Archivi annuali: 2006

ma che ha detto il papa?

La scorsa settimana sono stato troppo impegnato a guardarmi l’ombelico Telecom per accorgermi che stava montando una polemica contro quanto pronunciato da papa Benedetto XVI a Ratisbona a proposito dell’Islam e della jihad. Certo che se perfino il New York Times si è messo a bacchettare Ratzinger, e il papa nell’Angelus di ieri ha detto di essere stato frainteso esattamente come un Berlusconi qualunque, ci dev’essere stato qualcosa di incredibile, ho pensato io. Così sono andato a leggermi il discorso che aveva tenuto all’Universität Regensburges: in italiano, perché già di queste cose ci capisco poco, ma in tedesco arriverei più o meno a “Eminenzen” prima di perdermi.
Prima del mio pippone, riassumo l’intervento: chi vuole può saltare questo paragrafo, a meno che non voglia poi sbertucciarmi :-) Ratzinger afferma che a Ratisbona ci sono sempre state discussioni teologiche, e che i teologi cercano di capire Dio con la ragione. Gli sovviene un commento su quanto disse un imperatore bizantino del 1400: mentre Manuele II Paleologo parlava con un notabile musulmano gli disse, in modo sorprendentemente brusco [1] «Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava». Continua raccontando quanto scrisse il commentatore: “per l’imperatore, come bizantino cresciuto nella filosofia greca, quest’affermazione è evidente. Per la dottrina musulmana, invece, Dio è assolutamente trascendente”.
Il testo papale poi riprende l’inizio del vangelo di Giovanni, “In principio era il λόγος”, e giunge a dire che si ha la “necessità intrinseca di un avvicinamento tra la fede biblica e l’interrogarsi greco.”, avvicinamento che nasce addirittura dall’affermazione del Nome di Dio rivolta a Mosè dal roveto ardente, e che è continuato nei secoli, arrivando a un punto chiave con la versione della Bibbia dei Settanta ma proseguendo ancora in seguito: tanto che il Manuele di cui sopra non riusciva a immaginare nulla di diverso. In Europa, però, i pensieri erano un po’ diversi, tanto che il dualismo Agostino/Tommaso è stato superato da Duns Scoto in maniera molto simile al pensiero arabo. Ma, dice Ratzinger, “Dio non diventa più divino per il fatto che lo spingiamo lontano da noi”, e in realtà il cristianesimo non poteva essere così com’è senza il pensiero occidentale in genere. Peccato che a quanto pare la teologia degli ultimi secoli voglia disellenizzare il cristianesimo, secondo tre direttrici: la Riforma, che non voleva che la fede derivasse dalla filosofia e ha portato al pensiero kantiano che la elimina addirittura dalla realtà; la “teologia naturale” del XIX e XX secolo, che partendo dalla considerazione di Gesù come un grande uomo e limitandolo per così dire ad essere fondamentalmente un esempio morale, porta a una via di mezzo tra platonismo ed empirismo (io avrei detto quasi riduzionismo) dove la teologia non ha più posto perché “non dimostrabile”, così come gran parte della metafisica stessa: non possiamo più domandarci “da dove veniamo”. Ancora, «l’ethos e la religione perdono la loro forza di creare una comunità e scadono nell’ambito della discrezionalità personale. È questa una condizione pericolosa per l’umanità: lo costatiamo nelle patologie minacciose della religione e della ragione». Infine, l’ultima corrente afferma che il “cristianesimo ellenista” è solo uno dei possibili tipi di manifestazione del pensiero cristiano, e bisognerebbe ritornare al nucleo. Ma questo per il papa non è vero, per la ragione stessa che il Nuovo Testamento è stato scritto in greco. Il tutto termina affermando che senza una ragione della fede non si può portare avanti un dialogo con le varie religioni, e che il modo attuale di pensare dell’Occidente può solo portare a un’involuzione; come disse Manuele II, «”Non agire secondo ragione (con il logos) è contrario alla natura di Dio”». Fine (whew!).
Sulla parte filosofica io non è che ci abbia poi capito molto, o meglio non sono riuscito a capire i passaggi logici. Per il resto:
(a) la citazione iniziale di Manuele II sembra serva semplicemente per tirare fuori quella finale.
(b) il punto che secondo me gli premeva di più riguardo all’Islam è fare notare come per gli islamici Allah è intrinsecamente trascendente, e su questo credo che tutti siano d’accordo.
(c) quanto GP2 era fondalmentalmente un mistico, tanto Ratzi è indubbamente un filosofo. È vero che parlava a fior di teologi, ma garantisco che un discorso così richiede una faticaccia per essere compreso.
(d) è però incredibile come non abbia pensato che un passo come quello iniziale, per quanto assolutamente irrilevante nel contesto, verrebbe immediatamente preso, a ragione o a torto, come un attacco all’Islam; non basta quel “sorprendentemente” messo giù quasi per caso. E dire che non ci sarebbe voluto nulla ad aggiungere una frasetta, mentre parlava di Duns Scoto e simili, sui mali che i cattolici hanno fatto seguendo quel tipo di pensiero; a questo punto sarebbe stato chiaro che il discorso non era “Islam=cattivoni”, ma “fede senza ragione=cattivoni”. Occhei, per completare il tutto poteva anche recuperare quanto scritto da altri teologi islamici.
(e) visto che Ratzinger non è stupido, mi chiedo perché mai non ci abbia pensato.
(f) secondo me è molto più grave, anche se ammetto che è una cosa interna al cristianesimo, l’idea che “visto che i testi sacri sono stati scritti in greco, allora l’ellenismo (purificato, mi raccomando!) è fondamentale per essere cristiani”.
(g) vorrei sapere chi sono stati quegli idioti di giornalisti e articolisti che hanno creato il caso senza chiaramente avere letto il testo, e sicuramente senza capirlo.
Infine ribadisco: la matematica è molto più semplice!
[1] questo neretto è il mio. Però il testo nel sito del Vaticano è stato emendato, e adesso fa in modo sorprendentemente brusco che ci stupisce, brusco al punto da stupirci; e stavolta il neretto è loro. Altro che 1984… secondo me questi tentativi di coprire sono le peggiori cose che si possono fare.
Aggiornamento: (22 ottobre) Il Bubbo Grasso fa notare che la frase è ancora cambiata, e adesso fa egli, in modo sorprendentemente brusco, brusco al punto da essere per noi inaccettabile.

