Io non ho scritto nulla sulla storia della diciassettenne olandese che ha deciso di morire, dopo che quando era ragazzina fu abusata sessualmente prima e stuprata poi. Non l’ho fatto per una semplice ragione: il mio unico commento sarebbe stato sulla sofferenza che deve avere avuto quella povera ragazza per decidere di togliersi la vita. L’eutanasia non era un tema che mi importava in questo contesto, perché era un effetto e non certo una causa. Questo significa che quando il giorno dopo c’è stato il “contrordine compagni” e si è stabilito che Noa ha “semplicemente” deciso di lasciarsi morire il mio giudizio non è cambiato di una virgola.
Né se per questo è cambiato il mio giudizio sui media italiani, che ancora una volta si sono buttati a palla su una notizia che arrivava nientemeno che dal Daily Mail, come spiega Luca Sofri e l’hanno sbattuta tutti in prima pagina: chi per tuonare contro l’eutanasia, chi perché è meglio non lasciarsi fregare dalla concorrenza. Bisogna dire che stavolta l’hanno fatto così bene da riuscire addirittura a convincere alcuni giornali esteri, almeno inizialmente. Resto però della mia opinione: per prima cosa, non fidarsi di quanto scritto dall’italica stampa. Poi con calma si può valutare se per sbaglio è vero.
Vado OT e commento:
“E quindi piuttosto che chiedere e costruire cambiamenti nei sistemi che generano quegli errori, chiediamo scuse. Un’Ave Maria.”
Una volta ho visto un video di un tipo che affermava che le scuse non sono complete se non segue:
– mi impegno a non farlo più
– cosa posso fare per rimediare (suppono l’Ave Maria non sia contemplata)
Da allora mi sembra che le scuse siano solo un intercalare come altri per “riempire il silenzio” ( ed evitare che l’altro si lamenti )
Quando ero MOLTO giovane, mi spiegarono che l’Ave Maria aveva il suo senso per il perdono, ma il danno era comunque da riparare.