Jeff,
io voglio tanto bene ad Amazon. Credo di avere cominciato a comprare libri sul sito americano lo scorso millennio, quando c’erano solo libri – il che a me andava bene, qui nella periferia dell’impero non si trovava mai nulla. Ho continuato a seguirla fedele in tutti questi anni, mi faccio persino stampare i libri autoprodotti; ancora martedì mi sono arrivati gli ultimi libri che ho comprato.
Però c’è qualcosa che non mi è chiara. Perché mi hai scritto quella letterina mostrata sopra, compresa di finta credit card con allegato ologramma, per convincermi a iscrivermi ad Amazon Prime Video? Tu sai praticamente tutto di me. Mentre scrivevo questo post mi sono collegato e mi hai proposto The Ultimate Mathematical Challenge che avevo sì cercato come stringa, ma non da te né dai tuoi siti affiliati come Goodreads o BookDepository. Sai anche che passo spesso dal mio account a quello di mia moglie e in entrambi i casi pago con la stessa carta di credito. Non ti sei accorto che Anna ha Prime, quindi io di Prime Video non me ne faccio nulla perché usiamo al limite il suo account?
Ecco, però. Una cosa potresti farla, visto che ti scrivo. Negli USA dai la possibilità di avere un Prime “familiare”, con pagamenti comuni ma liste separate per persone. In Italia no, ho anche chiesto ma mi hanno risposto picche. Perché non ci vuoi bene?
Come non essere d’accordo. Anche io amo la comodità di Amazon, ma non senza spesso trovare alcune delle loro pratiche a dir poco inquietanti. Questo post mi ricorda di una volta che ho ricevuto una mail pubblicitaria (!) da Amazon con suggerimenti di acquisti musicali, e la parte inquietante era che i suggerimenti ricalcavano molto fedelmente la mia cronologia recente su YouTube, mentre ero al 100% sicuro di non avere mai cercato quegli specifici artisti su Amazon o siti partner.