Archivi annuali: 2005

binari unici e guerre

Qualcuno magari si è chiesto come mai una linea ferroviaria come la Bologna-Verona, che non è esattamente un ramo secco (fa parte della direttice Roma-Brennero) sia ancora a binario unico.
Quando ero al liceo, il mio professore di storia e filosofia (don Pederzani) ci raccontò che la ragione era legata al trattato di pace della seconda guerra mondiale, che aveva vietato il raddoppio della linea per rendere più difficoltosi i trasporti di truppe verso il nord Europa. Potete immaginare come io sia immediatamente andato a cercare informazioni al riguardo. Solo che nel 1981 non c’era Google, e quindi mi passai un paio d’ore in biblioteca fino a che non trovai il testo del trattato di pace dove non era indicato nulla di tutto questo. Amen.
Adesso, in mezzo alle polemiche sulla lentezza dei lavori di raddoppio della linea, ho scoperto sul Messaggero di sabato un articolo di Lanfranco Senn che dice praticamente la stessa cosa: “Per anni infatti la linea che dal Brennero e dal Nord-Est scendeva verso Bologna, e apriva quindi la strada per il Centro-Sud del Paese, è stata mantenuta a binario unico per motivi militari. Cioè per rallentare l’eventuale invasione dall’Est europeo.” Considerando che Senn è “direttore Centro Economia Regionale Trasporti e Turismo dell’Università Bocconi di Milano”, come scritto in calce all’articolo, la cosa potrebbe avere senso. Ci saranno stati degli accordi più o meno segreti in proposito?

Ultimo aggiornamento: 2005-01-11 11:19

Note esplicative

una noticina sulla mostra che ho visto ieri: non so chi abbia scritto le note esplicative, ma è sicuramente un genio. Io non sarei assolutamente riuscito a scrivere nulla del genere: e garantisco che posso scrivere molto meglio di quanto faccio qua (sono pigro, purtroppo). Nemmeno le prove dei degustatori di vino eguagliano una simile prosa: si direbbe davvero che tutti i significati delle opere, per quanto nascosti essi possano essere financo all’artista stesso, vengano sviscerati al colto. Purtroppo l’inclita dovrà farne a meno: il “parla come mangia” sembra non essere contemplato…

Ultimo aggiornamento: 2005-01-10 13:49

Spazi Atti/Fitting Spaces (mostra)

Titolo rigorosamente bilingue, perché il PAC a Milano non si fa mancare nulla.
Oggi abbiamo sfruttato la domenica con ingresso gratuito (ce ne saranno altre due: il 23 gennaio e il 13 febbraio) per vedere questi “7 artisti italiani alle prese con la trasformazione dei luoghi”. Diciamo che la mostra vale più di quanto abbiamo speso, ma non eccessivamente: facciamo due euro.
Tra le opere in visione, la più interessante era probabilmente 1:1 di Luca Pancrazzi: con un paesaggio dipinto in bianco che si può solo intravvedere (a meno di usare un percorso strano) perché tutto il resto della stanza era riempito da una bolla in pvc trasparente sì, ma non troppo. Anche le strutture di roulotte di Loris Cecchini non erano male, e Marzia Migliora divertiva abbastanza con le sue opere sensoriali. In compenso, l’idea di Alberto Garutti di dipingere le sedie e panche con vernice fosforescente in modo che nessuno possa vedere l’opera (per l’artista, la foto presa di notte “è da considerarsi parte interale di questo lavoro”) mi pare davvero esagerata.
Qualche noticina a lato: c’è un PC dove si può inserire il proprio indirizzo per entrare nella mailing list del PAC. Le istruzioni spiegano che per passare da un campo all’altro occorre cliccare il tasto blu, e in effetti sopra lo shift c’è un bel bollino blu. Inoltre si sono accorti che con una tastiera italiana quale avevano fare la chiocciola non era banale, così hanno messo il driver USA e già che c’erano hanno incollato sul tasto 2 il simbolo “@”. Non hanno però pensato che la gente userà le lettere accentate e si troverà caratteri a caso…
L’altra cosa interessante è il cartello appeso alla Galleria d’Arte Moderna, al momento chiusa per restauri. Vengono però fatte delle visite guidate dal martedì alla domenica, alle 9 e alle 11: orari comodissimi, vero? Il tutto spiegato appunto in italiano, inglese e… tedesco. Chiunque abbia scritto quella traduzione deve essersi divertito: “räumlichkeiten” (spazialità, così ad occhio) per indicare le sale interne a me fa venire in mente le Sturmtruppen…

Ultimo aggiornamento: 2005-01-09 19:39

saluto romano

Storace, intervistato da La Stampa: “Il saluto romano lo facevo da giovane, e per dei valori seri, che avevano un significato preciso. Allo stadio, mai”.

