Ieri pomeriggio ero a Torino a firmare il compromesso per vendere la vecchia casa. Terminate le pratiche, ho visto che il primo treno utile e prendibile sarebbe partito dopo un’ora; non avevo nulla da fare, la serata era tiepida, dalla mia (ormai ex) casa a Porta Susa ci sono poco più di quattro chilometri, e così ho pensato di farmela a piedi. Via Monginevro, corso Montecucco, via Frejus, corso Inghilterra: tutte strade che negli anni sono un po’ cambiate, ma che conosco comunque ancora bene.
Mentre camminavo al mio solito buon passo, mi è venuto in mente che non era certo la prima volta che mi macinavo qualche chilometro per andare da una parte all’altra di Torino; non l’ho fatto spesso, anche perché in genere era più comodo prendere la bicicletta o i mezzi pubblici, però l’ho fatto. La parte nordovest della città l’ho conosciuta così. Poi però mi è venuto in mente un altro pensiero: che quella sarebbe con ogni probabilità stata l’ultima volta in cui l’avrei fatto.
Sono stati in tanti a parlare dell’ultima volta in cui hanno fatto qualcosa, che fosse fare l’amore con una certa persona oppure fare una corsa in un certo prato. In genere costoro rimpiangono di non aver saputo che quella volta là sarebbe stata l’ultima, perché l’avrebbero assaporata meglio e quant’altro. Beh, posso assicurare loro che a saperlo in anticipo la cosa non migliora, anzi.
Ultimo aggiornamento: 2009-09-23 11:13
Complimenti per il post.
Hm, non siamo più “vicini” remoti, allora…
Mi spiace.
Comunque non è detto che debba essere stata l’ultima volta. Forse l’ultima volta con uno scopo. Ma puoi tornarci quando vuoi a fare quel percorso, o altri.
Magari è l’ultima volta che sei entrato in casa ex-tua, ma la strada lo rimane. Torino pure. Come rimane mia, anche se io sono a 660Km di distanza.
C’è stata una volta, eoni fa, in cui feci l’amore con una persona sapendo che era l’ultima: e la cosa non fu punto bella.
@Laura: in casa non ci sono nemmeno entrato, a dire il vero. Quello forse l’ho metabolizzato abbastanza quest’estate, a furia di buttare via cose. È la camminata che mi ha fatto più male; essa è stata la summa di una parte della mia vita che ormai è definitivamente terminata, non solo perché sto vendendo la casa torinese. Può darsi che macinerò ancora chilometri a piedi a Milano o altrove, ma è più probabile che spingerò un passeggino per qualche centinaio di metri :-)
Meglio non saperlo. La vita, almeno in questo, è stata organizzata bene.
Non sottovalutare la potenza dei ricordi! Se penso quante pagine sono state scritte, quante parole ho sentito dire e quante ne ho dette su di loro, mi vengono i brividi solo per la quantità.
E di qualche parola, di qualche ricordo, una piccola lacrima dentro…ma che vivranno finchè io avrò vita. E se alcune di queste riuscirò a tramandarle a mio figlio Lorenzo, certi ricordi vivranno ancora più a lungo, ed io sarò più felice. Ti auguro lo stesso, con tutto il mio cuore.
Io non ho mai cambiato città nella mia vita, se non per brevi periodi e già sapendo che era a termine.
Ho letto da più parti, principalmente legato a storie di migranti, che sdradicarsi dal posto in cui si è nati e cresciuti, anche volontariamente, è solo un po’ meno doloroso che essere deportati coattamente, ma che in realtà la sensazione che si prova è simile. (ed è il motivo per cui poi i migranti tendono a creare ghetti più che ad integrarsi, per ritrovare un palliativo della mancanza delle proprie radici).
Il tutto per dire che non credo sia legato a “l’ultima volta” in se, quanto al fatto che hai tolto l’ultimo legame fisico e concreto con l’idea che la tua città è Torino e le tue radici sono ancora li.
Io Genova la amo follemente e allo stesso tempo detesto ogni suo difetto, sogno alternativamente di viviere in grandi metropoli o eremi sperduti in campagna, a volte perchè mi sembra sia troppo provinciale, a volte perchè mi sembra troppo grande ed impersonale.
Resta il fatto che se dovessi andare via “a tempo indeterminato” ne soffrirei come si soffre alla fine di ogni grande amore.
Sapendo che ne troverò un altro, ma non sarà lo stesso. E sapendo che se anche tornassimo insieme, non sarebbe più lo stesso. Un’amante tradita non perdona quasi mai.
Guarda avanti, .mau., non ti abbandonare ai ricordi. Mai. I ricordi fanno solo male, e non esistono ricordi belli giacché il ricordo dei momenti belli fa ancora più male.
E, dato che sei in tema di rivoluzioni, rivoluzionare tutto e andare ad abitare a Torino è un’idea irrealizzabile?