Ma i commenti servono davvero?

Così anche IMDB, la base dati di tutti i film, elimina i commenti dalla piattaforma, perché “non forniscono più un’esperienza utile e positiva per la grande maggioranza dei nostri 250 milioni di utenti mensili in tutto il mondo”. Non sono i primi e mi sa non saranno gli ultimi. Eppure luoghi come Facebook vivono di commenti. Come mai c’è questa dicotomia?

Secondo me la ragione è semplice, ancorché duplice. A Facebook del contenuto dei post non può importare di meno, tanto non lo mette lui; Zuckerberg guarda solo alla quantità delle interazioni, e quindi più commenti ci sono più tempo la gente sta attaccata alla piattaforma. Questo era anche quanto pensavano inizialmente tutti i fornitori di contenuti; solo che dopo un po’ qualcuno ha cominciato ad accorgersi che più commentatori ci sono più la qualità dei commenti scende, in modo molto più che lineare (nel senso che raddoppiando i commentatori la qualità diventa un quarto se non un decimo), e alla fine tutto questo si ripercuote contro il fornitore stesso. È vero che tecnicamente IMDB è compilato dagli utenti stessi, ma resta il fatto che è percepito come un fornitore di contenuti terzo. Si può scegliere se moderare i commenti, il che significa però dedicare risorse al controllo dei post, oppure bloccarli e basta.

In realtà non succede sempre così. Per esempio io non ho mai avuto soverchi problemi con i commenti, né qui né sul Post (che pure ha deciso da vari anni di moderare i commenti al sito generale: per i blog lascia la scelta ai singoli autori, e io li lascio liberi). Ma posso permettermelo solo perché io sono estremamente di nicchia: ho solo i miei famosi ventun lettori, e soprattutto è molto raro che qualcuno arrivi ai miei blog da una ricerca web. In pratica dunque ci si conosce tutti: i commentatori possono starsi reciprocamente sulle palle, ma accettano la mia autorevolezza (hahaha) e si comportano generalmente bene senza che debba ricordarglielo troppo spesso. È però chiaro che questo metodo non è scalabile; aspettatevi quindi un mondo in rete sempre più diviso tra i commenti senza contenuti e i contenuti senza commenti.

Ultimo aggiornamento: 2017-02-08 16:22

6 pensieri su “Ma i commenti servono davvero?

    1. .mau. Autore articolo

      pensavo di averne aperti due invece che aprirne e chiuderne uno, e invece mancava proprio la chiusura. Grazie!

  1. Enrico

    È un problema senza soluzione: moderare i commenti si può sulla base di criteri oggettivi come fa il Post (diffamazione, calunnia, insulti, ecc sono appunto oggettivi).

    Moderare un mio commento personale al film Via col vento (ad es.) che dice “questo film è assolutamente senza storia, con attori fuori parte ed una regia insignificante” su che base può essere moderato? de gustibus non est disputandum (tiè!)

    I agree: ci aspetta un mondo in rete sempre più diviso tra i commenti senza contenuti e i contenuti senza commenti (cit. mau)

  2. mestesso

    “A Facebook del contenuto dei post non può importare di meno, tanto non lo mette lui Zuckerberg guarda solo alla quantità…”

    Si e no. La qualita’ dei contenuti conta, eccome. Quello che Z vende e’ il profiling degli utenti, quindi qualcosa tipo se vendi X,Y allora A,B,C e F probabilmente te lo comprano. Secondo te dei post FB che sono la root di merce non vendibile o non gradita che fine possono fare? E peggio una campagna in push per aumentare la visibilita’ di alcuni a scapito di altri che effetto puo’ avere sui post generati da utenze professionali?

    La vera discriminante e’ che IMDB ha un business case molto differente da FB: i contenuti non li possono decidere, neanche volendolo. Vendono pubblicita’ ad una nicchia di mercato. Coi commenti ci guadagnano poco e spendono un tot. Meglio farne a meno, allora. FB vende strumenti per distribuire pubblicita’, non un prodotto e neppure la pubblicita’ stessa. ‘A voglia…

  3. Mix

    Situazione vissuta personalmente… Io sono iscritto a un forum su un videogioco di prossima uscita; già solo sui thread di partenza ce n’è uno buono su venti, e anche quello buono quando supera la prima pagina di commenti ormai è bell’e rovinato, perché cominciano ad andare fuori tema, a trolleggiare, a insultarsi. Se qualcuno vuole ottenere notizie fresche su quel videogioco, è costretto a una lunga ed estenuante ricerca per separare il (poco) grano dal (tantissimo) loglio. Poi si capisce bene perché IMDB abbia optato per rimuovere i commenti (e, penso, anche le odiose recensioni online, basate sullo stesso principio di una buona su mille trollate).

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