ascetagghe

[la grammatica è UN opinione]
In questi giorni è uscito un nuovo libro di Stefano Bartezzaghi, Come dire, che ha come sottotitolo “Galateo della comunicazione”. Mi è stata graziosamente spedita una copia: ora che riprendo a respirare inizierò a leggerlo sicuramente con gusto. Ma non è di questo che volevo parlare: la recensione la pubblicherò a suo tempo.
Repubblica, il quotidiano a cui Stefano collabora, ieri sera ha pubblicato un articolo al riguardo. No, non un articolo sul libro: libro che è pubblicato da Mondadori, quindi dall’Arcinemico, e che non può certo essere citato così aggratis. L’articolo è sulla discussione avvenuta ieri su Twitter con l’hashtag #comefare (per chi non è aduso a Twitter: l’hashtag è una parola che inizia con il carattere “#”, hash in inglese, e che viene messa nei messaggi twitter in modo che chi voglia leggere tutto quello che è stato scritto su un certo tema possa usare la parola stessa come chiave di ricerca. Il “#” serve naturalmente per eliminare i falsi positivi).
Bene, anzi male. L’articolo è stato pubblicato ieri sera alle 18:44. Adesso (le 10:30 del giorno dopo) continuano a campeggiare nelle prime tre righe del testo l’espressione «ash tag» (in corsivo, come per spiegarci che non è un’espressione italiana… peccato non sia neppure inglese) e soprattutto «*un opinione» senza il doveroso apostrofo prima di una parola che a meno di decreti legge promulgati nottetempo resta di genere femminile. Il tutto, lo ricordo, in un articolo che parla di come i retaioli amino parlare di grammatica… “grammar nazi” sarebbe il termine usato in genere ma non oso pensare come il signor «© Riproduzione riservata» potrebbe traslitterarlo [*]. O mi state dicendo che è tutto un modo per parlarne di più?
[*] Ecco, io spesso sono un grammar nazi e rabbrividisco nel vedere usato in un articolo la forma “E'” invece che “È”.

Ultimo aggiornamento: 2011-10-12 10:30

16 pensieri su “ascetagghe

  1. Sphera

    Concordo. Tra tutte le nefandezze, e sono molte, la E’ anziché È mi irrita come un’ortica sotto l’ascella. E mi ricordo con orrore un ex collega, laureato e iscritto all’ordine dei giornalisti, che diceva che non si poteva fare altrimenti, perché sulla sua tastiera la È non c’era.

  2. sleepers

    Sollievo.
    Pensavo di essere l’unico fesso ad usare alt+0200, perché, né, dà, po’ eccetera; ma è comunque una battaglia persa, anche il professor Grammaticus e la sua macchina ammazza-errori (Rodari) hanno dovuto alzare bandiera bianca, alla fine.

  3. Licia

    Viene in mente la Muphry’s law…

    PS Anch’io non sopporto e da sempre uso Alt+0200. Però in Word e Outlook (nessuno è perfetto!) è ancora più semplice, basta digitare è, evidenziarlo, e poi premere MAIUSC+F3.

  4. .mau.

    @Licia non so, io uso una tastiera virtuale US-International e per me digitare accento grave + E ha la stessa complicazione di digitare E + ` + spazio :-)

  5. Licia

    Anch’io l’ho usata per un po’ di tempo però poi sono tornata alla tastiera “inglese”, quella con cui avevo imparato ai tempi di Word 3 per DOS, perché mi sono resa conto che scrivevo comunque più velocemente con quella, anche se non ha nessun accento.

  6. mfisk

    io ci ho la tastiera italiana e scrivo E’ perché non so come diavolo scrivere È senza rompermi la testa.

  7. laperfidanera

    .mau. ora so perché ti adoro! anche io sono una “grammar nazi”…
    Mai scriverei “perchè” “un’altro” “un opinione” o peggio “bhe”, “xchè” e altri simili orrori (sono avvantaggiata, ho una tastiera con tutte le possibilità di accenti).
    Se mai, per distrazione, dovessi scrivere un errore del genere, vi prego di scudisciarmi sulla pubblica piazza, così imparo a rileggere!

  8. iant

    Io invece sono un nostalgico dei tempi in cui non si potevano usare i codici ASCII superiori a 127.
    Ancora oggi, quando voglio essere assolutamente certo che il destinatario legga esattamente cio’ che io ho scritto (e non dei caratteri “strani”), faccio le accentate “a manovella”…
    cia’nt

  9. Giuseppe

    E sotto Linux premere “è” su una tastiera IT con il caps lock attivo fa uscire una bella È.

  10. maxxfi

    In genere faccio il possibile per applicare il principio del buon Postel “be liberal in what you accept, be conservative in what you send” in ogni tipo di comunicazioni, per cui rimango sempre un po’ sorpreso dalla forza delle reazioni alla “e'”.
    Certo, graficamente non è una scrittura particolarmente elegante, ma l’informazione è li. È un po’ come se qualcuno mi dicesse “non scrivermi in Unicode, che devo leggere due caratteri per ogni lettera”…
    Detto questo, uso normalmente Linux + tastiera nordica, per cui ho due bei dead key: uno con accento acuto e grave e uno con circonflesso, umlaut e tilde, e mi pare una soluzione molto versatile, e a cui non è difficile fare l’abitudine.

  11. .mau.

    @maxxfi: in una mail o anche un post di un blog non mi curo molto di queste cose. Ma in un articolo, anche se online, del secondo maggior quotidiano italiano io pretendo di più.
    @giuseppe: me lo fa anche la mia tastiera Windows, ho appena provato :-P

  12. maxxfi

    @.mau.: Beh certo, in una pubblicazione (che dovrebbe avere dietro professionisti che ne sanno di DTP, ecc.) sono d’accordo anch’io.

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