I misteri dell’acqua minerale

A casa nostra si consumano quantità industriali di acqua gasata, soprattutto in estate. Non siamo molto schizzinosi sulla marca: ciò che importa è che ci siano tante bollicine e che la sorgente sia del nordovest, più che altro perché sono acque minimamente mineralizzate a differenza per esempio di quelle del centro Italia. Capita quindi spesso che prendiamo le bottiglie col marchio della catena di supermercati dove facciamo la spesa.

Mi è così capitato di trovarmi bottiglie da un litro e mezzo della Coop e bottigliette da mezzo litro del Carrefour. Entrambe le bottiglie sono confezionate dalla stessa azienda di Luserna San Giovanni, nello stesso stabilimento. Presumo che quindi provengano dalla stessa sorgente, il che non ha nulla di male. Però, come spero si riesca a leggere, le proprietà fisico-chimiche delle acque sono leggermente diverse. Di nuovo, nulla di strano: le analisi sono state fatte a due anni di distanza (2013 e 2015) e le variazioni possono tranquillamente essere fluttuazioni statistiche. A quanto ne so, la legge italiana prevede inopinatamente che le per le analisi complete basti un controllo ogni cinque anni, quindi tutto ok da questo punto di vista. Ma la mia domanda resta: perché non è l’imbottigliatore a richiedere le analisi, e quindi mettere lui stesso i dati? O volete farmi credere che ci siano due bocchettoni diversi dove arriva l’acqua di due sorgenti diverse?

10 pensieri su “I misteri dell’acqua minerale

  1. Mestesso

    “perché non è l’imbottigliatore a richiedere le analisi, e quindi mettere lui stesso i dati? “

    Ma l’imbottigliatore fa le analisi, semplicemente non le pubblica sull’etichetta.

    La legge prescrive che quello che dichiari in etichetta di una acqua minerale sia certificato da un ente terzo e non da chi lo produce, e solo quella certificazione appaia in etichetta. Per legge l’imbottigliatore deve fare le analisi per verificare che il suo prodotto sia nei termini di legge (e lo fa più volte al giorno se è per quello) ma non è tenuto ad aggiornare l’etichetta.

    1. .mau. Autore articolo

      Che le analisi siano continue, lo spero (anche se immagino non siano così puntuali: non è così importante sapere quante particelle di sodio ci siano).
      Resta il punto di partenza : chi è che va dall’istituto d’igiene a fare le analisi che finiscono in etichetta? Non credo che Coop faccia fare prima le analisi e poi porti i tubi dall’imbottigliatore.

      1. Mestesso

        Le analisi fatte in continuo dall’imbottigliatore sono quelle sensibili alla salute pubblica quindi batteriologiche ed inquinanti.

        La legge vincola che ogni imbottigliatore si certifichi indipendentemente dalla fonte: questo anche perché i campioni vengono presi a valle dell’impianto. E’ il produttore NON la fonte ad essere certificata!

        Il certificatore deve essere incluso in un albo stilato dalla regione di competenza. Penso che l’imbottigliatore possa scegliere uno tra questi ma non sono sicuro

  2. Mike

    Che poi sarebbe acqua Sparea nella versione con marchio del produttore.
    In ogni caso alla Coop l’acqua che costa di meno, almeno a Torino è l’acqua di Graglia(BI) con il marchio Guizza, che trovi anche in due discount (In’s e Penny).

    Nota di colore: da quella sorgente viene estratta acqua che va in una fontana pubblica, facile da trovare cercando la coda dei pensionati con le taniche che da Biella partono per fare scorta d’acqua.

    Ma non hai mai pensato di comprare una Sodastream o similari? Non dico l’Idrolitina, a meno di andarla a comprare insieme al Vim ed al Mottarello con un Ciao, ovviamente.

    1. .mau. Autore articolo

      Mentre ero in vacanza, all’ipercoop di Carasco ho visto Idrolitina e Cristallina, in effetti!

    2. .mau. Autore articolo

      Per Sodastream, Anna continua a pompare per prendercelo : in realtà costa molto più dell’acqua in bottiglia.

      1. Ionti

        Il sodastream devi valutarlo non come opzione più economica, ma più pratica: ti evita di movimentare chili e chili di bottiglie d’acqua ogni volta che fai la spesa!
        A casa mia abbiamo risolto quando mio figlio è andato all’asilo e gli davano l’acqua del bronzino: a lui piace solo quella e nel giro di pochissimo ci siamo convertiti tutti. Il portafogli e soprattutto la schiena ringraziano ancora adesso :-)

      2. Sleepers

        Sì, le ricariche del Sodastream sono molto costose, più dell’acqua.
        O lo compri e lo modifichi per usare bombole normali (mi pare ci siano i kit su ebay) oppure ne auto-costruisci uno come ho fatto io (ma già lo sai). Con 6 euro sono a posto per due/tre mesi (e noi beviamo solo acqua).
        Però devi avere qualcuno vicino dove ricaricare la bombola con la CO2, altrimenti è meglio di no.

  3. Nemo

    Mi vengono due possibili spiegazioni.
    1) Burocratica: il supermercato non mette delle analisi purchessia, ma vuole essere coinvolto nel processo per assicurarsi che siano corrette e chissà che. Se anche ci sono nuove analisi, dovrebbero comunque attraversare la medesima burocrazia per un aggiornamento, quindi lo si fa solo quanto necessario.

    2) Economica: vedo che c’è il nome dell’università di Torino. Spesso e volentieri per mostrare il nome dell’università si deve pagare l’università, ma il contratto lo fa il marchio che vende l’acqua e fa l’etichetta, non certo il produttore. L’accordo coll’università di solito comprende anche la grafica dell’etichetta, il che potenzialmente limita l’aggiornamento dell’etichetta. Inoltre non è detto che l’accordo consenta l’aggiornamento dei numeri. Quando ero in CdA unimi ricordo che Torino svendeva questo servizio per accaparrarsi tutti i contratti, non so se alla fine ci siano riusciti.

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