Geminello come Baricco

Massì, siamo ancora in vacanza, e possiamo aggiungerci anche noi alla vagonata di gente che ha commentato l’articolo di Geminello Alvi: così contribuiamo anche noi a farlo felice, mostrandogli che ha proprio ragione a dire male dei bloggher; perche non ci crede nessuno che non andrà a vedere tutti i commenti, per poter scrivere la parte successiva del suo pippone. Ma lasciando da parte il plurale majestatis, trovo più interessante estrapolare alcune frasi che io ritengo molto significative.
– I blog sono visti da Alvi come «Un nervosismo di insulti svogliati, sfoghi di invidia o meschinità di cui si è felici»; già da qua si vede come il nostro economista sappia scegliere quei pochi blog che si pompano di più. Una scelta casuale nel blogocono tirerebbe fuori con ogni probabilità un qualche diario (tardo)adolescenziale. D’altra parte, non è che negli editoriali dei quotidiani io veda cose tanto diverse: ecco, forse gli insulti svogliati no, in effetti.
«Ma [i blog] che valgono qualcosa sono pochi siti a pagamento nei quali si limitano o si cooptano i partecipanti.» Di nuovo l’economista esce fuori. Immagino che “a pagamento” significhi “dove chi scrive è pagato”. Calvino (Giovanni, non Italo) sarebbe fiero di Geminello: è ovvio che le cose fatte aggratis non possono essere simbolo di Grazia (quella divina, non quella Mondadori)
«si sente in questo mai firmarsi col suo vero nome di chi invia messaggi una caduta ulteriore.». Se non ho capito male l’Alvipensiero, qui ci siamo spostati: i blog sono il Male anche perché i commenti ai post sono anonimi. (L’alternativa è pensare che un intellettuale come lui non si sia accorto che salvo rari casi, il nome del tenutario di un blog è sempre visibile. Anche il mio: basta cliccare su “chi sono” nella colonna di destra nella pagina principale). Un po’ come dire che i giornali valgono poco perché c’è chi ci incarta il pesce dentro.
Ma fosse stato solo per questo, non sarebbe nemmeno valsa la pena di mettermi qui a scrivere queste righe. La parte che ho trovato davvero interessante non c’entra nemmeno con i blog, ed è questa:
Internet diseduca anzitutto perché solo una persona ch’è già molto colta è in grado di orientarsi nella sua infinità di voci, ma allora non ne ha bisogno.
Al leggerla, mi si è accesa una lucina: Baricco, I barbari. Esattamente lo stesso concetto, da due persone che – almeno a quanto ne so – sono politicamente su sponde opposte. Misoneismo[*] allo stato puro. Il tutto legato a quello che posso parafrasare come “Io ho studiato e quindi posso parlare e scrivere e commentare. Voi no”. Controprova: rileggete l’articolo originale. Non c’è nessuna citazione esplicita a un qualche blog – non dico il nome che in quel contesto non era magari nemmeno importante, ma una caratteristica che permetta a qualcuno di dire “ah sì, si sta riferendo a Tizio oppure a Caio”. C’è la massa informe, e basta. E deve essere così, perché altrimenti l’assunto di base va a farsi benedire, dato che non c’è più la contrapposizione io-voi. Attenzione: non sto affatto dicendo che i blog (notate il collettivo) abbiano chissà quali grandi qualità: se ne prendiamo uno a caso, anche queste mie notiziole che come sapete sono buttate giù senza nemmeno essere rilette, il valore è probabilmente quello che è. Il punto è proprio quel “probabilmente”, che non è la chiusura totale del buon Geminello Alvi. E visto che lui – come del resto Baricco – stupido non è, significa che quell’articolo non è semplicemente un riempitivo buttato giù perché tanto lassù sulle montagne non aveva nulla da fare: è stata proprio una sua scelta. Tenetene conto.
[*] il misoneismo è l’odio delle cose nuove: non lo dico per i miei ventun lettori che sicuramente lo sanno, ma per chi passa per caso di qua.

Ultimo aggiornamento: 2009-01-05 16:33

11 pensieri su “Geminello come Baricco

  1. Barbara

    Lo so che non rileggi per principio. Ma il punto in fondo alla frase? “quale grandi”? Pensa ai tuoi lettori allergici agli errori di battitura!

  2. mestesso

    già da qua si vede come il nostro economista sappia scegliere quei pochi blog che si pompano di più
    Io non tengo statistiche sul numero dei blog “buoni” vs “cattivi”, anche perché altamente soggettive, quindi in generale poco utili. Posso dire però una cosa: dei 100 blog visitati in diversi mesi, io ne tengo buoni si e no 20.
    Per me non è una media buona, ripeto, a mia personalissima veduta, e non la impongo a terzi sotto forma di articolo per questo motivo. Poi immagino anche di avere gusti nettamente diversi dal Geminello ;), ma la sostanza del discorso non cambia.
    Di blog ce ne sono di bellissimi, brutti e cattivi, e la quantità non è mai sinonimo di qualità. Ma le persone intelligenti lodano il buono e buttano via la pula, non si sfogano in questa maniera.
    Inoltre ognuno deve, in completa libertà e pieno relativismo etico, decidere cosa sia bene o male vedere, sui blog come la tv o sui giornali. La collettività decide cosa sia bene o male. Le filippiche le lascio ai censori, che sono sempre persone poco illuminate e limitate da meschini orizzonti. Lasciamole nel loro brodo! Internet ed i blog se ne fregano di questo qui ;).

