Prima che nascessero i gemelli, con Anna ci divertivamo a cercare di indovinare i personaggi raffigurati nelle chiese antiche controllando i simboli disegnati accanto ad essi. Per fare qualche esempio facile, se il santo ha delle chiavi è Pietro, se una spada è Paolo (a meno che non sia sopra un drago, nel qual caso è Giorgio), e così via.
Domenica, non avendo con noi i settenni, siamo andati a vedere san Maurizio al Monastero Maggiore, dove ho scoperto che oltre a Bernardino c’è stata una pletora di Luini pittori, un po’ come i Bernoulli matematici. Già ho fatto una confusione tra Visitazione e Annunciazione, di cui mi vergogno immensamente. Ma a un certo punto ci siamo trovati una lunetta con san Maurizio e san Sigismondo, e io ho detto “beh, Maurizio è quello che ha in mano la chiesa, mi pare ovvio” al che un volontario del Touring mi ha corretto, dicendo che Maurizio era quello di destra. Riguardandolo la cosa era assolutamente ovvia, perché era vestito da militare quale lui era (occhei, non era negher, ma si sa che il politically correct era già di moda nel 1500). Per la cronaca, ho poi scoperto su Wikipedia che Sigismondo avrebbe fatto costruire il monastero dedicato a San Maurizio dove secondo la tradizione la legione Tebea era stata massacrata; ergo aveva più senso fosse lui ad avere la chiesa in mano e non il santo eponimo.
Già che c’eravamo, abbiamo chiesto come distinguere sant’Ambrogio da san Gregorio Magno nella lunetta precedente, e anche qui la risposta col senno di poi era ovvia: Gregorio in qualità di papa era vestito di bianco. Insomma, bocciato in iconografia cattolica :-(