guadagna coi blogh!

Grazie a Peppe, ho scoperto questa imperdibile offerta di lavoro postata sul FriendFeed (qui uno screenshot, perché non si sa mai cosa può succedere). Copincollo il testo:

Un nuovo network di blog cerca collaboratori, in quasi tutti gli ambiti. Primo mese di prova 0,50 euro a post (max 3 post a settimana per autore), dal secondo mese post e news saranno pagati da 1 a 2,50 euro in base alla qualità e ai temi trattati. Se interessati inviare curriculum, richieste o articoli di prova a [omissis]

Avete letto bene: zeroeuroecinquanta a post (massimo tre la settimana). Non è uno scherzo, a meno che non sia una campagna di trollaggio in grande stile: il tipo in questione ha commentato scrivendo «Scusa ma secondo te i grandi network quanto pagano i loro blogger??? Manda qualche curriculum e poi ti renderai conto di come girano le cose» e «non si scrive solo per soldi… ma anche per passione. Voi che parlate tanto ovviamente avete tanta esperienza nel settore e di sicuro avrete guadagnato migliaia di euro con i vostri post entusiasmanti!».
Io che sono uno scrittore veloce posso buttare giù un post come questo in un quarto d’ora, il che corrisponderebbe a una paga oraria di 2 euro (adesso, ben 4 euro alla fine del periodo di prova). Quando ero giovane c’erano gli annunci per infilare perline nelle collane: credo che il ricavo fosse più o meno lo stesso ma almeno non venivi preso per i fondelli sulla tua “passione”… La cosa che io trovo davvero triste in questo è l’idea che la passione possa essere acquistata per due noccioline. Certo, io scrivo per passione, sia queste sciocchezzuole fatte con la mano sinistra che i post più seri che mi richiedono varie ore per recuperare, interiorizzare e riformulare il materiale. Il costo virtuale di tutto questo è ben superiore a quello che mi potrebbe venire offerto; perché allora dovrei mercificare il tutto? Non metto nemmeno annunci pubblicitari sul blog per la stessa ragione. Ecco: se uno è davvero convinto del suo progetto e crede che sia qualcosa di innovativo – io ne dubito, ma si sa che sono un bastardo dentro – secondo me ha due scelte. O cerca dei capitali esterni e paga seriamente per un lavoro serio, o chiede esplicitamente un supporto gratuito. La mancetta la può lasciare al figlioletto seienne.
Aggiornamento: (13:30) Toh, il tipo ha disabilitato i commenti e cancellato tutti quelli presenti (che nello spirito del Frenfi erano un tipico esempio di presa per i fondelli… eccetto naturalmente i suoi). Fortuna che Stark ha salvato il tutto (e non è stato il solo)…
Aggiornamento: (15:10) Il tipo (dopo aver cancellato del tutto il post…) mi ha scritto. Non posso citarlo, perché me l’ha esplicitamente vietato; mi sono limitato a cancellare i riferimenti al suo nome e indirizzo email nello screenshot perché non sono certo la cosa più importante. Comunque il tipo continua ad essere convinto di aver ragione e che noi ce la prendiamo con i poveretti e non con i Poteri Forti (no, non l’ha scritto così, ve l’ho detto che non posso citarlo…)

Ultimo aggiornamento: 2014-03-05 11:05

16 pensieri su “guadagna coi blogh!

  1. mestesso

    Qualsiasi cosa ha un suo valore, ed il mercato si fa in due: chi offre e chi vende. Oggi c’è la crisi, e per dirne una, la fidanzata di un mio collega lavora a euro 4/ora per fare la moderatrice del Grande Fratello. Pochissimo, direte voi, certo dico, sempre meglio del niente (alias disoccupata). Qui vale la stessa regloa, il tempo ci dirà il risultato.
    Cmq, in Cina si è non uno, ma due passi avanti: si pagano sia i blogger che i postatori ai bloggher, con tariffe simili a quelle che tu citi.
    That’s market life.

  2. .mau.

    @mestesso: però fare la moderatrice del Grande Fratello non richiede anche un impegno intellettuale.

  3. Indomabile

    (eh ma pure io c’ho da fare. per questo la mattina presto segno e poi torno per seguire. ma nunglielafò, forse dopo pranzo, eppure son qui che non riesco a scollarmi dall’iPad me lo porto dietro dappertutto curiosa come una scimmia)

  4. mestesso

    @.mau.: Il valore del lavoro (alias la remunerazione che il lavoratore percepisce) è funzione dei suoi “punti di forza” e “punti deboli”. Esempio: un lavoro notturno, quale che sia, viene pagato di più dello stesso fatto in orari diurni per maggiori disagi, ma meno di lavori diurni che implicano (per il datore di lavoro) un rischio maggiore (=perdita di soldi per lavoro fatto male, etc).
    Ora, che questo implichi o necessiti di un plus intellettuale è una tua presunzione, e ti posso assicurare è sempre meno vero nel mercato del lavoro attuale ;-).

  5. mestesso

    @Lobo: censura i post all’interno del Forum che non rispondono ai criteri editoriali dello stesso (no, non vi dico i criteri neanche sotto tortura perché non voglio che la mia fonte abbia problemi).

  6. .mau.

    @mestesso: mi piacerebbe che tu mi spiegassi dove io avrei scritto che un plus intellettuale debba corrispondere a una paga maggiore.
    (aiutino: A → B non è la stessa cosa di B → A)

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