  3. vb

    Io però devo dire che quando per caso parlo di blog con persone che ne leggono, sono molti quelli che ai nomi dei più famosi (Mantellini, Sofri, ecc…) reagiscono con aggettivi come “mediocre”, “raccomandato”, “banale”, “leccac…” o “autoreferenziale” e invece mi segnalano blog molto meno conosciuti ma che per loro sono qualitativamente migliori.
    La critica di Alvi (per quel che ne riporti, certo non perdo tempo a leggermi l’articolo originale…) non vale per tutti i blog e magari è anche in cattiva fede, ma paradossalmente sembra che i blog comunemente presentati come “simbolo dei blog italiani” diano spesso una impressione peggiore del vero sulla qualità della blogosfera italiana. (Tutto questo senza voler tirar dentro Grillo, che tutti vedono come un caso a parte ma che per moltissimi abbassa ulteriormente la media.)

  4. long john silver

    Credo siano le stesse identiche critiche che vennero mosse contro i primi siti internet: c’era (c’e’ ancora) robaccia da adolescenti, robaccia seria, qualcosa di utile, uno zic di informazione e un mare di roba qualsiasi.
    Con i blog e’ la stessa cosa. Per come la vedo io, Geminello e’ piu’ che stupido, e’ una vergogna. Perche’, sebbene sia un giornalista, cade nel banale – banalissimo! – errore di confondere il mezzo (internet, i blog) con i contenuti.
    p.s. Caro Mau, non so mai se tra i tuoi 21 lettori conti anche me. Ma il misoneismo proprio non sapevo cosa fosse :P Quindi grazie per l’asterisco ;)

  5. .mau.

    @vb: Alvi non ha segnalato nulla di positivo: l’unica frase non sprezzante è quella che ho citato sui “siti a pagamento”. Poi io amo poco i simboli, si sa…

  6. Yuri

    @Mau: aggiungi anche il mio nome a quello di long john silver… il misoneismo proprio non lo conoscevo.
    Scherzi a parte, un “nervosismo di insulti svogliati, sfoghi di invidia o meschinità di cui si è felici”. Ma che blog ha letto? No, seriamente, si sa che internet è un mare immenso. Magari c’è anche quello, magari lui per fretta, svogliatezza o per dimostrare un tesi precotta, si è limitato a guardare “alcuni” blog, che più che altro sono una sorta di pulpiti virtuali per frustrati in cerca di notorietà. Ma dubito fortemente che il grosso dei blog sia così…
    Quanto all’anonimato… beh… ci sta anche quello, su internet c’è sempre stato, anzi anche da prima, dai tempi delle BBS. Molti blog sono una sorta di diari virtuali e credo che sia proprio l’anonimato che aiuta a scrivere certe cose (certo, servono anche a sfogarsi, un po’ come certi graffiti sui muri, ma più rispettosi del decoro urbano). Se poi uno vuole che tutto sia in piazza con nomi e cognomi, c’è sempre facebook.
    Ah… i bei vecchi tempi in cui per i mass media internet era solo un ritrovo di adolescenti brufolosi e pedofili…
    (oh, sto scherzando :))

  7. Giorgio

    nemmeno io sapevo cosa fosse il misoneismo. nel mentre aggiorni le tue statistiche sui lettori, grazie per la precisazione

  8. francesco

    Ma I Barbari lo hai letto o solo scorso?
    Perche’ la tesi di Baricco e’ che sono “i barbari” a costruire la civilta’ di domani, mentre i contemporanei, come Geminello Alvi, assumono posizioni di retroguardia in difesa dello status quo.
    ciao
    f.

  9. .mau.

    @francesco: ho letto la prima parte mentre usciva su Repubblica. A me non ha dato quell’idea.

  10. Marco Antoniotti

    La cosa che più mi ha colpito è l’argomento riportato secondo cui solo chi “ha cultura” si può orientare “in Internet” (o “Interdet” :) ). È lo stesso argomento che ho letto qualche giorno fa (credo fosse addirittura le Communications of the ACM). L’intervistatore aveva a disposizione Jimmy Wales (Wikipedia) ed un “avversario”. L’avversario citava appunto nozioni tipo “gerarchia di conoscenze” e “selezione di cosa deve andare dentro all’Enciclopedia Britannica”.
    A presto

    Ntuniott

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