ha costretto a scappare qualche minuto dopo l’inizio del secondo tempo. La recensione è pertanto molto parziale.
Capisco che il regista Andrea Baracco descriva il Re Lear come «una delle più nere e per certi versi enigmatiche» tragedie scespiriane: però a mio parere ha esagerato con la musica, che era già cupa nel primo tempo dove in fin dei conti la situazione regge ancora abbastanza. Anche la recitazione degli altri attori è stata a mio parere piuttosto forzata, il che strideva con la scelta degli abiti da scena (Edmond, per dire, pareva Angelino Alfano…). Niente da dire invece sulla scenografia, abbastanza minimale a parte l’ascensore che fa arrivare Glauco Mauri come deus ex machina. Tra l’altro, mi ha stupito la sua voce davvero fermissima nonostante l’età – no, non ditemi che era doppiato… – oltre naturalmente alla sua presenza in scena. Anche Sturno è stato un perfetto conte di Glouchester, così come Dario Cantarelli nella parte del matto. Di più, purtroppo, non vi so dire…
Ultimo aggiornamento: 2022-09-07 10:35
Mi hai fatto ricordare che il mio primo Shakespeare quasi 50 anni fa è stato proprio un Re Lear con Glauco Mauri e Ottavia Piccolo nella parte di Cordelia!