(Nota: esiste anche la traduzione italiana, che però non ho letto)
Hannah Fry, anche se di estrazione matematica, lavora in un gruppo multidisciplinare che studia i possibili scenari futuri nell’era delle macchine. È interessante perciò vedere il suo punto di vista sugli algoritmi, che racconta in questo libro (Hannah Fry, Hello world : How to be human in the age of the machine, Transworld Digital 2019 (2018), pag. 320, € 9,99, ISBN 9781473544710, link Amazon). In sintesi, il suo punto di vista è meno apocalittico di quello di tanti altri. Fry non ha problemi a segnalare la pericolosità di certi tipi di algoritmi, ma fa notare che spesso il problema non è nell’algoritmo in sé quanto nell’interazione uomo-macchina; mostra inoltre come si possano adottare semplici accorgimenti per ridurre o anche eliminare questi problemi. In pratica, come del resto dice il sottotitolo, il nostro essere umani è indispensabile per non lasciarsi vincere dagli algoritmi. Una lettura consigliata sia agli apocalittici che agli integrati.
Ultimo aggiornamento: 2020-01-13 22:26
Non ho letto il libro in questione ma una cosa che in genere manca è una qualche forma di connessione col mondo reale.
In termini di principio mi è assolutamente chiaro quali siano i problemi ed i metodi per mitigarli od eliminarli. Mi è anche altrettanto chiara la scarsa volontà/abilità di mettere codeste pratiche in essere nel mondo reale.
La security costa e quindi non la si implementa col risultato che un mese sì ed uno no uno si ritrova email password carta di credito in giro. Eppure procedure, pratiche sono ben note.
Con il ML il potenziale distruttivo è enormemente superiore e identica la pigrizia implementativa: l’ignavia la pagheremo cara.
Mi farebbe piacere che qualche libro lo dicesse chiaramente invece di alimentare un ottimismo neopositivista che sarà la nostra rovina
puoi provare Artificial Unintelligence di Meredith Broussard :-) (lo sto leggendo ora)