Se quanto riportato dal Sole-24 Ore è corretto, da qualche parte nel decreto quota 100 + reddito di cittadinanza c’è anche una norma per il riscatto degli anni di laurea per i “giovani” (gli under 45), che dovrebbero pagare “solo” 5.241,30 euro per ogni anno da riscattare. Tutto bene? Beh, dipende.
In pratica, invece che prendere l’ultima retribuzione guadagnata al momento della domanda si usa il reddito minimo già usato per gli inoccupati. Ma la norma vale solo e unicamente per chi ha la pensione calcolata con il metodo contributivo: c’è proprio un codicillo che parla di prima occupazione a partire dal 1996. Cosa significa questo? Semplice. Hai da tre a cinque anni in più di anni di lavoro, e quindi in certi casi puoi andare prima in pensione, ma la tua pensione sarà più bassa perché hai pagato meno contributi, come dice la legge Dini e ribadisce la legge Fornero. Succede insomma la stessa cosa che con quota 100: l’impianto di base della legge Fornero rimane intatto, e si apre solo alla possibilità di anticipare la pensione senza però che i soldi che ti verranno statisticamente dati fino alla morte aumentino. Risultato: prendi meno soldi. La cosa ha perfettamente senso, visto che la legge Fornero nasceva proprio per fare in modo di giungere in equilibrio una volta a regime; ma mi sa che non sia quello che tanti votanti l’attuale governo volevano. Chi ci guadagna, almeno nel breve termine, è l’INPS che potrebbe ricevere un po’ di soldi da chi nonostante tutto deciderà di riscattare la laurea. Lasciamo poi perdere che tutte queste considerazioni partono dall’ipotesi che non vada tutto a ramengo: insomma, fate i vostri conti.
Se non sbaglio i conti, gli attuali “under 45” nel 96 erano “under 23”, praticamente neo-laureati o forse nemmeno, poi ci doveva essere ancora il servizio militare. Subitissimo assunti? In conclusione: realisticamente quanti possono rientrare in questi requisiti? Credo molto, molto pochi. Mi sembra tanto un modo di sventolare belle parole che sono destinate a rimanere tali
possono rientrarci in tanti. Per dire, un venticinquenne può tranquillamente decidere di mettere i soldi e aspetttare una quarantina d’anni per andare in pensione. Il quarantacinquenne invece aspetterà “solo” vent’anni o giù di lì…
Scusa, annullate tutto: avevo letto male. Da quanto inteso del TG, sembrava che dovesse esserci una posizione contributiva già PRIMA del ’96, Invece è il contrario!