Stavo cercando dei dati visuali per farmi un’idea dell’andamento della terza ondata di Covid e ho commesso l’errore di consultare quelli di Repubblica, che potete vedere – in versione statica – qui sopra. Notate nulla di strano?
Mentre i valori “variazione totale contagiati”, “variazione attualmente positivi”, “variazione dimessi/guariti” (le linee rispettivamente rossa, azzurra e gialla) sono più o meno dello stesso ordine di grandezza e quindi facilmente riconoscibili se non si è daltonici, il numero di morti è molto più piccolo, diciamo un ordine e mezzo di grandezza, e quindi la linea corrispondente è completamente appiattita. Certo, se si sceglie di visualizzarla da sola allora la scala del grafico cambia e quindi si possono apprezzare le differenze nel tempo; ma allora tanto vale separare quella linea e lasciarla in un grafico da sola, visto che non si possono comunque fare confronti di nessun tipo con le altre.
Chi fa grafici per mestiere o abitudine sa bene cosa fare in casi come questo: si usano due scale diverse, indicate ai due lati del grafico, e magari si disegna anche la linea con scala differente in modo diverso per rimarcare la differenza. Certo, in quel modo si rischia che la gente confronti mele con pere; ma questo lo fa anche con un grafico così. L’unica idea che può giungere è che la mortalità per Covid è infima, dell’ordine di qualche punto percentuale rispetto agli infetti. A questo punto mi viene quasi da sperare che la cosa sia esplicitamente voluta, anche se non lo credo…
Giunti a questo punto direi che se in un gruppo di accurati grafici da fonti ufficiali non si parla di long-covid ma solo di “guariti” la manipolazione è voluta sulla base del dogma per cui le persone felici e trulle lavorano e spendono di più. Però probabilmente nessuna astuta strategia liberistico-complottista è voluta e scelta dal pinotto che sa fare i grafici o le slide.
il long-covid è molto più difficile da valutare, mi sa…
Vero, e ci vorranno anni per trovare delle cure e per capirne le ragioni biologiche. Però il fatto che il long-covid non sia mai affiancato ai soliti dati e ai tradizionali blabla è, oramai, una scelta comunicativa precisa. Come lo è la mancanza di standardizzazione internazionale dei dati e delle modalità di raccolta: accettabile e comprensibile nelle prime settimane, criminale e voluta negli anni successivi.
Insomma i grafici permettono di valutare sempre meglio la situazione però i dati sono sempre più lontani dalla realtà!
Proprio per la comprensione di linee con grandezze diverse io nella mia pagina in FB pubblico grafici simili con l’ordinata in scala logaritmica, che ben mostra l’andamento dei deceduti, dei ricoverati in terapia intensiva e ricoverati sintomatici.
Un’altra osservazione le curve dei dati grezzi si presentano sempre dentellate, causa la minor attenzione ai dati durante il weekend e il “recupero” nel resto della settimana. Lo OMS avrebbe potuto dettare un protocollo rigoroso per la raccolta e correzione dei dati giornalieri. In mancanza di ciò i dati vanno filtrati con una media mobile, soltamente di 7 giorni
alcune delle immagini di Repubblica hanno la media mobile a sette giorni. In realtà per i morti servirebbe più che altro fare correzioni ex post, aggiungendo i dati nel giorno corretto. Però in questo modo si sottostimano le morti, quindi tanto vale tenersi il grafico a sega.