Altro che CAPTCHA

Leggo sul Post che in Norvegia hanno provato a usare un nuovo sistema per ridurre i commenti fuori tema agli articoli: prima di commentare occorre rispondere ad alcune domande sul testo dell’articolo stesso. Il sistema non sarebbe usato sempre, ma solo quando un articolo della sezione tecnologia finisce in home page, e quindi viene visto da persone che non sono abituate a seguire quei temi: le domande a cui rispondere vertono sul testo dell’articolo stesso, quindi non occorrono conoscenze pregresse. L’idea di base, oltre all’eliminare i commentatori compulsivi, è quella di aumentare il tempo tra la lettura dell’articolo e la scrittura del commento, sperando in tal modo di raffreddare un po’ gli animi e ottenere un testo migliore.

Cosa succederebbe da noi se si applicasse una misura simile? Forse le risposte E ALLORA IL PD???? (che ultimamente mi pare aver scalzato E I MARÒ? dal non-dialogo che tipicamente si trova) si ridurrebbero un po’. O forse questa sarebbe l’arma finale per eliminare finalmente i commenti dagli articoli: commenti che sono nati per un falso bisogno di mostrarsi sociali, ma in realtà funzionano tipicamente come ipotetica cassa di risonanza per chi in questo modo crede di rendere noto a tutti il suo pensiero, nella migliore delle ipotesi. Però non si sa mai: magari qualcuno sarebbe davvero costretto a leggere e cercare di capire abbastanza per trovare le risposte esatte… anche se temo sarebbe più facile che si mettesse a provare tutte e 27 le combinazioni possibili finché non riesce a entrare. Ma poi, perché bisogna leggere i commenti agli articoli dei giornali?

Ultimo aggiornamento: 2017-03-02 16:27

4 pensieri su “Altro che CAPTCHA

  1. mestesso

    “Ma poi, perché bisogna leggere i commenti agli articoli dei giornali?”

    In pratica questo significa “per quale motivo voglio abilitare i commenti”?

    Tu vedi il problema da una parte, quella dei troll o commentatori compulsivi, ma e’ solo una parte dell’equazione. L’altra riguarda il gestore del sito e le sue motivazioni: per quale motivo dovrei far commentare un qualcosa, appunto.

    A cosa servono i commenti? A cosa sono strumentali? Una volta trovata la risposta (e non e’ banale come sembra) poi ci si pone il problema dei troll, stalker, disadattati, gente normale con periodi di scazzo etc. che saranno sempre presenti a valle del presupposti di chi il servizio lo offre.

    Questo per dire che in certi blog il gusto e’ proprio di leggere i trollisti: why not? Non so se novella 3000 abbia un sito con commenti, ma in un contesto del genere non sarebbe manna dal cielo?

    1. .mau. Autore articolo

      io ho scritto “giornali” e non blog per un motivo ben preciso. Che “in certi blog il gusto e’ proprio di leggere i trollisti” è quindi irrilevante.
      Se un quotidiano online accetta i commenti, probabilmente lo fa per mandare più pubblicità. Ma non è detto che il gioco valga la candela.

      1. mestesso

        Non per nulla ho citato novella 3000 ;-) .

        I commenti si lasciano mettere per aumentare il traffico ovviamente (molti ci arrivano tramite ricerche sui commenti).
        Ma non è solo un problema si presenza ma anche di contenuti.
        Ma appunto di commenti si può affogare e si cerca di salvaguardare i commenti penalizzando i trollisti.

  2. Bubbo Bubboni

    Credevo che il commento più comune sotto qualsiasi articolo di giornale fosse “ma perché pubblicate questa robaccia? chissenefrega!”.

    In definitiva “sondaggi”, “quiz”, “articoli” e “commenti” servono solo a raccogliere click.
    Capito questo non possiamo mettere un po’ di robot a leggere gli “articoli” scritti da altrettanti robot, cliccando su ogni banner e “notizia” che trovano? Tanto per gli investitori va benissimo qualsiasi economia reale o virtuale o inesistente e direi che gli esempi non mancano.
    E finalmente noi umani, anziché dover dimostrare a un computer che non siamo dei robot, potremmo anche ricominciare a trasmettere concetti non banali a chi li può capire.

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