c’è ancora speranza

Ieri sera mi è capitato di sentire [*] l’inizio della trasmissione Presa Diretta su Raitre. Il servizio iniziale parlava della caccia al rumeno dopo lo stupro di san Valentino, e veniva intervistato un negoziante la cui vetrina era stata distrutta durante la successiva caccia al rumeno (i cacciati non c’entravano nulla, chiaramente). L’intervistatore, con chiaro accento romanesco, chiede al negoziante se conosceva i rumeni inseguiti dalla folla, e se lavoravano. La risposta: “Penso che lavorino”. (il video sarebbe qua, ma non riesco a vederlo: è nei primi minuti, comunque)
Se si esclude Bonolis, ascoltare un congiuntivo usato correttamente è un miracolo: l’italiano resiste ancora, insomma. Ah: il negoziante era un kebabbaro pakistano.
[*] tecnicamente stavo leggendo un libro, per quello non ho scritto “vedere”

Ultimo aggiornamento: 2009-02-23 14:01

Un pensiero su “c’è ancora speranza

  1. Yuri

    Mah, guarda, in realtà credo che dipenda molto dalla regione…
    Ad esempio dalle mie parti (romagna) è normale usare il congiuntivo (lo si usa abitualmente addirittura in dialetto), ma trovare a Roma qualcuno che lo usi è praticamente impossibile…
    In compenso però le donne hanno l’articolo davanti… la Carla, la Giorgia, la Valeria…
    Solo le donne però, non diciamo il Mario, il Franco, il Giulio…
    Mah…

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