Prontuario di punteggiatura (libro)

[copertina] Chi scrive in rete ha sempre delle idee molto personali di quali simboli di punteggiatura usare e dove collocarli. Il guaio è che a volte si leggono testi in teoria più duraturi dove le virgole devono essere state gettate un po’ come il grano nella parabola del buon seminatore: dove casca, casca. Questo libro (Bice Mortara Garavelli, Prontuario di punteggiatura, Laterza – Universale 2006, pag. XIII-155, € 10, ISBN 9788842070276) spiega molto chiaramente l’evoluzione dei segni di interpunzione, e mostra al lettore una serie di esempi tratti dalle fonti più disparate – scrittori, ma anche giornalisti, testi legali e la nostra Costituzione – per dare un’idea del loro uso corretto, e delle trappole logiche nascoste: molti di questi segni, la virgola innanzitutto, hanno infatti il doppio scopo di indicare l’intonazione della frase da un lato, con le pause che si dovrebbero fare mentre si legge, e la struttura della frase dall’altro. La fregatura è che questi usi sono spesso incompatibili, e oggigiorno si tende a preferire il secondo; ma molti non lo sanno, facendo così scempio della sintassi.
Purtroppo la scelta di essere descrittivo e non prescrittivo nuoce molto a quello che a leggere il titolo dovrebbe essere lo scopo del libretto: leggendolo l’ho apprezzato, ho scoperto che la grammatica italiana è molto, molto, molto più complicata di quanto mi insegnarono a scuola più di trent’anni or sono, ma non saprei ripetervi una singola regola. Giudizio misto, insomma.

Ultimo aggiornamento: 2008-06-06 08:27

5 pensieri su “Prontuario di punteggiatura (libro)

  1. .mau.

    Oggigiorno i grammatici tendono a preferire il secondo (virgole “visive”), anche se molti continuano a scrivere nel primo modo (virgole “auditive”).

  2. paolo beneforti

    ah, ecco.
    vedi, ad abusare di coordinate separate da virgole? ;)
    io qui
    “La fregatura è che questi usi sono spesso incompatibili, e oggigiorno si tende a preferire il secondo; ma molti non lo sanno,…”
    ci leggo che “molti non sanno che questi usi sono incompatibili e tendono a preferire il secondo uso”.
    era meglio scrivere (imho) “La fregatura è che questi usi sono spesso incompatibili. Oggigiorno si tende a preferire il secondo; ma molti non lo sanno,…”
    ;)

  3. .mau.

    Beh, avrei potuto aggiungere un “che” prima di “oggigiorno” (solo che è meglio non abusare di quel pronome) o magari scrivere “La fregatura è che questi usi sono spesso incompatibili; oggigiorno si tende a preferire il secondo, ma molti non lo sanno”

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