Qualcuno magari si è chiesto come mai una linea ferroviaria come la Bologna-Verona, che non è esattamente un ramo secco (fa parte della direttice Roma-Brennero) sia ancora a binario unico.
Quando ero al liceo, il mio professore di storia e filosofia (don Pederzani) ci raccontò che la ragione era legata al trattato di pace della seconda guerra mondiale, che aveva vietato il raddoppio della linea per rendere più difficoltosi i trasporti di truppe verso il nord Europa. Potete immaginare come io sia immediatamente andato a cercare informazioni al riguardo. Solo che nel 1981 non c’era Google, e quindi mi passai un paio d’ore in biblioteca fino a che non trovai il testo del trattato di pace dove non era indicato nulla di tutto questo. Amen.
Adesso, in mezzo alle polemiche sulla lentezza dei lavori di raddoppio della linea, ho scoperto sul Messaggero di sabato un articolo di Lanfranco Senn che dice praticamente la stessa cosa: “Per anni infatti la linea che dal Brennero e dal Nord-Est scendeva verso Bologna, e apriva quindi la strada per il Centro-Sud del Paese, è stata mantenuta a binario unico per motivi militari. Cioè per rallentare l’eventuale invasione dall’Est europeo.” Considerando che Senn è “direttore Centro Economia Regionale Trasporti e Turismo dell’Università Bocconi di Milano”, come scritto in calce all’articolo, la cosa potrebbe avere senso. Ci saranno stati degli accordi più o meno segreti in proposito?
Ultimo aggiornamento: 2005-01-11 11:19