La tesi che questo libro (Egidio Battistini, In viaggio con π : Il racconto di un numero tra idee matematiche e vicende umane, Franco Angeli 2016, pag. 381, € 29, ISBN 9788891728005) mi pare tratteggiare è che pi greco (π per gli amici) è una creazione umana. Non si preoccupino tutti i platonisti che mi stanno leggendo: è indubbio che il rapporto tra la lunghezza di una circonferenza e il suo diametro è una costante che esisterebbe anche se non fosse mai nato alcun essere umano, e Battistini lo sa fin troppo bene. Quello che però vuole rimarcare è che l’uso che ne è stato fatto è strettamente legato alle varie civiltà che si sono succedute e a come lo hanno trattato. L’opera è così una storia della matematica – e in parte anche della civiltà – vista usando π come stella polare: per l’appunto il viaggio del titolo. Trovo che questo approccio sia particolarmente adatto per evitare di appiattirsi su altre opere dallo stesso tema, e soprattutto dà molto spazio all’autore per presentare la matematica in modo peculiare, e diverso da quello che si impara a scuola. Naturalmente andando avanti nei secoli alcuni temi rischiano di diventare meno comprensibili, ma è lo scotto che si deve pagare. Ho solo una rimostranza da fare: le virgole tra soggetto e verbo non s’hanno da mettere!