Ultimo aggiornamento: 2005-01-08 19:14

quanto costa la plastica!

Oggi TIM è chiusa, quindi ho dovuto prendere un giorno di ferie. Ergo, mi sono trovato in mezzo alle Pulizie di Casa. Tra le altre cose da fare, ci siamo finalmente decisi a comprare i pezzi di ricambio per il nostro frigorifero Rex: la maniglia che si stava spaccando e il cesto per la verdura che si era spaccato del tutto. Ho preso la macchina (ho tentato di dire “ma sono sette chilometri fino a Sesto, vado in bici…” ma sono stato guardato male e ho sentito delle scuse tipo “il cestello è grande, non ti sta in bici”) e sono arrivato al negozio. Presi i due pezzi: la maniglia mi è costata 11 euro e 95, il cestello 30 euro tondi.
Non ho nessuna voglia di calcolare il prezzo al chilo, mi arrabbierei ancora di più.

Ultimo aggiornamento: 2005-01-07 17:02

senso dell'umorismo

Il segretario dell’Anm Carlo Fucci è stato uno dei tanti che ha ricevuto e inviato il messaggino “Invia questo SMS e parteciperai all’iniziativa 10 centesimi per un nuovo cavalletto al mantovano”. (Ne ho ricevuto uno anch’io: non l’ho reinviato perché non sopporto le catene). Peccato che l’abbia inviato alla persona sbagliata, che l’ha subito spiattellato al governo. L’ingegner Castelli ha commentato che “Fucci ha confermato di avere spedito il messaggio, aggiungendo di averlo inteso come uno scherzo. Esistono magistrati che non riescono a discernere in quali casi e in quali modi è lecito scherzare e in quali, invece, no”.
Tralascio di commentare l’altra sua frase, che dice più o meno “un SMS non è corrispondenza privata se lo mandano in tanti”. La differenza tra i concetti “uno a uno” e “uno a molti” non deve essere chiara all’ingegnere.
Mi sembra più interessante fare notare appunto il concetto di scherzo del nostro ingegnere. Il messaggino è indubbiamente pesante, non certo nei confronti di Silvio quanto per gli asiatici a cui in questo periodo si stanno spedendo offerte via SMS. Ma è anche vero che l’umorismo nasce spessissimo dal dolore: pensiamo a tutte le storielle yiddish, ad esempio. Certo però che si può anche immaginare che l’unico vero modo per ridere sia pronunciare cazzo culo figa tette… ah, quello è il Bagaglino? opps…

Ultimo aggiornamento: 2005-01-06 19:52

sciopero degli snack

Così domani gli assistenti di volo Alitalia hanno deciso di scioperare dalle 11 alle 15 rifiutando di passare a dare il bicchiere di cocacola e i tre biscottini a chi vola, e l’azienda ha minacciato la denuncia perché siamo ancora in periodo di garanzia.
Mah. Visto quello che danno, non credo ci saranno veri disagi…
(tanto mercoledì e venerdì andrò a Roma in treno :-) )

Ultimo aggiornamento: 2005-01-06 19:39

_Pensa a Fleba_ (libro)

[copertina]Iain Banks è un esponente della fantascienza anni ’80. Eppure questo primo romanzo del “ciclo della Cultura” (Iain M. Banks, Pensa a Fleba, Fanucci Solaria 2002 [1987], p. 520, € 15.40, ISBN 88-347-0820-2, trad. Roldano Romanelli) a me ha fatto venire in mente le grandi saghe del passato, dal John Carter di Burroughs ai non-A di Van Vogt. Ovviamente lo stile è di quelli che fanno le cose in grande, con le guerre galattiche che impegnano migliaia di pianeti, distruzione di orbitali dove abitano miliardi di persone, astronavi così enormi da contenere tutta una serie di hangar per le riparazioni di astronavi normali, e così via. Non ci si può aspettare dalla storia altro che una serie continua di cambiamenti di scena, con la trama generale piuttosto sottile: ma bisogna ammettere che il libro si lascia leggere con piacere, aiutato anche dalla traduzione precisa.

Ultimo aggiornamento: 2016-07-18 22:12