Ultimo aggiornamento: 2016-03-24 16:53

un taxi chiamato Y

Non so se vi siete mai accorti che i taxi hanno un identificativo. Non il “Tango 24” che vi viene detto dalla signorina del radiotaxi: quello serve per la singola cooperativa, ed è per così dire un numero interno. Quello di cui parlo io è scritto nella targhetta appiccicata sul paraurti posteriore: c’è il nome ed eventualmente lo stemma della città che ha concesso la licenza, e un numero di serie.
Stanotte, mentre tornavamo a casa da Torino, in viale Marche ci ha superati un taxi che tra l’altro aveva grossi problemi all’impianto luci, visto che davanti viaggiava con una luce di posizione e basta. Al semaforo si è messo davanti a noi: guardo oziosamente la targhetta, e scopro che il numero di licenza è… Y. Sì, la venticinquesima lettera dell’alfabeto inglese. Ho controllato meglio: la targhetta indicava che la licenza era stata emessa dal comune di Milano, e anche il foglietto con il turno aveva scritto come numero di licenza Y.
Qualcuno ne sa qualcosa in più?

Ultimo aggiornamento: 2006-09-18 17:13

<em>Experimenta '06</em> (mostra)

Ieri sono stato a Torino al battesimo di mia nipote Laura. D’accordo, il tempo era forse anche peggiore di quello che avevamo lasciato a Milano, ma lo sapete che quando arrivo nella mia città natia sono disposto a tutto: persino ad andare a vedere Experimenta ’06, l’ormai ventennale mostra sponsorizzata dalla regione Piemonte sulla “scienza portata al volgo”. Il tema di quest’anno è “Intorno al futuro – viaggio nelle tecnologie invisibili”: cose che io dovrei conoscere piuttosto bene, ma che non so spiegare.
Il mio esperto personale di formazione (Anna) mi ha assicurato che la mostra è fatta molto bene, anche se con alcune cadute come ad esempio il primo gioco che si trova appena entrati; lo “Zen Pong”, con una simulazione del famosissimo primo videogame proiettato su un giardino zen e dove si possono usare per muovere la racchetta un manopolone, un volante oppure l’equivalente di un telefono cellulare, è davvero triste. La mia anima di telecomunicazionista è in compenso andata in sollucchero nel vedere un selettore elettromeccanico funzionante: l’analogico continua ad avere un certo fascino. La cosa che mi ha più infastidito però sono state le numerose fanciulle, soprattutto nei primi padiglioni, che continuavano a cercare di convincerti a provare le bellissime cose che si trovavano – ammesso naturalmente che non fossero scassate, ma questo purtroppo capita anche nelle mostre corrispondenti all’estero. Quella che voleva costringermi a tutti i costi a crearmi il blog è stata il massimo: stavo per spiegarle che “ho già dato cinque anni fa, grazie”, ma per fortuna ha desistito. In compenso, ho apprezzato il ragazzo che stava all’interno del modulo della ISS, che è costretto a ripetere le stesse cose ogni dieci minuti.
L’ultima tristezza è stata non avere la possibilità di provare il ponte tibetano sul po, o perlomeno la versione breve dove scopri se ti può venire un attacco di panico quando ti trovi sospeso in una struttura di corde. Era aperto solo tra le 18 e le 20 di sabato e domenica… e per le 16 dovevamo essere al battesimo.

