È abbastanza noto che i giapponesi, noti copiatori, quando decisero di passare alla lingua scritta copiarono semplicemente gli ideogrammi cinesi, assegnando la loro pronuncia e le loro regole grammaticali. Il vantaggio di un ideogramma è che appunto il segno ha un suo significato e quindi può essere riusato. Le cose non sono in realtà così semplici: il giapponese ha poi ideato due alfabeti sillabici fonetici (hiragana e katakana) di ausilio, mentre il cinese ha scelto per le traslitterazioni fonetiche di usare ideogrammi esistenti infischiandosene del loro significato; inoltre il cinese qualche decennio fa ha scelto di semplificare alcuni ideogrammi (avete mai visto tra le lingue il “cinese semplificato”?), cosa che il giapponese non ha. Ad ogni modo è opinione comune che cinesi e giapponesi possono più o meno trovare un senso nelle scritte dell’altra lingua, anche se non è poi molto vero, come racconta Language Log.
Ma come in tutte le lingue ci sono dei falsi amici. L’esempio più eclatante è 手紙, che in giapponese significa “lettera” mentre in cinese “carta igienica”. O forse in effetti il significato non è poi così distante?
Ultimo aggiornamento: 2016-09-15 09:57