[Disclaimer: Ho ricevuto iI libro via il programma Early Reviewer di LibraryThing] Gillian Polack è una medievalista. Come si può parlare di medioevo in un libro? Per esempio si potrebbe fare un romanzo storico. Polack ha invece scelto di mandare un gruppo di ricercatori del prossimo futuro nella Linguadoca del 1305, nel primo esperimento di viaggio a ritroso nel tempo. In teoria i ricercatori dovrebbero tenersi alla larga dalla popolazione locale, per evitare di creare paradossi temporali: inutile dire che la pratica sarà piuttosto diversa e si direbbe che è proprio la loro esistenza che fa precipitare gli eventi e li fa diventare quelli che noi tutti conosciamo dai libri di storia. Il libro (Gillian Polack, Langue(dot)doc 1305, BookViewCafe 2018, pag. 224, € 24,26, ISBN 9781611387469, link Amazon) non è classificabile come fantascienza, ma appunto sul medioevo. Il passo è piuttosto lento, non aspettatevi chissà quali colpi di scena: nulla di male, in fin dei conti. La narrazione del Medioevo è interessante, come ci si poteva aspettare; quello che mi fa abbassare il giudizio è il modo in cui i personaggi sono pitturati. Non c’è un vero protagonista: la storica Artemisia è quella che si avvicina di più ma anche il suo personaggio dà spesso l’aria di essere solo tratteggiato senza portare i suoi tratti alla logica conclusione. Inoltre ogni tanto Polack passa a raccontare i pensieri di altri personaggi, sempre però en passant. Secondo me si poteva fare di meglio.