Nel weekend c’è stata una piccola polemica ulteriore sulla gara di Formula E che si è tenuta a Roma. A parte le solite storie per la città bloccata a causa del gran premio per le auto elettriche, ci sono state svariate foto delle colonnine per la ricarica delle auto elettriche… alimentate da generatori diesel. Se avete letto Repubblica con un minimo di attenzione, probabilmente vi sarete accorti di due cose: la prima è che c’è una citazione dell’autore della foto “presa dai social” (finalmente…); la seconda è che la linea scelta dal quotidiano è di arrampicarsi sugli specchi – in modo sbagliato, secondo me.
Già la frase
«Di certo questa colonnina che viaggia a gasolio – almeno questo… – non ha ricaricato le monoposto da corsa: quelle hanno bisogno di ricariche più potenti e l’organizzatore garantisce che usino solo energia elettrica ricavata da fonti rinnovabili.»
mi sa tanto di excusatio non petita: la rete elettrica è un tutt’uno, quindi quello che fai in pratica è scegliere (e pagare) un fornitore che ti garantisca di usare fonti rinnovabili, ma non puoi sapere come è stata generata l’energia che usi. Il punto è che comunque questi gran premi sono baracconi pubblicitari come e più i GP di Formula 1: in pratica stai promuovendo un’idea, un concetto, non qualcosa che può davvero venire usato oggi. Questo non solo perché quelle auto non sarebbero usabili nella guida di tutti i giorni, ma anche perché non esiste una rete di ricarica permanente, nemmeno notturna nei box di casa. Se quindi fai un evento una volta l’anno non è poi così importante la fonte dell’elettricità: è più che altro un proof of concept che fai con l’equivalente dello scotch.
Quello che ho trovato peggio è stato leggere che quelle colonnine servivano per «diverse vetture che corrono nei campionati monomarca e altre che hanno funzione demo nel paddock.» Se fosse vero, questo significa che l’organizzazione non è stata in grado di calcolare esattamente il suo fabbisogno energetico, e allora tanto valeva lasciare tutto con i generatori diesel: almeno non prendevano in giro la gente e istituzionalizzavano che almeno per ora è tutto un cine.
È quello che ho fatto notare io al più grande ed ‘attivissimo’ fan italiano delle elettriche.
1) mi sembra comunque una contraddizione in termini che l’affidabilità dell’intero show sia sulle spalle della tanto vituperata combustione.
2) siamo ancora al punto che basta un evento come questo per portare al limite l’intera infrastruttura elettrica che, evidentemente già oggi con pochissime auto elettriche circolanti (in % sul totale ovviamente), non è in grado di fornire la potenza di picco necessaria.
L’intero movimento elettrico è sopravvalutato, non è la soluzione ma solo un tassello di essa: riprogettare la mobilità di merci e persone potrebbe portare risultati tangibili in tempi accettabili.
Io propendo per il classico problema organizzativo legato ad eventi di breve durata: si prende la via più semplice. Mettere in piedi una rete cablata di distribuzione elettrica, con in giro cavi da un pollice e mezzo di diametro con tutti i problemi normativi che si porta indietro non è uno scherzo, oltre ad essere un costo proibitivo. Più rapido e semplice mettere una colonnina a gasolio dove serve.