Ultimo aggiornamento: 2006-09-18 16:38

il Tronchetto si dimette

Beh, è ovvio che era tutta invidia per il Milan che fino all’anno scorso aveva Galliani come presidente della Lega Calcio: volete mettere fare il presidente di Telecom e della Federcalcio?
Più seriamente, non è cambiato assolutamente nulla. Dal comunicato del CdA si scopre infatti che Buora è stato nominato “vicepresidente esecutivo” e ha tutte le deleghe e i poteri che aveva Tronchetti Provera, tranne “le funzioni di general counsel e di gestione delle relazioni istituzionali”, che faranno capo a Guido Rossi. Considerando che Buora è sempre stato l’uomo di Tronchetti, oltre che il tagliatore del tagliabile, che cosa ci può essere di nuovo?

Ultimo aggiornamento: 2006-09-16 12:50

per finir la settimana lavorativa…

che c’è di meglio che vedere cosa ci hanno raccontato oggi i quotidiani gratuiti?
A dire il vero, Leggo è stato un po’ fiacco. L’unica cosa su cui potrei lamentarmi è l’articolo di Michele Galvani sul fiasco della prima puntata dell’Isola dei Famosi. Galvani, come da direttive del giornale, non perde l’occasione di girare il coltello nella piaga e sbertucciare la Ventura, cosa su cui si potrebbe anche essere d’accordo, come anche nel biasimare sue uscite lessicali come “Cassadei fa lo sborone”. Però forse potrebbe essere utile ricordargli che sotto la Toscana penso che “non fare lo gnorri” lo capiscano, visto che il termine non è un’invenzione della Gialappa’s ma una parola attestata in italiano almeno dal 1698.
Metro parla invece di tutto. Salute, con la Melandri che vuole dare la possibilità di dedurre le spese per la palestra esattamente come si fa per quelle mediche – le coop rosse hanno anche palestre? Cultura, con la “Notte Europea dei Ricercatori” che si terrà venerdì 22: non si sa perché, ma “a Napoli e anche in 30 città dell’Unione Europea, tra cui tre regioni italiane”; chi ha riassemblato il lancio d’agenzia ha dei grossi problemi con la lingua italiana. Letteratura, con la J.K.Rowling che merita addirittura lo strillo in prima pagina perché non si è voluta separare dal manoscritto di Harry Potter 7 che sarebbe dovuto finire nella stiva dell’aereo (ma non lo tiene su una chiavetta USB?). Politica, con il presidente sloveno Janez Drnov?ek che andrà in visita ufficiale in Spagna con l’automobile, perché “il governo gli ha tagliato i fondi considerandolo indisciplinato” e quindi non può prendere l’aereo.
City invece va sulle marchette, raccontando che il sindaco di Messina farà recapitare a tre americani in crociera, vittime di un lancio di uova tra studenti nelle vie della città, delle confezioni di dolci tipici; e che il prezzo di pane, pasta e dolci potrebbe salire alle stelle perché ci sono speculazioni sul mercato del grano – dice l’Associazione dei mugnai e pastai italiani – ma la Coldiretti replica che il costo del grano incide solo per il dieci per cento su quello finale. Per quanto riguarda il sesso, il titolo “Fa sesso con capra, costretto a sposarla” è fuorviante, perché in realtà il sudanese ha semplicemente dovuto pagare l’equivalente di una dote (e non viene accennato se almeno la capra gliel’hanno lasciata…)
Ma l’Insuperabile Fonte continua ad essere Repubblica, che racconta con dovizia di particolari (lasciati solo intuire, la possono leggere anche i bambini!) come durante il pranzo di nozze la neosposa scopre il marito a fare sesso… con il suo miglior amico (dello sposo, si direbbe). D’altra parte, non capisco tutta questa scena di gelosia. L’amico poteva dare al maritino sicuramente qualcosa in più della moglie!

