Insomma, l’OPA più entusiasmante dell’anno è terminata. Beh, no, termina stasera – dopo che la Consob ha concesso i tempi supplementari – ma già martedì sera l’adesione aveva superato il 72%, più che sufficiente per un’assemblea straordinaria.
A me la cosa importava poco, non avendo azioni di nessuna delle due banche: ho più o meno seguito le richieste dell’antitrust di alienare qualche centinaio di sportelli, ma mi sono soprattutto divertito a leggere i paginoni pubblicitari dei due contendenti. Ha cominciato UBI che ha tirato fuori lo slogan “La fiducia non si compra” che la dice lunga sulle beghe interne al CdA, tanto che alla fine c’è stato il liberi tutti se accettare o no l’offerta. Ma il meglio è stato sicuramente la controproposta, che nella miglior tradizione non solo finalmente dava dei soldi veri agli aderenti, oltre al concambio azionario, ma soprattutto minacciava nemmeno tanto velatamente chi non avrebbe accettato volontariamente: in caso di vittoria, il concambio ovviamente ci sarebbe stato, ma quei soldi no. La classica offerta che non si può rifiutare, insomma.
E adesso? Trovo interessante il fatto che Intesa-Sanpaolo abbia scelto di rafforzarsi in Italia, a differenza di quanto fatto in passato e quanto mi pare continuerebbe a fare il suo concorrente diretto Unicredit. Non mi è molto chiaro perché tenere le uova tutte nello stesso paniere sia un’ottima idea, ma la mia conoscenza del mondo della finanza è così infima che sicuramente qualcuno me lo spiegherà…
Il fatto è che c’è in giro una “pepatencia” con cui Intesa non vuole avere a che fare… la sede legale della pepatencia è 5192 km a sud del polo nord e 4818 a nord dell’equatore. Insomma, quando nel 2021 qualcuno divrà prendere la pepatencia, da Piazza Scala potranno rispondere “ci siamo appena risistemati, siamo a posto così”
Le istituzioni finanziarie in generale e le banche in particolare sono tanto più profittevoli tanto più sono grandi. Intesa ha tentato di svilupparsi all’estero ma ha preso manganellate sulle gengive per diversi motivi. I concorrenti di intesa all’estero sono molto più grandi in generale oppure non hanno alcun interesse ad andare sotto gli italiani, fortemente malvisti in generale. Scelta obbligata lo sviluppo interno con acquisizione. Inoltre oggigiorno il COVID ha accelerato un trend già in atto e le ridicole Banchette italiane sono oggi sotto una fortissima pressione e questo è solo l’inizio a medio termine vedremo operazioni più piccole ma non meno determinanti. E non vorrei essere un bancario oggi, uno su tre si ritrova sul marciapiede. Sul lato positivo l’era COVID ha aumentato in misura sensibile le transazioni con carte, a tutto vantaggio della lotta alla elusione fiscale.
Non essendo esperto di finanza non ho dubbi!
La tale banca punta sull’Italia, e solo sull’Italia, perché avrà una crescita economica MOSTRUOSA a brevissimo.
Lo dicono anche le previsioni di tutti gli esperti di finanza (IMF, OCSE, ECB, ecc.).