Come ricorderete, ieri avevo la visita finale di controllo postoperatorio dopo il distacco della retina. Per i curiosi, va tutto come doveva andare: la miopia si è stabilizzata a -4.5 sferiche senza astigmatismo, con cui arrivo a 10 decimi “dopo post-processing”. In parole povere: ho indovinato al primo colpo tutte e quattro le lettere della riga 10/10, ma per ciascuna di esse mi ci sono voluti cinque secondi perché il cervello desse un senso alla macchia colorata che vedevo.
Il problema è stato arrivarci, alla visita. Non tanto giungere sul posto: ero lì con quasi mezz’ora di anticipo. Peccato che al Regina Elena ci siano due (2) casse per prenotazioni e pagamenti: avevo dodici persone davanti e in dieci minuti ne sono passate due. A quel punto mi sono alzato, sono uscito, ho percorso duecento metri, sono entrato in Mangiagalli dove c’è un bellissimo Punto Giallo automatico; inserisco la mia tessera sanitaria, seleziono la ricetta, avvicino il bancomat contactless, mi esce la ricevuta, e me ne torno tranquillo al “mio” ospedale. Quando mi avevano telefonato per anticipare l’appuntamento mi era stato detto che la visita sarebbe stata al primo piano lì, e non dove indicato nel foglio: nulla di male. Salgo al primo piano, vedo una porta “controllo oculistico”, aspetto che arrivi un’infermiera, chiedo. Guarda i miei fogli, mi apostrofa malamente e mi dice che devo andare a pian terreno, dove ero andato in effetti due mesi fa. Scendo, nuova infermiera che mi dice “no, qui il dottore non c’è di sicuro”. Passo all’accettazione, sanno che in effetti erano state anticipate alcune visite, ma mi dicono che quella che ho in mano deve essere una ricevuta vecchia, perché c’è una prestazione che non c’entra nulla. Io replico “l’ho fatta un quarto d’ora fa, sulla tessera c’era solo quella, non è che possa fare altro” al che commentano “boh, però quando ha finito torni qui”. Risalgo al primo piano, l’infermiera di prima mi dice “doveva dirmelo che era per il dottor XX!” (“mica me l’ha chiesto…”) e mi manda in fondo al corridoio girato l’angolo. Nello studio c’è un altro dottore, che fa “XX dovrebbe essere a operare, aspetti qui un po’”. Dopo un altro quarto d’ora mi stufo, scendo, torno in accettazione. Alla fine una delle infermiere dell’accettazione sale con me, parla con un po’ di gente e conferma: XX sta per arrivare e posso aspettare intanto… al “controllo oculistico” dove ero partito. Nel mentre arriva un’altra coppia spersa, che era persino stata mandata al secondo piano. È poi arrivato prima uno specializzando che ha cominciato la visita, e infine XX.
Dulcis in fundo: XX mi ha confermato che entrambe le prestazioni (quella reale e quella indicata) hanno lo stesso codice e quindi sono equivalenti, quindi non c’è stato nulla da modificare. In compenso ho provato a prenotare per giugno la visita ambulatoriale e mi è stato risposto che giugno non era stato caricato a sistema… però settembre sì. Insomma devo riprovare tra qualche settimana.
Io ieri ero in ferie e non avevo molto da fare, però garantisco che non è stato banale. Forse un po’ più di chiarezza non sarebbe male :-)
Ultimo aggiornamento: 2018-12-24 19:38
https://i.ytimg.com/vi/lE4bc2OhDqc/hqdefault.jpg
Non mi e’ chiaro il discorso sulla lentezza del postprocessing.
Io sono solo miope, senza occhiali non ci vedo, con gli occhiali ci vedo.
E’ un qualcosa che puo’ avere una risoluzione istantanea con delle lenti ?
Picture yourself in a boat on a river
With tangerine trees and marmalade skies
Somebody calls you, you answer quite slowly
A girl with kaleidoscope eyes..
molto banalmente, io non vedo a fuoco a 10/10: vedo delle macchie di colore non uniforme. Solo che sono così abituato a non vederci che se ci penso un po’ su riesco ad associare le differenze di chiariscuri alle lettere maiuscole.
Arrivo un po’ tardi – e di ciò mi scuso – ma è possibile che manchi mezza frase tra «mi era stato detto» e «Salgo al primo piano»?
hai ragione. Il guaio di scrivere a strati casuali…
Nessun problema! La cosa non inficiava il senso generale del racconto. ;)