Perché i lavoratori non votano più a sinistra?

Magari qualcuno si chiede come sia possibile che tra gli operai, secondo questo sondaggio del Sole-24 Ore, il PdL avrebbe il doppio delle intenzioni di voto del PD. A parte che io mi stupisco che tra i laureati il PD abbia il 28,2% contro il 27,2 del PDL, e che i primi dati del sondaggio non dicono quanti tra gli operai votino davvero a sinistra e non al centro, la mia sensazione è che la cosa non è così strana.
Faccio un esempio molto personale: in questi giorni si stanno svolgendo in Telecom le elezioni delle RSU. Ho visto soltanto un sindacato fare volantinaggio: l’UGL, insomma il sindacato azzurro. CGIL e CISL si sono limitati a mandare un po’ di volantini, la UIL (e stranamente i Cobas, ma forse la mia sede è un po’ fuori dagli standard) nemmeno quello. La forza del PCI erano le sezioni, e i volontari che andavano a fare proselitismo implicito con il loro esempio: adesso al più forse vanno a fare i volontari agli stand gastronomici delle feste dell’Unità, e il loro posto sul territorio è stato preso da altri. Ora, già la gente in genere preferisce chi dà loro ragione: ma soprattutto preferisce coloro con i quali riesce a parlare, e non per nulla la Lega sta crescendo a livelli ancora maggiori del 1994.

Ultimo aggiornamento: 2009-05-06 07:00

9 pensieri su “Perché i lavoratori non votano più a sinistra?

  1. Michele Costabile

    Infatti io trovo assurdo, di questi tempi, lamentarsi della politica, semmai ci si deve lagnare della mancanza di politica.
    Nei capannelli in piazza degli anni ’60 fra le vetrine bianche e le vetrine rosse si parlava di cose che riguardavano il Paese. Ora tutti parlano solo di una persona. Bene o male secondo la disposizione.

  2. Bubbo Bubboni

    Umm, quindi al tempo di internet i voti “veri” sarebbero condizionati in modo significativo dal proselitismo fisico-cartaceo e non dalla TV?
    Vediamo che battaglia ci sarà per la manovella del ciclostile…

  3. .mau.

    @Bubboni: secondo me, sì. Poi non serve essere così luddisti, e puoi anche dare il volantino fotocopiato con su scritto bello chiaro il nome del tuo sito: ma tanto nessuno sceglie il proprio voto guardando i programmi sull’internette.

  4. Giorgio

    è davvero messa così male la CGIL a Telecom? dalle percezioni che ho io, sul cosiddetto “territorio”, una sua presenza fisica la mantiene.
    (che poi gli iscritti CGIL votino in buona parte lega è un altro discorso, che ha a che fare che gli operai tornano a casa col loro bel volantino CGIL magari anche consegnato brevi manu dal delegato e si trovino il condomino magrebino, e i condomini sono sempre insopportabili, accendano la televisione, e se magari anche evitano mediaset si trovano Fabiofazio, Liciacolò o altro/a intellettuale di area che dice che l’incontro tra le culture è una vera figata, e loro si sentono un po’ presi per i fondelli)

  5. .mau.

    @giorgio: la mia percezione è nata a Torino, dove comunque SLC faceva i due terzi dei voti (percentuale che credo che ci sia anche qua a Milano).

  6. Fang

    > Ora, già la gente in genere preferisce chi dà loro ragione
    Ermmm…
    Scopo di un mio rappresentante, sindacale o politico, è difendere (nel limite del possibile) i miei interessi, quindi deve “darmi” ragione.
    Se per le sue idee le mie rivendicazioni sono sbagliate e i miei problemi sono irrilevanti, è chiaro che io non posso preferirlo (e che sarei un masochista a votarlo). Mi sembra il minimo: il minimo sindacale. :)
    Hai poi pienamente ragione sul dialogo: mi puoi bombardare di spot, ma se il tuo avversario -o anche l’ultimo dei suoi galoppini- si presenta, si interessa dei miei problemi e si attiva per risolverli, non ho dubbi su chi votare. A meno che non mi abbia già fregato una volta. :)

  7. mfp

    Stirling
    ( PD comitato d’affari: 0.30-1.00, Lavoratori credono alle favolette: 1.01-1.25, Laureati tutelano il proprio inutile investimento: 1.56-2.04 )

  8. Yuri

    La forza del PCI (e del sindacato) era sicuramente nell’organizzazione. E soprattutto i leader traevano la propria legittimazione proprio dal rapporto con la famosa base. Poi si può discutere se rappresentassero gli interessi della base o semplicemente li infinocchiassero per benino, ma dovevano ralazionarsi con loro.
    Non so però se sia un modello ancora proponibile… in realtà Berlusconi ha inaugurato la stagione del partito “in franchising”, in cui per diventare dirigente compravi (sì, compravi) il kit apposito (valigetta, cravatta regimental e non so cos’altro per la modica cifra di 500.000 lire) e diventavi dirigente di Forza Italia…
    Bel sistema… il problema è che sostanzialmente tutti gli altri gli sono andati dietro su questa strada. Dai partiti di massa siamo in pratica tornati ai comitati elettorali di inizio secolo di stile anglosassone (i Caucus).
    Come ho detto, non so se quello del partito di massa sia un modello ancora proponibile… ma se un tot di persone si è “buttato” su altre realtà (non solo politiche come la Lega, ma anche tutto il mondo del terzo settore), forse un effettivo bisogno di parlare con le persone ancora c’è….

  9. Alberto

    AL di là del voto degli operai quello che trovo interessante del sondaggio è l’estrema polarizzazione che esso denota tra le diverse categorie sociali rappresentate. Ho sott’occhio un testo dal titolo “Perché ha vinto il centro-destra” edito da Il Mulino sui sondaggi post-elettorali legati alle elezioni del 2001. Ebbene, ad esempio, allora tra i laureati l’Ulivo guadagnava solo 3 punti rispetto al dato complessivo, adesso PD+Di Pietro ne guadagnano da soli l’8% e sono piuttosto convinto che anche la sinistra radicale non vada male in questo segmento. Il PDL allora perdeva tra i laureati il 5% adesso ben il 13%.
    Ho l’impressione soprattutto che questo sondaggio sia uno specchio delle due Italie che si stanno sempre più fortemente contrapponendo, fino quasi ad avere una rappresentazione del paese diametralmente opposta. A mio parere, queste due Italie si formano principalmente a partire dalla tipologia di fonti di informazione. Esclusivamente la televisione per gli uni, televisione ma anche giornali e Internet per gli altri. Alla faccia di chi dice che la televisione non ha peso nelle vittorie di Berlusconi…

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