Irlanda sì, Irlanda no (buona la seconda)

A quanto pare, quei cattivoni degli irlandesi hanno affossato le residue speranze di avere una Costituzione Europea. O almeno è quello che viene detto più o meno ovunque, tranne che per i leghisti che immagino temano che se il Trattato di Lisbona venisse approvato non ci sarebbe più la possibilità di una Padania Libera Indipendente e soprattutto Fatta Di Soli Padani. Ah sì, poi c’è Marcello Pera che sulla Stampa di oggi spiega che questa è la vendetta dei cristiani (immagino perché nel preambolo del trattato non si fa menzione delle radici giudaico-cristiane), ma questa è solo la controprova che in Italia chiunque può diventare presidente del Senato. All’estero, dimostrando un enorme tatto, i commenti sembrano andare da “sì, ma gli irlandesi sono solo quattro milioni, che volete che contino” a “brutti ingrati, con tutti i fondi che vi abbiamo dato in questi anni”.
Che penso io della cosa? In una parola, boh. Sono andato a dare un’occhiata al sito sul Trattato di Lisbona. Poi sono andato a cercare il testo del trattato: è qua. Anzi no: quello è l’indice che porta ai vari capitoli. Il totale è di 230 pagine, più 41 delle note fatte da ogni singola nazione (per la cronaca, l’Italia ha messo a protocollo che lei deve sviluppare il Mezzogiorno; che assieme ad altre quindici nazioni le va bene l’inno e la bandiera attuali, più qualcosa sulla rappresentanza al parlamento europeo che è garantita in modo “degressivamente proporzionale”, qualunque cosa significhi questa espressione). Questa non è una Costituzione, è un’arma contundente da lanciare contro chi non è d’accordo, vista la mole di carta necessaria per scriverla in tutte le lingue dell’Unione.
A questo punto trovo demagogica anche la proposta dell’eurodeputata Pasqualina Napoletano, quella di fare sì un referendum ma con tutti i cittadini europei, non divisi per nazione. L’idea in effetti sarebbe fortemente suggestiva, ma comunque insensata, visto che nessuno saprebbe esattamente per cosa vota. Una Costituzione deve essere snella, un po’ come la nostra fino a dieci anni fa (e no, non è colpa di Sìlviolo, anche se lui ci ha tentato non ce l’ha fatta a peggiorarla ancora). Tutto il resto si può fare poi a parte: ma se il mio voto serve a rendere ufficiale una euroburocrazia di questo tipo, lascio volentieri perdere.

Ultimo aggiornamento: 2008-06-14 15:29

4 pensieri su “Irlanda sì, Irlanda no (buona la seconda)

  1. Boh/ Orientalia4All

    in realtà un’Europa unita a livello di un solo voto è l’unico modo che avremmo, per esempio, di sperare concretamente di entrare a far parte delle Nazioni Unite come membro permanente..

  2. Bubbo Bubboni

    @Orientalia: Mah, se intendi il consiglio di sicurezza ONU ci sono già Francia e Inghilterra che sono comunque europei. I “problemi” li hanno Italia e Germania che però, quando hanno avuto il seggio di turno, non è che abbiano brillato particolarmente.
    Inoltre tu accenni alla soluzione italiana ma, se tutti sono uguali, mettiamo che il seggio ruoti ogni anno, l’Italia avrebbe il cadreghino ogni 27 anni… :-)
    Ma poi per cosa? Tutti si lamentano che le risoluzioni del famoso consiglio sono trascurate! Per essere trascurati in politica estera credo che l’Italia non abbia bisogno di nessun aiuto!

  3. vb

    E’ che non hanno capito che in un ambiente globalizzato e culturalmente diverso il progresso politico avviene per aggregazione dal basso e non per imposizione dall’alto. Comincino a fare il trattato di Lisbona quelle dieci nazioni che ci tengono veramente, le altre poi seguiranno naturalmente negli anni.

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