Lunedì prossimo a Milano partirà l’Area C: in pratica, chi entrerà nella parte centrale di Milano, quella delimitata dalla cerchia dei Bastioni, dovrà pagare 5 euro. Finora c’è stato l’Ecopass: l’area era la stessa, ma chi aveva un’auto benzina Euro3 e Euro4, o un diesel Euro4 con filtro antiparticolato non pagava. Peggio, chi abitava all’interno della cerchia dei Bastioni prima era comunque esentato, mentre ora deve pagare anche lui quando rientra: due euro invece che cinque, con 40 ingressi omaggio, ma deve pagare. Il comune di Milano sta martellando di pubblicità tutto il martellabile, mi è arrivata un’email, Anna in qualità di capofamiglia ha ricevuto una lettera, e hanno persino tentato di mettere il comunicato istituzionale su Wikipedia… E la gente che dice?
Tralasciamo le dichiarazioni di Formigoni, che nella sua intelligenza ha sentenziato che «con Area C si discrimina anche chi non inquina»: la cosa è ovviamente voluta e rispecchia il risultato dei referendum consultivi della scorsa primavera. (Poi le macchine più inquinanti non possono proprio più entrare, tra l’altro…). Vediamo invece cos’è successo nell’assemblea della zona 1 (quella centrale), con l’assessore Maran pesantemente contestato. Mettiamo innanzitutto le cose nella loro giusta cornice: storicamente il centro di Milano è la zona che vota più a destra e “casualmente” si scopre che la contestazione è guidata da tale avvocato Roberto Lassini. Vi dice niente il nome? Vi ricordate i manifesti “via le BR dalle procure”? Ecco con chi si ha a che fare.
Detto questo, ci sono indubbiamente alcuni punti che possono giustamente essere migliorati: se qualcuno abita in una via a senso unico che lo costringe a uscire dall’Area C potrebbe forse aver senso un accesso giornaliero gratuito dall’ingresso più vicino (anche se qualcuno mi deve spiegare perché bisognerebbe girare in auto all’interno di un cerchio di un paio di chilometri di diametro pieno di mezzi pubblici). Più corretto – e sono contento che se ne siano accorti da soli – accorciare la fascia per i residenti in centro, anticipando la fine del blocco dalle 19:30 alle 17:30. Se uno lavora fuori dal centro non è detto che gli sia comodo arrivare con i mezzi, ed è giusto permettergli di tornare a casa a un’ora civile. Però quando leggo che qualcuno si lamenta perché «Chi dovrà invece, per recarsi al lavoro, uscire ogni mattina dalla città per far rientro alla sera (o viceversa) sarà tassato. Per un percorso che per alcuni non supera i 500 metri» mi domando se ha idea di quanto ci si metta a percorrere a piedi cinquecento metri. Probabilmente no, il che dimostra che l’automobile fa male.
Ultimo aggiornamento: 2012-01-11 11:29
Chi è residente non entrava gratis nemmeno prima: aveva al massimo diritto ad abbonamenti a prezzo scontato. Io ho abitato per un anno e passa a 10 metri dal confine (in una zona fra l’altro infestata da parcheggiatori abusivi che ti chiedono 2 euro per dare un’occhiata alla macchina su striscie blu o gialle, e non mi si dica che non c’è connivenza con la polizia urbana*)… ma d’altro canto non mi è MAI capitato di rientrare prima delle 19:30, dato il traffico milanese!
*Non che dove abito adesso (marghera/de angeli) all’ora dell’aperitivo/palestra manchino: sosta su passi carrai, posti disabili, zebre, curve, semafori, linee di mezzeria, parcheggi a pagamento che piazzano le macchine sui marciapiedi o nei posti per residenti… e nonostante infinite segnalazioni, vigili non se ne vedono mai prima della mezzanotte, le auto per multe a strascico strombazzate non si sono mai viste… ecc… Curiosamente ox populi vuole che le stecche ai vigili le paghino le gelaterie di via Marghera e non i ristoranti di via Sanzio. Strano.