Ultimo aggiornamento: 2006-09-15 16:46

rassegna stampa telecom

Non ho da dire molto sugli sviluppi degli ultimi due giorni dell’affaire Telecom, se non che non credo affatto che Rovati abbia preparato tutto quel bel piano e non abbia detto nulla a Prodi (e questa è l’ipotesi più caritatevole: l’altra è che Prodi abbia effettivamente commissionato lo studio a Rovati). Più che altro per comodità mia, raccolgo qua i collegamenti ad alcuni articoli e post che ho letto in questi giorni, con un microcommento.
Sui giornali:
Il Sole di ieri sul “piano Rovati” dello scorporo della rete. Da buoni confindustriali, si lamentano dell’ingerenza governativa (e stanno zitti sulla situazione dei conti di Telecom)
Il Il Corriere di ieri sullo stesso piano Rovati. Più interessante, perché fa numeri e non solo chiacchiere. Se uno si chiede come faccia il Corsera a sapere tutto questo, ricordo che l’opzione “TIMedia si fonde con RCS” non è così campata in aria, che Dagospia lo dica o no :-)
La Stampa e il il Corriere che raccontano di Rovati; Martini sulla Stampa cercando di affossarlo del tutto, Cazzullo sul Corsera più sullo stile “è un bravo ragazzo, solo un po’ impulsivo”
La Stampa di oggi, dove Francesco Manacorda, dopo aver raccolto lo sfogo di Tronchetti che si sentiva fatto fuori, propone il giochino “chi è stato a scrivere quel rapporto?”
Il Sole di oggi: per Marigia Mangano Tronchetti e Prodi erano perfettamente d’accordo, ma poi sarebbe successo qualcosa di non meglio definito
Il Giornale di oggi, che è l’unico del lotto a buttarla nella politica spicciola con Marcello Zacché che mette tutto in collegamento con la superbanca Intesa-Sanpaolo.
Altrove:
inPolitica.net, “Alex Prove Tecniche di Trasmissione”, un blogger di destra che vede (ovviamente da destra) cosa è successo in questi anni. Pieno di dati e numeri
Pier Luigi Tolardo di Zeus News è sicuramente coerente, visto che ce l’ha con Telecom da una decina d’anni almeno :-); però ho capito cosa lui non vorrebbe, ma non cosa vuole.

Ultimo aggiornamento: 2006-09-15 14:51

L’assassino dalle calze verdi e altri enigmi matematici (libro)

[copertina]
Un’ennesima raccolta di problemini matematici, che poi a volte sono semplicemente problemi logici. (Ian Stewart, L’assassino dalle calze verdi e altri enigmi matematici [The Mayor of Uglyville’s Dilemma And other mathematical puzzles and enigmas], La Gaja Scienza 806 – Longanesi 2006 [2005], pag. 124, € 9.60, ISBN 88-304-2361-0, trad. Riccardo Cravero). Il formato è ultratascabile, il prezzo forse un po’ alto, anche se bisogna tenere conto che il libro è rilegato. Perché prenderlo, allora? Beh, ad esempio perché è sempre divertente risolvere i problemini, soprattutto quando ci si riesce; poi perché con gli anni lo stile di Ian Stewart si è affinato, e le storielle di contorno sono sempre divertenti. Tra l’altro Riccardo Cravero ha giustamente scelto di tradurre anche molti dei nomi dei personaggi, e nel farlo si deve essere divertito anche lui. Inoltre, anche se alcuni dei problemi sono noti a chi è interessato a queste cose, la maggior parte di loro è nuova, e quindi in effetti c’è materiale per i propri denti. Al limite, poi, potete sempre regalarlo a qualcuno… amico o nemico, fate voi.

Ultimo aggiornamento: 2006-09-15 11:57

letteratura per email

DailyLit è una di quelle idee che sarebbe potuta venire in mente solamente a un americano. Visto che la gente non ha tempo di leggersi un libro in santa pace, ma è sempre attaccata all’email, che si fa? Gli si manda il libro – anzi l’ebook – in tanti comodi messaggi, la cui frequenza si può schedulare a piacere: tutti i giorni, nei giorni lavorativi, tre volte la settimana.
Sto ancora cercando di capire se è un’ideona o una tavanata galattica…

Ultimo aggiornamento: 2006-09-15 10:56