Dopo che entrò in corso l’Euro, Bernardo Caprotti decise che le monete da 1 e 2 centesimi rendevano solo più complicata la vita, e così decise di arrotondare per difetto gli scontrini. In pratica, se il totale era 10 euro e 29 centesimi si pagava solo 10,25. Come dicevo, Caprotti avrà fatto un po’ di conti e deciso che il risparmio di tempo alle casse era maggiore di quei centesimi. Lo sconto funzionava però anche con i pagamenti elettronici.
Ieri sono andato a comprare alcune cose all’Esselunga, oltre che ritirare due libri di scuola dei gemelli; pagando con Satispay ho scoperto che – non so da quanto, credo solo da qualche giorno – nel caso di pagamenti non in contanti questo sconto è stato abolito. Nulla di illecito e nemmeno di illogico: anzi mi sarei aspettato che fosse sempre stato così visto che il tempo impiegato è esattamente lo stesso. Ma quanto valeva questo sconto? Ho provato a fare qualche conto spannometrico.
In media lo “sconto centesimi” è di 2 centesimi per scontrino. Giuseppe Caprotti mostra che nella settimana di Natale del 2003 furono battuti 2 milioni di scontrini; la settimana forse non è tipica e sicuramente in più di 15 anni il numero di negozi è aumentato, ma possiamo stimare un totale di 100 milioni di scontrini all’anno. Un altro modo per fare il conto è vedere che il valore delle vendite 2019 è stato di 8,1 miliardi mentre lo scontrino medio è di 47 euro, il che dà un numero di scontrini annui intorno ai 170 milioni. Prendiamo insomma 150 milioni come stima. Infine, secondo la Banca d’Italia i pagamenti in contanti nei negozi corrispondono all’87% del totale: ma oltre ai supermercati ci sono anche panetterie, tabaccai e simili dove il pagamento non in contanti è la norma. Quindi possiamo supporre che nei supermercati ci sia un 40% di pagamenti elettronici.
Fatti i conti, avremmo 60 milioni di pagamenti fatti con strumenti elettronici che per moltiplicati per 2 centesimi danno 1,2 milioni di euro di ricavi in più l’anno (su un totale di 8,1 miliardi, ricordo). Diciamo che siamo sull’ordine di grandezza del milione. È tanto? È poco? Decidete voi. Sicuramente Paperon de’ Paperoni non si lascerebbe sfuggire questa opportunità :-)
In pratica per Esselunga conta quanto per me un caffè alla macchinetta :-).
Gli eredi Caprotti comunque arrotondano sempre per difetto, laddove altri (es. Conad) arrotondano anche per eccesso (lo scontrino di 10,98 viene portato a 11,00, non a 11,95)
L’arrotondamento al multiplo di 5 centesimi più vicino al totale è però esplicitamente ammesso dalla legge.
L’avevo notato anch’io. Tra l’altro lo hanno eliminato senza dire niente. E’ almeno da maggio che c’è sta roba.
dissento sulla non illogicità: in pratica ora fanno un piccolo sconto a chi paga in contanti, dunque incentivandone l’uso
beh, con uno scontrino medio di 47 euro mi sa che non è che si incentivi l’uso dei contanti. Cosa fai, vedi se la cifra finisce con 4 e a questo punto paghi in contanti?
Quello che mi chiedo è cosa succede con i pagamenti misti. A me è capitato qualche volta di pagare con Satispay e non avere tutto a disposizione, quindi il resto l’ho dato in contanti. Che succederà in questo caso?
Un non-problema: sulla quota in contanti viene applicato il suo regime, così pure alla parte elettronica. Due sistemi, due strade, ognuno per la sua.