basta con questo Sol Invictus

Non ho ben capito perché, ma quest’anno il numero di persone che si sono premurate di far sapere al mondo – o almeno ai loro contatti – che il Natale non è altro che la festa del Sol Invictus (per celebrare il solstizio di inverno) riciclata per farla dimenticare. Beh, non vedo tutto quel grande problema: tanto il Natale sarebbe comunque stato festeggiato dai cristiani, anche se in un altro giorno.

D’altra parte anche il Sol Invictus è stato reso ufficiale nel 274, e immagino che quella festa fosse stata anch’essa riciclata. D’altra parte, tutte quelle feste sono poste in corrispondenza di una data dal significato simbolico: probabilmente quello del Natale deriva dalla scelta del 25 marzo come data dell’Annunciazione, il quale a sua volta dovrebbe derivare dal 14 di Nisan (cioè il giorno di Pasqua) ebraico, che finalmente è il giorno in cui c’è la prima luna piena di primavera. In definitiva, il percorso della Terra intorno al sole c’entra sì, ma bisogna guardare a un equinozio e non a un solstizio.

Volete festeggiare il Sol Invictus? Fatelo pure. Ricordatevi però che nell’anno in cui è stato formalizzato nell’impero Romano il solstizio si era già spostato di tre giorni: quindi se lo festeggiate il 25 dicembre state commettendo un falso storico. E ricordatevi anche che state diventando conformisti.

Ultimo aggiornamento: 2015-12-25 21:11

3 pensieri su “basta con questo Sol Invictus

  1. un cattolico

    Spero tu abbia passato un sereno e santo Natale :)

    Nella prima frase manca qualcosa, provo ad immaginarlo mettendolo tra quadre in grassetto: «Non ho ben capito perché, ma quest’anno il numero di persone che si sono premurate di far sapere al mondo – o almeno ai loro contatti – che il Natale non è altro che la festa del Sol Invictus (per celebrare il solstizio di inverno) riciclata per farla dimenticare» [è strabordante]?

    L’hai letto l’articolo del Corriere del 24 che parla proprio del Sol Invictus? È tratto dall’Opera Omnia di Ratzinger edita dalla LEV per l’edizione italiana (sesto volume, secondo tomo), ed è una meditazione sul Natale scritta tra il ’59 e il ’60.

    http://www.corriere.it/cultura/15_dicembre_24/natale-quel-bambino-che-ci-libera-paura-0e9e63ce-aa12-11e5-85c0-9f00ee6a341c.shtml

    [testo cancellato]

    (© 2015 Libreria Editrice Vaticana, traduzione di Pierluca Azzaro)

    1. .mau. Autore articolo

      @un cattolico: ehm… ho cancellato tutto il testo per l’ottima ragione che è violazione di copyright (non so se il Corriere abbia chiesto alla LEV i diritti, ma questo non è un mio problema). Lascio solo qui qualche brano (come diritto di citazione), da cui si evince che il non ancora al tempo papa emerito ha un’idea esattamente opposta alla mia (e favorevole a chi dice che il Dies Invictus è stato appunto riciclato).

      Il mondo in cui sorse la festa di Natale era dominato da un sentimento diffuso molto simile al nostro. Si trattava di un mondo in cui il «crepuscolo degli dei» non era un modo di dire, ma un fatto reale. Tutt’a un tratto, gli antichi dèi erano divenuti irreali: […] E così, tramontati gli antichi astri, egli dovette cercare nuove luci. Ma dov’erano?

      Una corrente abbastanza diffusa gli offriva come alternativa il culto della «luce invitta», del sole, che giorno dopo giorno fa il suo corso sulla terra, sicuro di vincere e forte quasi come un dio visibile di questo mondo. Il 25 dicembre, al centro com’è dei giorni del solstizio invernale, soleva essere commemorato annualmente come il giorno natalizio della luce che si rigenera in tutti i tramonti […]

      Le liturgie della religione del sole molto abilmente si erano così appropriate di una paura e insieme di una speranza originarie dell’uomo. […] Si trattava di un segno fin troppo visibile agli occhi degli uomini, molto più visibile e attraente del segno della croce nel quale giungevano gli annunciatori della fede in Cristo. Eppure, la loro fede e la loro luce invisibile ebbero il sopravvento sul quel messaggio visibile col quale l’antico paganesimo cercò di affermarsi.

      Molto presto i cristiani rivendicarono a sé il 25 dicembre, il giorno natalizio della luce invitta, e lo celebrarono come il giorno della nascita di Cristo, in cui essi avevano trovato la vera luce del mondo.

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