_Contro la decrescita_ (libro)

Quello della decrescita felice è un tema caro a molta gente. che ripete certe parole chiave quasi fossero un mantra. Luca Simonetti è un avvocato, il che significa che è abituato a cercare contraddizioni nelle affermazioni dei guru che sugli adepti ci marciano (e ci guadagnano). Ecco così che in questo libro (Luca Simonetti, Contro la decrescita, Longanesi 2014, pag. 272, € 9,99, ISBN 9788830441897) si è messo a spulciare e rintuzzare a uno a uno i falsi miti legati alla decrescita felice, a partire dalla disamina dei concetti di base che a una lettura appena un poco attenta si rivelano incoerenti prima ancora che fallaci. Simonetti se la prende per esempio con il PIL, o per meglio dire fa notare che non c’è scritto da nessuna parte che le transazioni non monetarie non debbano concorrere alla sua formazione, basta volerlo fare (e in effetti se ormai ci mettiamo anche la parte prodotta dalla criminalità non vedo perché non si possa aggiungere quella dell’equo scambio). Il tutto con una pletora di note e citazioni, tratte dalle opere dei maestri della decrescita felice e immediatamente seguiti da un controllo di realtà sul significato pratico delle loro affermazioni, oltreché sulla coerenza interna spesso mancante. Se posso fare un appunto, avrei asciugato un poco il testo, perché soprattutto la parte centrale ripete spesso argomentazioni simili, dato che sotto sotto i decrescenti hanno la stessa matrice. La conclusione, che mostra come i temi della decrescita felice hanno una specifica origine politica ma negli ultimi anni si è spostata, è davvero illuminante e secondo me vale da sola l’acquisto del libro.

Ultimo aggiornamento: 2017-02-07 13:03

7 pensieri su “_Contro la decrescita_ (libro)

  1. delio

    Il fatto che un avvocato scriva un testo di economia mi sembra leggermente sospetto ma passi. Però ti sarei grato se mi chiarissi un dubbio di fondo: consideriamo quegli stati, tipo la Germania, dove la produttività aumenta. Quindi, produrre 100 unità di x oggi costa meno di un anno fa, ergo anche il PIL dovrebbe decrescere. *Questo* tipo di decrescita non ha niente di anticapitalistico, o sbaglio?

    1. Marco Antoniotti

      Non ci vedo nulla di male a che un avvocato scriva di economia. Pensa che ci sono anche degli “economisti” che ne scrivono 3:)

  2. Bubbo Bubboni

    “non c’è scritto da nessuna parte che le transazioni non monetarie non concorrano alla sua formazione” del PIL.

    Fermo restando che il PIL è una stima, quindi uno bravo lo può stimare anche guardando i fondi di caffé e magari il valore che ne ricava è corretto… però sì, c’è scritto da molte parti che le transazioni non monetarie non sono usate. Almeno per i tre principali modi di stimarlo, quelli che si trovano in tutti i libri, o che sono accuratamente descritti nei bollettini degli enti che lo calcolano in modo “ufficiale” per scopi istituzionali.

  3. .mau. Autore articolo

    @mestesso: stamattina prima delle 8 mi è stato comunicato che avevo copincollato male la recensione, e ho corretto quindi il sito. Feedly non avrà aggiornato il feed.
    @delio: se il fatturato complessivo dell’azienda è sceso, allora conta meno per il PIL, sì.
    @bubbo: ho scritto male io e ora correggo: Simonetti dice che non c’è scritto da nessuna parte che le transazioni non monetarie non possano concorrere alla sua formazione, e che se aumentassero si modificherebbe il metodo per stimarle.

  4. Marco Antoniotti

    Non ho ovviamente letto il libro e non ho alcun dubbio sul fatto che sia possibile trovare contraddizioni nelle argomentazioni dei “decrescenti”. Sarei però interessato ad un libro dello stesso autore dal titolo “Contro la crescita”. Dopotutto, magari su Marte ci arriveremo presto (anzi, già ci sono i fascisti, là), ma la vedo comunque molto dura “esportare” le nostre merci lassù a breve termine.

    Ntuniott

I commenti sono chiusi.