La scuola italiana nel XXI secolo

Anna si è candidata come rappresentante dei genitori nella classe di Jacopo ed è stata eletta (oh, c’era anche un’altra candidata!). Il primo passo è ora chiedere ai genitori telefono ed email. Essendo Anna una persona molto più precisa del sottoscritto, il foglietto con la richiesta è scritto in italiano, inglese, spagnolo, arabo e cinese mandarino. (è anche stato specificato che le ulteriori comunicazioni saranno in italiano o inglese). Per fortuna che (a) ho tanti amichetti che mi hanno tradotto il testo nelle varie lingue e (b) non avevamo cingalesi, perché lì sarei rimasto davvero fregato :-)

Ultimo aggiornamento: 2015-10-26 12:01

4 pensieri su “La scuola italiana nel XXI secolo

  1. un cattolico

    «inglese, spagnolo, arabo e cinese mandarino».

    ! Hanno concentrato tutti gli stranieri coetanei in una sola classe? L’alternativa è che Milano sia mooolto più cosmopolita di Roma. :) Sia come sia Jacopo e Cecilia sono fortunati per molti aspetti. Speriamo non ne risentano le lezioni di italiano, per venire incontro alle legittime esigenze di chi lo apprende come seconda lingua.

    1. .mau. Autore articolo

      ovviamente no, la classe di Cecilia e le altre due prime hanno una composizione similare. Con Cecilia c’è un problema in più, perché è arrivato un filippino in Italia solo da maggio, che non parla sicuramente italiano e quasi sicuramente inglese ma solo tagalog, e in patria non ha fatto nulla di equivalente a un asilo; e a quanto pare i mediatori culturali sono stati tagliati.
      In generale almeno nella zona dove abito io i bambini sono nati in Italia e hanno fatto l’asilo, quindi per loro il problema della lingua non c’è: mi era capitato di vedere i loro fratellini e sorelline maggiori fare da interpreti tra le loro mamme e le maestre.

  2. S.

    Mia moglie è rappresentante di classe da anni. Gli avvisi sono sempre e solo in italiano e gli stranieri se proprio hanno bisogno se lo fanno tradurre dai figli che vanno a scuola per imparare l’italiano.

    Io invece mi tengo ben stretto il consiglio d’istituto in cui anche gli stranieri parlano sempre e comunque italiano.

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