Libreriamo

La scorsa settimana Mitì Vigliero ha scritto sul suo profilo Twitter a proposito del sito Libreriamo, che aveva preso alcuni dei suoi articoli e li aveva ricopiati aggiungendo in calce la scritta ©RIPRODUZIONE RISERVATA. No, non c’era scritto da nessuna parte che gli articoli erano di Mitì. A questo punto la gente ha cominciato a scoprire altri articoli tra il copincollato e lo scopiazzato, tutti senza alcuna indicazione dell’autore originale. Come racconta BookBlister, dopo qualche tentativo di nascondere sotto il tappeto le critiche alla fine Libreriamo ha ceduto, cancellando alcuni articoli e indicando la fonte di altri. Tutto bene? No.

Nell’epoca della riproducibilità a costo zero, la proprietà intellettuale assume un’importanza molto maggiore, anche se c’è sempre chi dice “che ci vuole a scrivere due cazzatine?” (Se non ci vuole nulla puoi anche scriverle senza copiarle, no?) Non è necessariamente un problema di soldi: uno può anche decidere di lasciare liberamente disponibili i propri lavori e può anche accettare che siano degli altri a guadagnarci, ma vuole comunque che siano riconosciuti. Inoltre è troppo facile far finta di nulla finché non c’è qualcuno che si arrabbia, sperando di farla franca il più possibile. Comunque per quanto mi riguarda ho deciso che il valore aggiunto di Libreriamo è sufficientemente vicino a zero da evitarlo e cercare le fonti originali.

Ultimo aggiornamento: 2016-06-12 22:31

Un pensiero su “Libreriamo

  1. Banasci

    tutto giusto però lo fanno anche i principali quotidiani nazionali, specialmente coi contenuti multimediali. In nome del diritto di cronaca

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